Recensione Vendicami

Un'altra storia di vendetta e onore per Johnnie To

Recensione Vendicami
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Insieme a Takashi Miike, Johnnie To può essere tranquillamente definito l'autore più prolifico del cinema orientale che riesce a mantenere una qualità costante delle sue pellicole. Dopo l'uscita suicida di Exiled nelle sale (ma c'è gente che giura non si sia mai visto in nessun cinema del Belpaese) la scorsa estate, c'è da augurare una maggior fortuna a Vendicami (Vengeance), ultimo lavoro dell'adrenalinico regista di Hong Kong. Un autore che ha sempre fatto delle storie e dei valori di lealtà e coraggio insiti anche negli ambienti più crudeli come quelli della Yakuza e delle Triadi il suo punto di forza. Erede designato di John Woo, ha saputo trasportare il cinema hard-boiled nel nuovo millennio, con una carica visionaria e di straordinaria potenza visiva. Vendicami ha la fortuna di essere un prodotto più esportabile, anche perchè a differenza dei suoi altri lavori, è stato girato quasi completamente nella lingua di Albione, e di vedere come protagonista una star (anche della musica), forse un pò decadente ma da dal sempre gran fascino come Johnny Hallyday, primo eroe privo di occhi a mandorla della sua cinematografia. Le carte in regola per regalare un'ennesimo action movie degno di nota ci sono tutte, anche se il film presentato a Cannes? ha suscitato reazioni contrastanti nella critica. Vediamo dunque se il marchio del buon Johnnie è rimasto intatto o ha sentito in parte un'eccessiva "occidentalizzazione".

Vendetta

Costello (Johnny Halliday) si reca a Macao in seguito all'omicidio del genero (originario del luogo) e dei nipotini, e va a trovare la figlia ferita gravemente in ospedale. Questa chiede al padre di vendicare lei e la sua famiglia, ma gli indizi sono pochi. E' cosi che l'uomo (che si dichiara chef, ma sa usare fin troppo bene la pistola) assolda Kwai (Anthony Wong), Chu (Ka Tung Lam) e Fat Look (Suet Lam) tre abili sicari affinchè l'aiutino nella difficile missione. L'inedito poker di uomini si mette così sulle tracce degli assassini, anch'essi killer specializzati, ma scopre che il mandante è qualcuno che conoscono bene. Ora i tre nuovi compagni di Costello dovranno decidere se restare leali all'uomo andando contro i propri interessi e a discapito della loro vita.

Uno per tutti, tutti per uno

Chi è abituato al cinema di To potrebbe almeno inizialmente rimanere spiazzato. Vengeance è un film formalmente perfetto che ha, paradossalmente, la maggiore pecca nella scelta del protagonista. Hallyday si rivela poco adatto allo stile del regista, e la sua interpretazione, seppur volutamente monocorde, non si farà certo ricordare. Il personaggio ha indubbiamente dei punti di fascino, soprattutto per ciò che concerne il suo passato, ma la caratterizzazione è appena abbozzata e impedisce di affezionarsi realmente al suo cammino di vendetta. Ed è così, operazione probabilmente pensata a tavolino, che il vero fulcro centrale della storia diventa il gruppo di sicari intento ad aiutarlo, che vanta le grandi performance di attori feticcio del regista quali Anthony Wong, Lam Suet e Ka Tung Lam (senza dimenticare il diabolico boss Simon Yam). Il rapporto di lealtà e fratellanza, di onore che permea le loro vite è l'essenza più pura della filmografia dell'autore, e addirittura certe scene ricordano per impostazione quanto già visto nell'immenso Exiled. E poco importa che a un certo punto le loro strade si dividano per il beffardo destino da quella di Costello, rimangono loro i cavalieri eroici e dannati che danno anima e corpo alla storia. La parte finale, orfana di questi combattenti, è alquanto statica e prevedibile, ma d'altronde non si potevano pretendere acrobazie e sparatorie coreografiche da un "vecchietto di ferro" (nel senso buono del termine) come Hallyday, che ha da poco superato le sessantasei primavere, e l'uso delle controfigure avrebbe avuto ben poco senso per l'età comunque avanzata del protagonista. Lo stesso epilogo, per quanto abbia intenti catartici, non convince del tutto e una conclusione più tragica (a cui To ci ha ben abituati) e meno classica degli eventi avrebbe forse migliorato le cose. Tralasciando dunque questi dettagli, comunque non da poco per un regista che ha sempre narrato grandi storie ricche di pathos dall'inizio ai titoli di coda, la pellicola rimane comunque un solido action movie, ben superiore alla media di prodotti analoghi provenienti dalla terra di Zio Sam. Alcune scene madri hanno insita una potenza evocativa di altissimo livello, con quell'arcana poesia di sangue e proiettili che ammalia e avvince per la sua genialità e che servirebbe a molti presunti autori hollywoodiani. L'avvenente violenza in questione è baciata da una fotografia di altissimo livello, che regala una delle sparatorie notturne più belle che la storia del Cinema ricordi, e che si diletta alla grande nei rallenty e nei roboanti cambi di sequenza, soffermandosi sui volti e rendendo un semplice silenzio fautore di qualsiasi pericolo. Anche grazie a questo la tensione è sempre costante, e non lascia un attimo di tregua nelle parti puramente action, dove l'inventiva dell'autore si dimostra in gran forma. Non mancano nemmeno una coinvolgente colonna sonora (ennesimo classico della filmografia Toiana), atta a sottolineari i passaggi pregni di quell'eroismo difficile da dimenticare. Vendicami ha il solo demerito di essere inferiore all'alto standard cui il nuovo maestro dell'hard-boiled ha ormai abituato, ma è comunque un teso e solido action movie, nuova interessante divagazione sul tema quanto mai abusato della vendetta.

Vendicami La vendetta di Johnnie To non colpisce nel segno come dovrebbe, rivelandosi un ottimo prodotto di genere ma inferiori ad altri capisaldi firmati in passato dallo stesso regista. Chi è ormai insaziabile onnivoro del suo Cinema ne rimarrà forse un pò deluso, anche se comunque non potrà evitarne la visione, per tutti gli altri il consiglio è di recuperare due classici come A hero never dies ed Exiled, recensito su queste stesse pagine.

7

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