Recensione Uno contro l'altro praticamente amici

Recensione del dvd della commedia interpretata da Renato Pozzetto e Tomas Milian

Recensione Uno contro l'altro praticamente amici
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Tutti gli amanti del nostro indimenticabile cinema bis che fu non possono certo rimanere impassibili dinanzi al notevole lavoro di riscoperta che 01 distribution sta effettuando nei suoi confronti. Basterebbe infatti citare l'apprezzabilissima scelta di stampare su dvd i molti titoli provenienti dalla ricca library Titanus, diversi dei quali fino ad oggi inediti in home video. Come pure questo Uno contro l'altro praticamente amici (1980), interpretato dal mitico Tomas Milian tra Delitto a Porta romana (1980) e Delitto al ristorante cinese (1981).
Ed è lo stesso Bruno Corbucci che ci ha regalato la saga comico-poliziesca del Maresciallo Giraldi a firmare questo lungometraggio in cui l'attore di origini cubane - con immancabile voce del compianto Ferruccio Amendola - veste i panni dell'ennesimo ladruncolo romano caratterizzato da barba incolta e capelli lunghi: Quinto Cecioni, soprannominato "Monnezza" proprio come il Sergio Marazzi incarnato ne Il trucido e lo sbirro (1976), La banda del trucido (1977) e La banda del gobbo (1978).
La novità, però, risiede nel fatto che al suo fianco troviamo questa volta Renato Pozzetto, il quale, reduce dal set di Tesoro mio (1979) di Giulio Paradisi, concede anima e corpo a Franco Colombo, piccolo industriale di Varese che, fresco della morte dello zio imprenditore della carne in scatola, approda nella città capitolina fornito di valigia contenente cento milioni: somma utile per "persuadere" un sottosegretario a concedergli una licenza d'esportazione del prodotto.

Il dvd

A partire dai primissimi minuti di visione, quindi, è il contrasto comico efficacemente generato dall'incontro-scontro tra i due - appartenenti a classi sociali del tutto diverse - a fornire l'elemento di base su cui viene costruita l'ora e mezza circa di pellicola, dominata da un lato dalla consueta, rozza romanità sfoggiata da Milian, dall'altro dalle surreali "uscite" di un Pozzetto nel pieno del successo.
Ma, se non possiamo fare a meno d'individuare uno dei momenti più divertenti del film nella sequenza in cui i due si ritrovano a cena nella trattoria Er buiaccaro, affiancati da volti noti del genere quali Sergio Di Pinto, Mimmo Poli e l'immancabile Bombolo, non dobbiamo dimenticare né la presenza del veterano Riccardo Billi - impegnato nello stesso periodo anche sui set di un paio di Pierino con Alvaro Vitali - e Annamaria Rizzoli, allora starlette delle commedie sexy, né le apparizioni di caratteristi del calibro di Sal(vatore) Baccaro ed Ennio Antonelli (futuro Spartaco Sacchi del telefilm I ragazzi della 3ª C).
E Corbucci, il quale, come di consueto, non dimentica d'infarcire il tutto con un attacco a quelli che possiamo definire i veri, grossi ladri di denaro, residenti in posti più lussuosi e apparentemente più puliti delle borgate di Roma, sembra questa volta abbondare in citazionismo.
Infatti, mentre la colonna sonora per mano degli infallibili Guido e Maurizio De Angelis, al di là del tema principale, tende a riciclare pezzi composti dagli stessi per film come I 2 superpiedi quasi piatti (1977) e Squadra antifurto (1976), Quinto arriva perfino ad affermare di essere stato arrestato dal succitato maresciallo Giraldi.
Peccato soltanto che il disco in questione, nel quale non vi è ombra di contenuti speciali, sia penalizzato da una qualità video dalla saturazione discutibile e non priva di graffi e spuntinature.

Uno contro l'altro praticamente amici Difficilmente reperibile in vhs, stampato a suo tempo da Domovideo, Manzotti Home Video e BMG Video, L’uno contro l’altro praticamente amici - che vede protagonista l’inedita ma azzeccata coppia formata da Renato Pozzetto e Tomas Milian - rivive su supporto digitale grazie alla 01 distribution, la quale ha recuperato dalla ricchissima library Titanus anche altri titoli interpretati dal “trucido” più famoso dello schermo. Rimane però da apprezzare solo il lodevole tentativo di riportare alla luce pellicole pressoché invisibili, in quanto, almeno in questo caso, il master, seppur guardabile, non presenta alcun segno di restauro.

6

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