Recensione Vaghe stelle dell'Orsa

Claudia Cardinale e Jean Sorel in un dramma tragico diretto magnificamente da Luchino Visconti

Recensione Vaghe stelle dell'Orsa
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Sandra Luzzatti, che lavorava all'estero come traduttrice, torna, insieme al neo-marito Andrew, a Volterra, sua città natale, dove è ancora in possesso di un'immensa villa. Il suo ritorno ha anche l'intento di commemorare il padre, morto in un campo di concentramento, e al quale sarà intitolato un parco, donato dalla stessa famiglia Luzzatti al Comune. Nella sua vecchia casa Sandra ritrova dopo molti anni suo fratello Gianni, con il quale sin dall'adolescenza aveva instaurato un rapporto morboso, relazione che condusse alla pazzia la loro madre e che attirò l'attenzione del loro nuovo patrigno, Antonio Gilardini, pronto ora a mettere i due giovani dinanzi al loro turbolento passato. In tutto questo Andrew, catapultato in una realtà estranea, cercherà di vederci più chiaro nella reale relazione che lega ancor oggi sorella e fratello.A solo due anni dal successo, di critica e di pubblico, dell'adattamento de Il gattopardo, tratto dal capolavoro letterario di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Luchino Visconti torna al cinema con un'altra opera che, anche se solo nel titolo, ha nuovamente qualcosa in comune con un grande della nostra Poesia in questo caso, Giacomo Leopardi. Vaghe stelle dell'Orsa è infatti l'incipit di Le ricordanze, uno dei Canti del poeta di Recanati. Visto l'ottima resa che aveva avuto nel film precedente, il sogno del regista milanese era quello di riformare la coppia Claudia Cardinale - Alain Delon ma, in seguito alla rinuncia di quest'ultimo, per interpretare il ruolo di Gianni venne scelto il connazionale Jean Sorel (Bella di giorno, Il giorno dello sciacallo), molto somigliante al più famoso collega.

Stelle cadenti

Vincitore, a dispetto di molte critiche, del Leone d'Oro nel 1965, Vaghe stelle dell'Orsa è un dramma intenso e opprimente, che si caratterizza sin da subito per le sue atmosfere torbide rese amplificate dalla scelta dell'ambientazione, un'ampia villa antica che sembra nascondere molti segreti all'interno delle sue mura. Segreti del passato, ma anche di un presente che sembra non voler dimenticare, soprattutto nella figura di Gianni, mai veramente distaccatosi dalle passioni della sua difficile adolescenza e pronto a tutto pur di esser nuovamente amato dalla sorella. Un tema difficile come quello di un rapporto incestuoso che Visconti riesce comunque a tratteggiare, pur nella sua ossessiva compulsione, con una cura minuziosa e approfondita delle psicologie dei suoi protagonisti, interpretati magnificamente soprattutto da Sorel e da una torrida e sensuale Cardinale, affidando il ruolo del marito offeso, apparentemente più semplice ma non meno impegnativo, a un comunque bravo Michael Craig. La narrazione procede in crescendo, fino al tragico finale che colpisce per impatto emotivo e lascia infine un retrogusto amaro e sofferto. Liricamente delicato nella sua scabrosità, Vaghe stelle dell'Orsa è un'atipico e combattutto ritratto di una famiglia allo sbando (basti citare la stessa pazzia della madre, che appare per pochi minuti) che conferma ancora una volta l'eleganza visiva e registica di un maestro come Visconti.

Vaghe stelle dell'Orsa Claudia Cardinale e Jean Sorel fratelli-amanti in questo dramma a tinte forti diretto da un Visconti al suo meglio, e per il quale il regista vinse meritatamente il Leone d'Oro. Lirico e tragico, un racconto dalle tematiche aspre e scabrose capace di coinvolgere grazie all'intensità della narrazione e alla bravura dei suoi interpreti, che il Festival di Venezia riporta, giustamente, agli onori delle cronache nella sezione Venezia Classici - Restauri.

8

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