Recensione Wanted - Scegli il tuo Destino

Arriva sugli schermi il film ispirato alla Graphic Novel di Millar e Jones

Recensione Wanted - Scegli il tuo Destino
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Il proprio destino

Wesley (McAvoy) è il classico sfigato trentenne: la sua ragazza (Hager) lo tradisce con il suo migliore amico (Pratt), ha un lavoro squallido e ripetitivo ed il conto in banca perennemente in rosso. Come se non bastasse, è orfano di padre e spende la maggior parte del suo misero stipendio in farmaci per combattere la depressione e gli attacchi d'ansia. Un giorno però mentre si trova in coda nella sua farmacia di fiducia per acquistare le amate pillole, si troverà coinvolto in una sparatoria all'ultimo sangue fra una affascinante assassina (Jolie) ed un misteroso killer, noto solo con il nome di Cross (Kretschmann). Dopo essere miracolosamente sfuggito alla carneficina, Wesley sarà rapito dalla ragazza, che scopriremo chiamarsi semplicemente Fox, e apprenderà che suo padre è stato il più grande assassino di tutti i tempi. Stanco della sua scialba esistenza, il nostro protagonista deciderà di unirsi alla setta di cui fa parte Fox, in modo tale da poter essere addestrato ed avere vendetta sull'uomo che, trempo prima, ha tolto la vita a suo Padre. Ma le trame del destino molto spesso sono tortuose e Wesley, incamminandosi sulla ripida strada della violenza si troverà ben presto a dover scegliere da che parte stare.

La violenza come chiave di lettura

Lo anticipiamo subito in modo tale da fugare eventuali dubbi: questo film non è la riduzione della graphic novel firmata da Millar e Jones, da cui recupera solo i due protagonisti iniziali (Wesley e Fox) e l'incipit della vicenda, ma si tratta di un'opera a sé, completamente distaccata sia nei contenuti, sia nello stile narrativo e grafico. Fatta questa debita premessa possiamo andare ad analizzare la pellicola. Timur Bekmambetov, Kazako di nascita ma americano d'adozione, confeziona un film iperrealistico, dove la violenza, molto spesso sbattuta in faccia allo spettatore nei modi più crudi, rappresenta il filo rosso attraverso cui interpretare l'intera vicenda. Abbandonata l'idea dei supercriminali che dominano il mondo, il regista preferisce soffermarsi sul significato profondo e liberatorio che la sopraffazione ha su ogni essere umano, intendendo il termine nel suo significato più carnale. Non a caso infatti gli elementi dominanti di tutto il film sono due, il metallo dei proiettili e dei coltelli, ed il sangue che sgorga a fiumi dai corpi, molte volte condotti alla morte con precisi colpi alla testa od al cuore. Per far ciò, Bekmambetov sceglie per tutta la durata del film uno stile eccessivo, quasi ai limiti della parodia, dove i colpi sparati seguono traiettorie impossibili, ed ogni personaggio viene ridotto ai minimi termini, risultando più una maschera del teatro greco che una personalità vera e compiuta. Questa scelta porta con se delle conseguenze: prima di tutto la parte iniziale del film soffre di una certa lentezza (che sfocia quasi nella noia) mentre gli sviluppi ed il finale sono narrati troppo rapidamente e vengono soffocati dalle tracotanti scene d'azione che diventano tanto più inverosimili quanto più la storia si dipana. Inoltre, alcune invenzioni registiche, come i ralenti dei proiettili, risultano abusate e, francamente, neppure troppo d'effetto dopo l'overdose di cloni di Matrix che ci sono stati propinati negli ultimi dieci anni. A peggiorare la situazione c'è poi la snervante e didascalica voce fuori campo di Wesley che, anziché chiarire i punti più oscuri della vicenda, si limita a raccontare i pensieri del protagonista senza mai riuscire ad instaurare un legame emotivo vero e partecipato con gli spettatori. Si ha così troppo spesso la sgradevole sensazione di trovarsi davanti ad un videogioco senza avere fra le mani un Pad per poter controllare i protagonisti, come quando da piccoli andavamo a casa dei nostri amichetti egoisti che non volevano mai smettere di giocare. Ed è proprio questo il più grande limite di Wanted: la sua trama ridotta all'osso e l'eccessiva attenzione posta sulla componente estetica finiscono così per frustrare inesorabilmente le ambizioni insite nella trama stessa. A poco vale, infine, il tentativo in chiusura di dare un senso all'ora e quaranta minuti di sparatorie iniettando una morale posticcia e quasi fascista secondo cui è meglio vivere un giorno da leoni che cento anni da pecora. Purtroppo, a volte, lo humor nero ed un paio di scene d'azione ben combinate non bastano a risollevare un'opera che, nella ricerca ossessiva d'una rappresentazione fin troppo estetica della violenza, dimentica tutto il resto.

Angelina Croft

Parlare del cast significa di fatto commentare il lavoro della Jolie e di McAvoy dato che tutti gli altri interpreti, Freeman compreso, si limitano a fungere da tappezzeria, fornendo, molto semplicemente, lo scenario dove i due portagonisti possono muoversi. La bella Angelina, come sempre, si trova bene nella parte della killer fredda e spietata e mostra un certo coraggio sia nelle scene d'azione (che ha girato quasi interamente senza ricorrere a controfigure) sia nei pochi momenti di riflessione, concedendo anche un nudo integrale ai suoi tanti ammiratori . McAvoy dal canto suo, svestiti i panni dell'eroe romantico di Espiazione, è piuttosto bravo, e molto autoironico: dona al suo Wesley un tocco di umanità che non guasta mai, il tutto condito con un paio di battutine sarcastiche piuttosto azzeccate. In conclusione, possiamo dire che, benché McAvoy sia il protagonista, Wanted si regge sulla bellezza algida della Jolie e sulla sua capacità di incarnare perfettamente lo stereotipo dell'eroina d'azione senza mai scadere nel ridicolo. Ci chiediamo quanto durerà ancora questo "effetto Lara Croft".

Wanted - Scegli il tuo Destino Wanted è un film difficile da classificare e che sicuramente dividerà il pubblico. I fan del fumetto probabilmente si sentiranno traditi dato che la trama è stata rivoltata come un calzino, mentre gli amanti del genere supereroistico potrebbero rimanere disorientati da alcuni eccessi gore. Forse ha più senso avvicinare questo film alle pellicole d’azione orientali piuttosto che a prodotti come Spiderman, X-Men o Hulk. Dal nostro canto, comunque, non ci sentiamo di promuovere un’opera che a tratti appare fin troppo derivativa sia nelle tematiche che nello stile e che, soprattutto, non riesce a tirare le fila del discorso iniziato, rimanendo così tristemente monca.

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