Unbreakable, la recensione: prima di Split e Glass, dove tutto ebbe inizio

Unico sopravvissuto di un incidente ferroviario, David Dunn si trova a scoprire incredibili verità su se stesso e una nuova consapevolezza.

Unbreakable, la recensione: prima di Split e Glass, dove tutto ebbe inizio
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David Dunn si trova su un treno diretto a New York, dove spera di ottenere un nuovo impiego. L'uomo lavora come addetto alla sicurezza dello stadio di Philadelphia e si trova alle prese con una difficile situazione familiare, in profonda crisi con la moglie Audrey e il possibile trasferimento che ha destabilizzato anche il rapporto col piccolo figlio Joseph.
In Unbreakable - Il predestinato, la sua vita è destinata a cambiare per sempre quando il convoglio sul quale sta viaggiando è vittima di un deragliamento: David si risveglia in un letto d'ospedale e scopre di essere l'unico sopravvissuto dei 132 passeggeri a bordo del mezzo e di non aver riportato nessuna ferita o frattura. Un vero e proprio miracolo che gli attira le attenzioni mediatiche e che porta il suo nome sulla scrivania del collezionista di fumetti Elijah Price, un uomo affetto fin dalla nascita da una gravissima forma di osteogenesi imperfetta, una malattia genetica che porta a un'estrema fragilità delle ossa.
Secondo Elijah esiste infatti un collegamento tra lui e David e, con il passare dei giorni, il sopravvissuto comincia a scavare nel proprio passato alla ricerca di un minimo segno di debolezza o malattia, scoprendo al contempo nuove peculiarità del suo corpo dal carattere sovrumano. Sarà solo l'inizio di un percorso di consapevolezza che condurrà i due uomini verso strade inaspettate.

Il sesto senso

Sono trascorse quasi due decadi dall'uscita nelle sale di Unbreakable - Il predestinato, il cult firmato all'alba del nuovo millennio da M. Night Shyamalan è però tornato alla ribalta negli ultimi tempi grazie ai recenti Split (2016) e il freschissimo Glass (2019), nelle sale italiane dal 17 gennaio, che si ricollegano apertamente al capostipite con protagonisti Bruce Willis e Samuel L. Jackson. La quarta prova dietro la macchina da presa del regista di origini indiane, allora reduce dal clamoroso successo di critica e di pubblico di The Sixth Sense - Il sesto senso (1999), è considerato ancor oggi uno dei migliori film sui supereroi mai realizzato, per quanto l'approccio intimo e slegato da fonti fumettistiche realmente esistenti ne faccia una sorta di scheggia impazzita all'interno del sempre più affollato panorama a tema.
Questo perché ci troviamo davanti a un'opera atta a demitizzare le coordinate base del genere, con al centro della vicenda il classico uomo qualunque alle prese con un percorso di scoperta dei propri poteri che assume significati metaforici non solo per ciò che concerne la vita privata del Nostro, ma anche come chiave di lettura universale sulla necessità di scoprire il proprio posto del mondo a costo di sacrifici da pagare.

La quiete prima della tempesta

Shyamalan struttura la raffinata narrazione, su una sceneggiatura da lui stesso partorita, come una sorta di moderno thriller hitcockiano, dando vita a un'atmosfera sospesa che sin dai primi minuti preferisce il nascondere al mostrare, l'essenziale al gratuito, come già reso emblematico dalla recitazione trattenuta, e spesso sussurrata, con il quale il cast si applica a gestire la maggior parte dei dialoghi. Un'influenza minimalista da rintracciare anche nell'apparente, sommessa, ritmica degli eventi chiave, che si susseguono con naturalezza andando a plasmare il complesso quadro generale, tra flashback e momenti rivelatori che conducono infine al colpo di scena dell'epilogo, questo sì il punto parzialmente debole e troppo affrettato di un'operazione altrimenti scandita al millimetro sotto ogni punto di vista.
Unbreakable - Il predestinato (disponibile su Netflix) fa suo un inquieto senso di attesa per ciò che verrà, e in questo già dal prologo si mette a nudo: l'incidente ferroviario che darà il via al tutto, la cui messa in scena è affidata ai resoconti di un telegiornale e lasciata saggiamente fuori campo, è infatti preceduto da una suspense sottile ma pulsante che, oltre a permetterci di scoprire parte del background del protagonista, ingaggia un tira e molla con il pubblico al passaggio della carrozza nelle gallerie ferroviarie. Una cura per i dettagli, visivi e sonori, che caratterizzerà tutti i restanti cento minuti di visione, a cominciare dal vetro, materiale presente in diversi contesti e in molte delle scene in cui compare il personaggio, nemesi catartica, di Elijah, soprannominato non a caso Mr. Glass per via della sua innaturale fragilità.

Predestination

E ancora: le inquadrature che ruotano, vorticano e capovolgono in una sorta di estetica fumettistica qui applicata all'impianto cinematografico con ostentata sicurezza, cavalcando su scene madri sempre dedite a un'aspirata sottrazione i momenti più emotivamente intensi della storia. Dal sollevamento pesi di David, che lo mette in beffarda crisi col figlio in età scolare, alla situazione di stallo con tanto di pistola sul tavolo della cucina, dalla rovinosa e dolorosissima caduta nelle scale della metro del complementare e non voluto mentore fino alla piena consapevolezza delle proprie capacità, Unbreakable - Il predestinato procede per gradi senza ricercare uno spettacolo facile - preferendo gestire i suoi tempi con equilibrio, tanto che quando l'azione ha modo di scatenarsi, la liberazione assume un tono epico e dark al contempo.
Un tono ulteriormente impreziosito dall'avvolgente colonna sonora di James Newton Howard e reso ancor più efficace dalla particolare missione di giustiziere che il protagonista intraprende, tra cadute e risalite che vanno a riguardarlo non solo nelle sue nuove, e inediti, vesti ma anche in quelle di padre/marito.
A rendere ancora più umanamente empatica una vicenda che dirotta sul cinema mystery-fantastico la sua tesi di partenza, ci pensa il rapporto antitetico e ugualmente affine tra le due figure totalizzanti di Bruce Willis e Samuel L. Jackson, qui amari volti, che si rintracciano - osservano - respingono, di una statua bifronte dalle impensate sfumature.

Unbreakable - Il predestinato Un apologo morale, chiave di lettura sommessa e anti-spettacolare del ruolo del supereroe, qui non concepito come ludica macchina d'intrattenimento al servizio di un contesto fantastico ma bensì quale incarnazione di un archetipo che la società ha sempre richiesto nei momenti di maggior bisogno, anche e soprattutto a sua insaputa. Unbreakable - Il predestinato conferma il talento unico ed eclettico, spesso incompreso, di M. Night Shyamalan che, a distanza di un anno dall'exploit di The Sixth Sense - Il senso senso (1999), opera una raffinata rimasticatura del genere in un impianto mystery che accompagna gran parte della visione, con la scoperta dei poteri da parte del protagonista e lo scavo nel proprio passato rimosso al fine di trovare una nuova consapevolezza di se stesso, non solo per ciò che concerne il proprio corpo ma soprattutto la propria vita privata. Nel dualismo, attraente e respingente al contempo, tra i personaggi di Bruce Willis e Samuel L. Jackson si compie perciò una lucida analisi della mente umana, qui mostrata ai suoi due estremi, fisici e morali, con lo spettacolo che agisce da terzo incomodo. Solo quando ha modo di elevarsi e risorgere dal proprio torpore, dopo un'attesa mistica e avvolgente, offre una liberazione che sfrutta gli istinti di genere con accattivante consapevolezza del proprio messaggio di partenza.

8

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