Volo 7500, la recensione dell'horror di Takashi Shimizu

Un volo partito da Los Angeles con destinazione Tokyo è vittima di burrascose turbolenze che aumentano d'intensità dopo la morte di un passeggero.

Volo 7500, la recensione dell'horror di Takashi Shimizu
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Il Volo 7500 è in partenza da Los Angeles con destinazione Tokyo. Tra i passeggeri vi sono due giovani sposi in luna di miele, una ragazza goth, una coppia che sta provando a rinsaldare la propria unione (reduce da due aborti della donna), uno sfacciato ladruncolo, una giovane giapponese in procinto di raggiungere il fidanzato (e probabilmente incinta) e un uomo d'affari portante con se una misteriosa valigetta. Proprio quest'ultimo, in seguito a una violenta turbolenza che colpisce il velivolo scatenando il panico tra passeggeri ed equipaggio, è vittima di violenti spasmi e muore poco dopo per attacco respiratorio.
La prassi, in caso di mancato contagio, prevede di concludere il tragitto e così l'aereo continua il suo viaggio verso il Sol Levante, ma un'altra violenta turbolenza richiede l'utilizzo delle maschere di ossigeno. Sarà solo l'inizio di una serie di strani eventi che sembrano essere collegati proprio al precedente decesso.

Terrore a bordo

Takashi Shimizu, regista nipponico noto per aver dato alla luce un seminale j-horror quale Ju-on - Rancore (2002) e averne firmato anche il più debole remake hollywoodiano The Grudge (2004), torna a lavorare in terra americana diversi anni dopo il suo ultimo lavoro a stelle e strisce (guarda caso proprio The Grudge 2 del 2006) firmando un thriller paranormale ambientato a bordo di un aereo.
Volo 7500 cerca di sfruttare la limitata ambientazione ponendo sguardi proprio al filone tipico del Sol Levante, con un paio di jump-scare discretamente efficaci e un colpo di scena finale pregno di quel senso di amarezza e ineluttabilità tipicamente orientali, innescando già nei primi minuti un MacGuffin che si rifà proprio al relativo folklore nel mistero inerente la valigetta del deceduto.
Gli ottanta minuti di visione tentano di scansare il "pericolo monotonia" con le marcate caratterizzazioni dei numerosi personaggi in gioco, anche se a tratti alcuni risvolti sembrano solo gratuiti espedienti atti a portare la durata del racconto al minimo sindacale del lungometraggio, tra relazioni di coppia in crisi o amanti non corrisposti, in una formula che ben presto risente di una certa mancanza di idee.
Il cineasta è molto più a suo agio nella gestione tensiva e il costante senso di inquietudine che ben presto pervade la visione è il vero punto di forza di un'operazione senza dubbio migliorabile ma che, grazie anche all'eterogeneo cast (tra i nomi di spicco le belle Amy Smart e Jamie Chung), porta a casa una pur risicata sufficienza senza troppi patemi.

Volo 7500 Produzione di genere ambientata a bordo di un aereo, Volo 7500 vede il cineasta nipponico Takashi Shimizu, autore della saga di culto di Ju-on/The Grudge, alle prese con gli stilemi tipici del j-horror qui coniugati in una chiave più intimista. Una manciata di spaventi e il bel colpo di scena finale risollevano parzialmente la monotonia di un racconto che rischia di perdersi in inutili lungaggini riguardanti i numerosi personaggi in scena, interpretati da un cast eterogeneo, rendendo gli ottanta minuti di visione relativamente godibili.

6

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