Recensione When You're Strange

Viaggio nel lisergico mondo di Jim Morrison

Recensione When You're Strange
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Per celebrare i 40 anni dalla morte (avvenuta a Parigi il 3 luglio 1971) dell'istrionico e talentuoso front man dei Doors, Jim Morrison, arriva nelle sale When You're Strange, documentario che ripercorre la turbolenta vita del cantante di Melbourne dall'incontro con il tastierista Ray Manzarek nei corridoi della UCLA fino alla tragica e prematura scomparsa. Il documentario, diretto dal regista Tom DiCillo (Johnny Suede, Si gira a Manhattan) e narrato nella versione italiana da Morgan (nella versione originale la voce è quella di Johnny Depp), verrà distribuito il 21 giugno nelle sale cinematografiche, per poi approdare il 3 luglio sulla piattaforma di Studio Universal, e infine uscire in home video in una speciale confezione DVD realizzata in collaborazione con la Feltrinelli. Il film, che prende il titolo dal singolo People Are Strange, riflette attraverso la genesi e l'evoluzione della band, lo stato di confusione e smarrimento di un'intera epoca, quella a cavallo tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70, segnata dagli orrori della guerra del Vietnam e dai sussulti di una rivoluzione culturale che trovò giusto sfogo nella musica dei Doors e nel loro carismatico leader Jim Morrison, icona indiscussa della musica rock.

When You're Strange

People are strange when you're a stranger
Faces look ugly when you're alone
Women seem wicked when you're unwanted
Streets are uneven when you're down

When you're strange
Faces come out of the rain
When you're strange
No one remembers your name
When you're strange
When you're strange
When you're strange

People are strange when you're a stranger
Faces look ugly when you're alone
Women seem wicked when you're unwanted
Streets are uneven when you're down

I Doors

Negli anni '60 Jim Morrison è uno studente di cinema presso l'università californiana della UCLA (nel documentario appare anche l'inedito film realizzato dallo stesso Morrison in quegli anni). Lì, tra i corridoi del campus, s'imbatte casualmente nel tastierista Ray Manzarek. È l'inizio di un'amicizia e della famosa band dal nome Doors, ai quali si uniranno poi anche il chitarrista Robby Krieger e il batterista John Densmore. La loro musica riesce subito a contagiare il pubblico e alcuni singoli (come Light my fire o The end) consacrano il gruppo al successo. Ma la caotica esistenza di Jim Morrison, irrimediabilmente attratto dal potere lisergico di alcol e droghe, della gloria edel successo, finirà per ostacolare in più di un'occasione l'ascesa della band, pur contribuendo con il suo talento e la sua genialità artistica a farla entrare di diritto nel Gotha della band che hanno fatto la Storia della musica.

The doors of perception...

Il documentario di DiCillo ripropone attraverso materiale di repertorio e inedito un collage cronologico di momenti clou della storia della band, inserita nel più ampio contesto socio-culturale dell'America di quegli anni, essenziale per comprendere la genesi e l'evoluzione di una band come quella dei Doors, il cui nome nacque come un omaggio dello stesso Morrison a un verso di una poesia di William Blake, ‘If the doors of perception were cleansed, everything would appear to man as it truly is, infinite', fortemente legato al concetto di immaginazione, superamento dei confini della percezione che è poi il linguaggio ricercato da Jim Morrison nella sua carriera di artista e poeta (simbolista). Ciò che viene fuori da questo documentario è infatti proprio la volontà di Jim Morrison di spingersi oltre i confini della musica, dello spettacolo, della parola, per poter raggiungere il suo pubblico in maniera sempre diversa e sorprendente. Una tigre da palcoscenico che aveva in realtà fortissimi momenti di solitudine, in cui si sentiva un estraneo, uno sconosciuto fuori luogo e cercava coraggio nell'alcol o nelle droghe per ritrovarsi.

Nonostante alcuni filmati di repertorio risultino davvero molto interessanti e lavorino bene nella direzione di far emergere il lato più fragile e ‘comune' di Jim Morrison, in contrasto con quello di cantante maledetto che spesso gli è stato indebitamente attribuito, e il lavoro di ‘lettura' fatto da Morgan in qualità di narratore della storia sia piuttosto buono, la giustapposizione delle immagini manca nel complesso di una sua chiara dimensione narrativa, inserendosi a metà tra un vero documentario e una bella raccolta di immagini (commentate) che prende davvero corpo solo nei pochi minuti in cui il commento è fornito dalla musica degli stessi Doors.


When You're Strange A 40 anni dalla scomparsa di Jim Morrison, arriva in sala un documentario che ne ripercorre la carriera, al fianco degli altri componenti dei Doors. Se il materiale alle base del documentario, in parte inedito, risulta per molti aspetti interessante, è l’organizzazione dello stesso che manca di linearità e gradualità necessarie a far entrare lo spettatore a contatto con la storia. Rimane comunque il primo tentativo di ripercorrere la carriera dei Doors a ottenere il lasciapassare degli stessi compnenti della band (pare infatti che mentre il film del 1991 di Oliver Stone non abbia trovato l’appoggio del gruppo, su quest’ultimo il parere espresso sarebbe stato positivo).

6

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