Un weekend da bamboccioni, recensione del film con Adam Sandler

Quanto si ride nell'ultimo film di Adam Sandler? Forse meno di quanto ci si aspetterebbe: la recensione di Un weekend da bamboccioni.

Un weekend da bamboccioni, recensione del film con Adam Sandler
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Diventare adulti non vuol dire necessariamente raggiungere la maturità, si sa, neppure se si ha un buon lavoro e ci si è costruiti una famiglia. Le cronache giornalistiche riportano sempre più storie, quasi surreali, di genitori più “infantili” dei propri stessi figli, per un motivo o per l'altro. Eterni Peter Pan sempre in cerca di quel 'qualcosa' che è sfuggito loro da bambini. Mentre nella vita reale si tende quasi a disprezzare un tale atteggiamento, al cinema non si può far altro che empatizzare con simili figure, tramite la magia della celluloide che ci rende, forse, tutti un po' più piccoli. Un personaggio svagato e non al passo coi suoi tempi è spesso fonte di grandi caratterizzazioni e per questo irresistibile: devono averlo pensato anche Adam Sandler e Dennis Dugan, autori de Un weekend da bamboccioni (in originale Grown ups, “adulti”, termine usato con tono chiaramente sarcastico). L'idea è di unire un cast di grandi caratteristi e far ruotare la storia attorno alle loro bizzarre, ma in fondo non troppo improbabili, vicende familiari, allo scopo di far ridere il vasto pubblico delle famiglie inserendo qua e là spunti di riflessione su temi immarcescibili come amicizia, responsabilità e famiglia: ma il risultato sarà pari alle aspettative?

Cinque amici, un week-end, tante avventure...

Nel 1978, la vincita di un torneo interscolastico di pallacanestro segna indelebilmente i ricordi di un gruppo di ragazzini che, oramai adulti, si ritrovano dopo tanti anni per commemorare il loro allenatore, recentemente scomparso. E' un'occasione per rinsaldare le amicizie, corrose dal tempo e dagli impegni quotidiani, e fare i conti col proprio passato ed il proprio presente, che per tutti presenta delle piccole asperità. Lenny (Adam Sandler), ad esempio, è un affermato manager hollywoodiano sposato con la bella stilista Roxanne (Salma Hayek), ma a dispetto del successo sente mancargli qualcosa, soprattutto quando si rende conto di quanto i suoi figli siano cresciuti viziati rispetto a lui. Così, tra un tiro goliardico e un confronto coi propri problemi, tramite il supporto reciproco e la riscoperta dei valori insegnatigli dal loro compianto coach, Lenny e i suoi vecchi amici Eric (Kevin James), Kurt (Chris Rock), Rob (Rob Schneider) e Marcus (David Spade) affronteranno l'ultimo, pazzo, ma anche formativo, 'week-end da bamboccioni' della loro vita...

...ma poche risate

Dopo aver diretto film fuori di testa e irriverenti come Gli scaldapanchina, Io vi dichiaro marito...e marito, e Zohan - tutte le donne vengono al pettine, Dennis Dugan si dà alla commedia di respiro più ampio e familiare con questo Grown ups, deludendo però in parte le aspettative di chi si attendeva una pellicola densa di risate e con un Sandler al top delle sue trovate goliardiche; nonostante la presenza di un ampio cast dalle velleità comiche (fra gli attori segnaliamo, tra gli altri, Steve Buscemi in un piccolo ruolo decisamente nelle sue corde) e la continua proposta di situazioni surreali, infatti, il film di Dugan vira inesorabilmente verso una comicità più semplice e diretta alle famiglie rispetto ai precedenti lungometraggi, tornando quasi ai (bei?) tempi di Piccola peste e Mai dire ninja. Il problema è che raramente le disavventure di Lenny & co. riescono davvero a strappare qualche risata, visto il perenne senso di deja-vu che attanaglia il film e i suoi personaggi, costretti in una vicenda invero tutt'altro che memorabile e che va avanti senza un vero intreccio, con inoltre tensioni decisamente troppo banali da risolvere da parte dei protagonisti. Restano gli spunti di vita vissuta, i momenti di confronto generazionale e qualche scambio di vedute riuscito, ma non è certamente quello che ci si aspetta da un film comico, che purtroppo si rivela più noioso e privo di spunti di interesse che altro, complici anche l'estrema prevedibilità di battute e situazioni ed una regia che sembra aver perso tutto il mordente che la caratterizzava una volta. E' un peccato perché le interpretazioni sono discrete, ma in fondo spesso sprecate, così come il genio comico di molti dei suoi interpreti, davvero sacrificati.

Un Week End da Bamboccioni Un weekend da bamboccioni si rivela un'occasione sprecata per il regista Dennis Dugan e per Adam Sandler, impantanato in un ruolo su misura ma comunque povero di reale attrattiva. Il problema principale di una pellicola altrimenti discretamente realizzata è l'inusuale e, soprattutto, inaspettata -perlomeno per un film con un titolo simile- apaticità della storia, troppo concentrata sui dozzinali quadretti familiari e poco sugli elementi potenzialmente divertenti. Le gag, oltre ad essere in numero relativamente esiguo, risultano infatti scontate e non molto ispirate: ciononostante la pellicola potrà essere ben apprezzata dai fan degli interpreti e da chi cerca intrattenimento leggero e buoni sentimenti.

5.5

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