Recensione Underworld

Riscopriamo insieme la lotta millenaria tra Vampiri e Lycan nell'action fantasy, primo di una quadrilogia, di Len Wiseman, con protagonista una bellissima Kate Beckinsale negli algidi panni della letale Selene.

Recensione Underworld
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Il film andrà in onda stasera, venerdì 8 maggio, alle 21.10 su MTV.Ormai l'eterna lotta tra vampiri e licantropi è stata monopolizzata dal successo di Twilight e dalle varie serie televisive dedicate ad un pubblico di teenager in calore. Nonostante alcune rare e sottostimate produzioni indipendenti quindi il mito atavico di queste due figure classiche dell'iconografia horror / gotica è stato sminuito oltre-misura. Nei primi anni del nuovo millennio però vi era ancora una sorta di rispetto per questi miti fantasy anche dal cinema hollywoodiano, come ha dimostrato il buon successo di Underworld, blockbuster a tema realizzato nel 2003 dallo scenografo Len Wiseman, al suo esordio dietro la macchina da presa. Un set fortunato per il novello regista, che proprio durante le riprese iniziò la relazione con la protagonista, la futura moglie Kate Beckinsale; lo stesso non si potè dire per Michael Sheen, interprete del capo dei Lycan ai tempi sposato proprio con l'attrice. Il buon riscontro ai botteghini dell'operazione fu tale da giustificare un sequel, uscito tre anni dopo e un prequel distribuito nel 2009, dando vita così alla trilogia originariamente pensata da Wiseman.

Guerra eterna

Da oltre mille anni infuria la guerra (segreta agli occhi degli umani) tra i Vampiri e i Lycan. Selene, una bella succhiasangue, fa parte di un team addestrato nel dare la caccia ed uccidere tutti i licantropi rimasti. Durante la sua ultima missione Selene scopre il nascondiglio segreto dei mannari, trovando inoltre un collegamento tra i suoi mortali nemici e il giovane medico Michael Corvin; quest'ultimo infatti è "ricercato" dal capo dei Lycan, Lucian, da anni sulle tracce di un profilo genetico che possa mutare per sempre le sorti del conflitto. E mentre Kraven, il vampiro reggente, sembra cospirare proprio con gli eterni rivali, la bella Selene finirà per innamorarsi di Michael, dando il via ad una serie di eventi che potrebbe segnare indelebilmente il destino di entrambe le razze.

I signori della notte

Giacconi di pelle, sexy tutine in latex, spettacolari salti in caduta libera da grattacieli, sparatorie coreografiche e combattimenti "esagerati": non c'è dubbio che le atmosfere di Matrix abbiano ben più che influenzato le atmosfere visive e la componente action dell'esordio di Len Wiseman. Ma Underworld non è semplicemente un film derivativo, in quanto riesce con una certa scaltrezza a reggersi sulle proprie gambe. Se la sceneggiatura si rivela a dire il vero un po' troppo ballerina, con alcuni risvolti improbabili (come nella love-story fulminante tra Selene e Michael), il racconto di fondo non è privo di fascino e, grazie anche alle suggestive sequenze narrate nei flashback, la vicenda si pregna di toni ambigui, con personaggi ottimamente caratterizzati e un discreto numero di colpi di scena. Grazie alla sua esperienza di scenografo il regista riesce a ricreare ambientazioni suggestive, alle quali la cronologia costantemente notturna infonde un fascino gothic / dark che dal punto di vista visivo segna un punto di forza della produzione. Con una buona gestione degli effetti speciali (pur realizzate in digitale, le trasformazioni in lupo mannaro non si fanno disprezzare) e un ritmo sagacemente equilibrato, le due ore di visione scorrono con una certa piacevolezza, potendo inoltre contare su un cast ben affiatato. Esclusa infatti l'anonima performance di Scott Speedman, la bellezza glaciale della Beckinsale e la bravura di Michael Sheen e Bill Nighy bastano e avanzano a cancellare alcune sbavature narrative.

Underworld Con un occhio a Matrix e l'altro agli allora moderni blockbuster d'azione, Len Wiseman esordisce nel 2003 col primo capitolo della saga di Underworld, interpretato dalla sua, splendida, futura moglie Kate Beckinsale. Pur non privo di deficienze narrative il film guarda con un certo rispetto alle due icone dell'horrror, proponendo una storia un po' forzata ma non priva di interesse e sorretta visivamente da ambientazioni affascinanti e più che discreti effetti speciali.

7

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