Recensione Wilde Salome

Uno dei capolavori teatrali di Oscar Wilde riletto da uno dei più grandi attori dei nostri tempi in un film che mescola messa in scena drammatica, dietro le quinte e documentario in un accattivante amalgama.

Recensione Wilde Salome
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La Principessa Salomé, figlia di Erodiade, si lancia in un ballo sensuale, avvolta in un ampio drappo rosso, al cospetto di Re Erode, che contempla ammaliato le sue movenze. L'incanto ingannevole della seduzione avvolge il sovrano, il quale, prigioniero della carica erotica della fanciulla, si offrirà di esaudire qualunque suo desiderio, fosse anche la metà del proprio regno; ma Erode non immagina quale terribile prezzo verrà richiesto da Salomé come pegno per la sua danza. In Wilde Salomé, l'infida danzatrice determinata a richiedere un terribile tributo di sangue ha i capelli color rosso fuoco, la pelle d'alabastro e lo sguardo feroce di una Jessica Chastain ancora alla vigilia del suo trionfo hollywoodiano, ma già baciata da quel talento stratosferico che, sempre nel 2011, avrebbe rivelato al mondo una delle migliori interpreti della sua generazione. Re Erode, invece, ha il volto inconfondibile di uno degli attori più stimati di tutti i tempi: Al Pacino.

Danzando con Salomé

Presentato fuori concorso al Festival di Venezia 2011, dove ha ricevuto il Queer Lion come miglior film a tematica omosessuale, e distribuito nelle nostre sale a quasi cinque anni di distanza, Wilde Salomé rappresenta un'operazione analoga al precedente cimento registico di Al Pacino: quel Looking for Richard (in italiano Riccardo III - Un uomo, un re) in cui l'attore de Il Padrino si confrontava con uno dei capolavori di William Shakespeare, Riccardo III, con un progetto in equilibrio tra la finzione scenica e l'approfondimento teorico/accademico. Un approccio quasi identico a quello adottato da Pacino verso l'atto unico scritto nel 1891 in lingua francese da Oscar Wilde, il più fine drammaturgo dell'Inghilterra vittoriana: ovvero, proporre un allestimento della Salomé di Wilde in parallelo con un "dietro le quinte" di tale allestimento. L'obiettivo di Wilde Salomé, pertanto, consiste sia nel restituire il fascino sanguinario della vicenda di Salomé, divorata dal desiderio di stringere fra le proprie mani la testa di Giovanni Battista; sia nel penetrare la natura più intima del testo e dei personaggi e, di conseguenza, i segreti dell'arte di Oscar Wilde; e infine, celebrare implicitamente la magia del teatro (e del cinema), ma anche la necessaria dose di impegno e di lavoro dietro ogni singola performance.

Looking for Oscar

Alle sequenze documentaristiche delle prove di Al Pacino e della sua compagnia teatrale a Los Angeles nel 2006, sotto la direzione dell'attrice veterana Estelle Parsons in qualità di regista, si alternano così le riprese di una piccola produzione cinematografica dal budget ridottissimo, nonché le riflessioni di Pacino, dei suoi attori e di vari studiosi e appassionati di Wilde (fra questi gli scrittori Gore Vidal, Tom Stoppard e Tony Kushner, oltre al cantante degli U2 Bono Vox) sul senso profondo del dramma e sulle sue potenzialità sceniche. Quel che ne risulta, ancor più che in Looking for Richard, è una mise en abîme che cattura il pubblico nel suo gioco di riflessi incrociati e di spunti metateatrali: quasi una sorta di "spettacolo interattivo", in cui il reale fulcro dell'indagine di Pacino rimane la figura di Oscar Wilde, acclamato durante la sua breve carriera per poi essere disprezzato e piegato dalla bigotta crudeltà del proprio tempo (ed è la voce di un Al Pacino commosso a far riecheggiare alcuni passi del De Profundis). Mentre spetta all'Al Pacino attore, fra istrionismo e sperimentazione, far rivivere davanti alla cinepresa la cupa bellezza del genio di Wilde, coadiuvato da una Jessica Chastain dal magnetismo davvero travolgente.

Wilde Salome Fra rappresentazione scenica e riduzione cinematografica, cronaca del backstage e indagine accademica sulla grandezza di Oscar Wilde, Wilde Salomé è innanzitutto l'omaggio, partecipe e appassionato, di un attore navigato quale Al Pacino a uno dei più dotati drammaturghi dell'epoca moderna, capace tuttora di parlare al pubblico odierno.

7.5

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