Recensione Venerdì 13

Sex, Droga e Massacri a Crystal Lake.

Recensione Venerdì 13
Articolo a cura di

Il ritorno di un vecchio amico

I massacri di Crystal Lake hanno avuto inizio nel 1980. L'origine della foga omicida la conoscono tutti - chi no, farebbe meglio a recuperare il primo film della serie diretto da Sean S. Cunningham, perché Nispel mette da subito il piede sull'acceleratore spingendo il pedale fino in fondo.
Svelata brevemente la genesi del personaggio durante i crediti iniziali, l'incipit introduttivo prima che il titolo faccia da epitaffio alla storia, è forse il momento più alto raggiunto dal film: eccezionale padronanza del ritmo, foga negli assassini e una rabbia inaudita per un personaggio che ricorda la versione violenta di John Merrick. La storia - un (parzialmente) fedele collage dei primi 3 capitoli - vede il giovane Clay (Jared Padalecki) alla ricerca della sorella scomparsa da svariati mesi. Dato che la polizia non sembra interessata a ritrattare il caso, giunge nel misterioso bosco di Crystal Lake solo, accompagnato esclusivamente dalla volontà di far luce sulla questione. Ad accoglierlo nei pressi del luogo della scomparsa, abitanti scontrosi, vecchie capanne in rovina che giacciono dietro gli alberi coperti di muschio e un gruppo di giovani ed esaltati ragazzi in preda all'ardore giovanile. Chiusi in un appartamento adibito a festa, una delle invitate, Jenna (Danielle Panabaker), seguirà Clay nelle sue ricerche lasciandosi il gruppo alle spalle.
Non potevano certo immaginare che ad attenderli, alla fine di questo oscuro e terrificante viaggio, ci potesse essere uno dei peggiori serial killer americani che la storia (cinematografica) ricordi: Jason Voorhees. Da quel momento in poi, la sfida sarà sopravvivere...

KI-KI-MA-MA

Chi è vissuto negli anni 80 ricorderà il motivetto “ki-ki-ma-ma” - distorsione della frase "Kill her mommy" ("Uccidila mamma") - sottofondo inquietante che accompagnava i lunghi movimenti di camera prima di un improvviso omicidio. Un omaggio che i vecchi fan apprezzeranno in questo dodicesimo capitolo della serie, insieme a tante altre citazioni disseminate un po' dappertutto. Come prevedibile, Venerdì 13 è un remake ablativo, che toglie tutto ciò che di anti-moderno conteneva il capostipite, con l'intento di rilanciare una saga apparentemente esauritasi con lo spin-off Freddy vs Jason. Sono presenti molti marchi di fabbrica: violenza a profusione, la maschera da hockey, il machete e l'ambientazione tetra e allarmante. Pur rimodernato, Jason rimane comunque coerente al suo passato e, ciò nondimeno, non si cela dietro chissà quale imprinting da cinema indipendente per nascondere la sua vena commerciale.
E' comunque un sollievo non notare particolari fantascientifici alla Jason X - Morte violenta né esagerazioni pacchiane controproducenti. Grazie alla fotografia di Daniel Pearl il look generale del film acquista in personalità, con toni scuri e ambigui, portando lo spettatore a mantenere un costante stato di allerta. La narrazione, pur maneggiando l'inverosimile, accusa saltuariamente segni di cedimento e sa intrattenere, anche grazie a spaventosi effetti sonori e una padronanza dei tempi degna di lode. Infastidisce semmai l'assenza di innovazione, anche nella staticità dello storyline, talmente prevedibile da sembrare una scelta precisa - non è una novità nello slasher uno svolgimento scorrevole e tradizionale.

Tanti saluti alla mamma

Lanciato da Michael Bay - qui in veste di produttore assieme a Sean S. Cunningham - il taglio registico di Marcus Nispel è solido e robusto, in particolare nelle uccisioni: riesce quasi sempre a trovare l'inquadratura d'effetto, apportando una certa dose di varietà e divertimento. Questo produce una forte adrenalina, decisamente insolita per la serie.
La particolarità che ha reso famoso il personaggio in tutto il mondo, oltre all'evidente presenza scenica, è forse il suo stato psicologico, tra i più comuni: l'ossessione. Simile ad uno spauracchio dotato di forza e ferocia, Jason viene presentato in un primo momento cacciatore veloce e incontrollabile, la cui vita è legata alla difesa del territorio e in seguito al raggiungimento di una pace circostanziata. Avverso ai rapporti sessuali, all'alcool e al fumo, affetta e infierisce sulle sue vittima con una foga direttamente proporzionale ai loro vizi. C'è dunque un sentito ritorno alla leggerezza: i ragazzi si divertono sul serio, com'è naturale alla loro età. La classica frase “Sesso, droga e rock & roll” si traduce in scene di nudo esplicite, esagerazioni di svariata natura che portano alla deriva tutti i personaggi - interpretati da giovani e bravi attori provenienti dalla tevevisione. Jared Padalecki dal 2000 al 2005 ha interpretato Dean Forrester in Una mamma per amica, ma è con Supernatural che si impone all'attenzione dei critici e, soprattutti, dei teenager. Danielle Panabaker fa invece capolino in telefilm come Malcolm, CSI: Scena del crimine e Summerland prima di approdare al cinema nel 2006 con Shark.
Tutto sommato Venerdì 13 riesce laddove molti altri revival hanno fallito: nel raggiungere e coinvolgere il nuovo pubblico; per raggiungere tale scopo ha tuttavia abbandonato chi, con l'horror, ci ha convissuto per diversi anni.

Venerdì 13 In questi casi si rende necessaria una divisione per categorie: è molto semplice infatti consigliare l'ultimo film di Marcus Nispel agli appassionati del genere ai quali è piaciuto Non aprite quella porta (2003). Gli adolescenti potranno ritrovarsi nei modelli dei protagonisti, godere di un'atmosfera da brivido e fissare il sangue scorrere a fiumi. Meno interessante risulterà a chi cerca uno stimolo, oltre che visivo-contestuale, psicologico. Perché in quel terreno Nispel - e lo ha già confermato in passato - non ha mai messo piede.

6.5

Che voto dai a: Venerdì 13

Media Voto Utenti
Voti: 41
6.8
nd