Recensione Walking on sunshine

A nozze con le hit degli anni Ottanta!

Recensione Walking on sunshine
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"Il concetto iniziale è quello della storia d'amore estiva; fin dall'inizio volevo fare un film allegro e divertente e le avventure estive sono un'esperienza che tutti hanno vissuto, una specie di rito di passaggio. Ho pensato che sarebbe stato carino farci un film".
Produttore con alle spalle, tra gli altri, Bronson (2008) di Nicolas Winding Refn e Monsters (2010) di Gareth Edwards, James Richardson sintetizza così le motivazioni che lo hanno portato a finanziare Walking on sunshine, diretto dai Max e Dania (all'anagrafe Max Giwa e Dania Pasquini) che hanno all'attivo Streetdance 3D (2010) e il suo sequel Streetdance 2 (2012).
Del resto, i circa novantotto minuti che vedono protagonista la televisiva Hannah Arterton nei panni della giovane Taylor, approdata in Puglia per prendere parte al matrimonio della sorella Maddie alias Annabel Scholey, uscita da una storia importante con Doug ovvero Greg"Johnny English"Wise, che le ha spezzato il cuore, non mancano davvero di momenti ballati e cantati; in quanto intenti, fin dai titoli di testa accompagnati da una rilettura della madonniana Holiday, a concretizzarsi in frizzante musical atto a sfruttare hit dei colorati ed eccitanti anni Ottanta facendoli rieseguire al cast.

Mamma mia gli anni Ottanta!

Per questo, al di là della comica inglese Katy Brand e del Giulio Berruti di 10 regole per fare innamorare (2012) nel ruolo del futuro sposo Raf, che la imminente moglie non sa avere avuto una passata storia estiva proprio con Taylor, ancora innamorata di lui, tra gli attori troviamo anche la cantante e cantautrice Leona Lewis, qui debuttante sul grande schermo.
Ma, a cominciare da un'esecuzione di Venus con tanto di maschioni palestrati in mutande in stile Dolce & Gabbana, risulta immediatamente chiaro che l'intento dell'operazione non sia altro che quello di fornire una risposta britannica a Mamma mia! (2008) di Phyllida Lloyd, sostituendo i successi degli ABBA tramite quelli provenienti dal decennio in cui spopolarono i Duran Duran.
Oltretutto omaggiati per mezzo della loro Wild boys alternata alla intramontabile Girls just want to have fun di Cyndi Lauper nella esilarante sequenza dell'addio al nubilato.
Sicuramente una delle più divertenti dell'insieme, che, oltre a porre il pezzo del titolo come commento musicale ad una vera e propria guerra eseguita con lancio di pomodori, "porta al mercato" Don't you want me degli Human league e regala un tramonto in riva al mare con Eternal flame delle Bangles rieseguita dalla Arterton.
Anche se è una versione riveduta di It must have been love dei Roxette a rappresentare il momento più romantico di un racconto in note su celluloide il cui esile plot, dal finale decisamente prevedibile (ma in prodotti del genere è lecito aspettarselo), non vuole essere altro che il pretesto per poter rispolverare i motivi orecchiabili di George Michael e degli artisti a lui contemporanei.
E, se vi state chiedendo per quale motivo, a dispetto della colonna sonora, l'ambientazione del film sia contemporanea, vi risponde il già citato Richardson: "La musica, naturalmente, era un altro fattore molto importante. Una delle cose di cui abbiamo parlato è stato il fatto che la musica degli anni Ottanta viene suonata ovunque, a qualunque evento; i giovani che non erano ancora nati in quel periodo ascoltano e conoscono quelle canzoni. Hanno tutte un sound adatto alle feste".

Walking on sunshine Con al timone di regia i Max e Dania che hanno firmato Streetdance 3D (2010) e Streetdance 2 (2012), un musical ambientato in tempi moderni ma accompagnato da riletture di pezzi risalenti agli anni Ottanta. Quindi, se siete nostalgici del periodo d’oro dei Duran Duran o di Cyndi Lauper, quasi un’ora e quaranta di visione che, con uno dei migliori momenti annoverabile nel balletto sulle note di The power of love, non può fare a meno di spingervi a cantare e battere il tempo mentre siete seduti in sala... ma, in fin dei conti, a partire dal fatto che il tutto si svolge durante i preparativi per una festa nuziale con sfondo balneare, non ci troviamo altro che dinanzi ad una variante meno costosa di Mamma mia! (2008), senza le canzoni degli ABBA e con la Puglia al posto della Grecia.

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