Recensione Un'Altra Giovinezza

Il ritorno di Coppola è un colpo di fulmine

Recensione Un'Altra Giovinezza
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Dieci anni sono tanti per un regista, ancor di più se questi risponde al nome di Francis Ford Coppola. Era infatti dal 1997, anno in cui uscì L'Uomo della Pioggia (di certo non all'altezza della sua grande carriera) che un film del regista americano non varcava le soglie del grande schermo. Ci è voluto un racconto dello storico di religioni Mircea Eliade per invogliare l'autore di Detroit a ritornare dietro la macchina da presa, con un progetto quanto mai ambizioso. Presentato nella sezione Première alla II edizione della Festa del Cinema di Roma, che Coppola ha preferito a Cannes, Berlino e San Sebastian per via delle sue origini italiane, ha suscitato ammirazione e sorpresa da parte della critica, un po' meno dal pubblico anche per colpa di una distribuzione veramente scandalosa, che lo ha visto in poche sale e per poco tempo nei cinema del Belpaese. Una genesi travagliata, che ha visto imbattersi per puro caso il regista nel racconto Youth without Youth (titolo originale della pellicola) di Eliade mentre stava lavorando al suo "leggendario" progetto Megalopolis, e che lo ha visto finanziare completamente questo nuovo parto cinematografico, per il quale veste anche i panni di sceneggiatore nell'adattamento del soggetto originale.

Il professore Dominic Matei (Tim Roth), a settant'anni, decide di suicidarsi poichè non è riuscito a completare lo scopo della sua vita, ovvero arrivare a formulare una tesi che spiegasse l'origine del linguaggio. Decide che il luogo della sua dipartita sarà Bucarest, anno 1938. Giunto però nella capitale rumena, viene colpito da un fulmine, che lo riduce a una sorta di vegetale. Affidato alle cure del Professor Stanciulescu (Bruno Ganz), dopo qualche tempo comincia miracolosamente a riprendersi completamente, e ringiovanisce anche di parecchi anni, apparendo ora come un uomo sui 35 / 40 anni. Ricercato dai nazisti che vorrebbero studiare la sua misteriosa "guarigione", dovrà cercare in tutti i modi di sfuggire alle loro grinfie e a quelle degli altri governi europei, e sarà facilitato nel compito dalla rigenerazione di cellule cerebrali, che gli doneranno un'intelligenza fuori dal comune. La sua nuova vita ha però un inaspettato cambio di rotta quando conosce Veronica (Alexandra Maria Lara), che gli ricorda Laura, la donna amata in gioventù. Una strana particolarità della nuova amata, quella di venir posseduta da spiriti delle ere passate, darà nuova linfa all'idea originale di Dominic.

Un kolossal americano carico della sobrietà del cinema europeo: si potrebbe definire così la nuova Opera del Maestro americano. Un'Altra Giovinezza è un film spiazzante ma carico di un fascino che ben poche pellicole possono vantare. Più che un capolavoro nel senso stretto del termine, è una pellicola magnetica, dalla quale è difficile staccare lo sguardo, e le due ore passano rapide e indolori, divise tra emozioni e spaesamento, in un contesto di grande cinema raro al giorno d'oggi. La storia a tratti raggiunge momenti deliranti, fino a un finale che, per quanto pecchi di originalità, lascia increduli e sorprende, un po' come se il buon Francis avesse voluto prendere tutti in giro. Impresa in cui è riuscito benissimo, vista la scorrevolezza e la facilità di appassionarsi alle vicende narrate, che, per quanto totalmente irreali, appassionano completamente e avvolgono lo spettatore in un viaggio onirico e surreale di vistosa bellezza. L'espediente del doppio, che continua a perseguitare il professor Dominic in ogni istante della sua vita, è realizzato in maniera superba, con alcune scene destinate a entrare di diritto tra i cult dell'ultimo decennio. In questo grande merito alla prova di Tim Roth, perfetto e sobrio nell'interpretare un personaggio fuori da ogni logica, che si trova spiazzato ma allo stesso tempo attratto da una situazione impossibile, e di cui cerca di sfruttare ogni vantaggio nonchè salvarsi la vita. Ottima anche la prova di Alexandra Maria Lara, già coprotagonista di La Caduta - Gli ultimi giorni di Hitler (e che qui ritrova l'ex Fuhrer Bruno Ganz), veramente straordinaria nelle fasi spiritiche in cui si trova posseduta, mentre l'appena citato Ganz, purtroppo per poco sullo schermo, svolge il suo compitino con dovizia, ma non sfodera certamente una delle sue migliori interpretazioni. Da segnalare anche un piccolo cameo di Matt Damon nei panni di un fantomatico agente della Cia. E' una pellicola che esplora tutti i suoi significati più profondi solo a una visione attenta (possibilmente anche ripetuta), e che è carica di simbologie e particolari che dimostrano tutta la ricerca di perfezione insita in ogni fotogramma. Merito anche di una fotografia stupenda, in grado di catalizzare sempre le energie visive sul centro morale o fisico della scena. Le musiche non sono mai invadenti, e pur lasciando spazio a dialoghi mai inutili, con quel sapore sperimentale ed eclettico rispecchiano perfettamente l'atmosfera assuefatta e opprimente della storia. La regia di Coppola è circolare, si muove su limbi temporali ridondanti, e lo stesso, splendido e istrionico the end, è tutto giocato sul tema del tempo. Come molti maestri del passato, si fa attrarre dalla scorrere delle lancette, in una sorta di gioco al gatto col topo, in cui le certezze di anni finiscono per cancellarsi nell'arco di un istante. Quel suo maestoso e decadente utilizzo di rimandi al noir più cupo, soprattutto nella prima parte, quando Dominic Matei in fuga dai nazisti è una figura combattuta tra due Io, e allo stesso tempo deve pensare alla sua sopravvivenza, è il ritratto trasmutato e fantastico di qualsiasi (anti)eroe del cinema nero degli anni '40-50. La seconda metà, che sembra in parte "far a botte" con la precedente, finendo per mutare sensibilmente il tema portante della pellicola, si rivela invece efficace e adatta allo svolgimento della trama, cambiando le coordinate su tematiche più tendenti al dramma metafisico che alla gangster story. L'ultimo Coppola è una sorpresa, positiva, che cattura lo spettatore come fosse l'ago di una calamita che coincide con il suo opposto che si chiama schermo. Chi cerca una logica forse è meglio ne rimanga lontano, ma chi ama il Cinema anche, e soprattutto, per il suo potere di trasformare la Fantasia in Realtà, rimarrà stupito e ammaliato da questo nuovo, pazzo gioiello firmato Francis Ford Coppola. E speriamo ora di non dover attendere altri dieci anni...
Edizione di gran classe per l'ultimo capolavoro di Coppola. L'edizione a due dischi proposta da 01 Distribution ha una qualità audio/video eccellente.Il video in widescreen anamorfico 2.35:1 è assolutamente perfetto, con una pulizia dell'immagine straordinaria e una brillantezza dei colori che rendono la visione assolutamente perfetta e scevra da imperfezioni. L'audio in Dolby Digital 5.1, 2.0 e Dts in italiano e inglese, è sempre nitido e immerge appieno nelle atmosfere torbide della pellicola. Sottotitoli in italiano e inglese. Il secondo dvd vede la presenza di diversi extra: abbiamo un'analisi del critico Mario Sesti durante la presentazione alla Festa di Roma, con interventi di Piera DeTassis e Roberto Silvestri e analizza con alcuni studiosi i temi portanti del film. Altri due speciali sul trucco e sul comparto musicale, per un totale di circa un'ora di contenuti speciali. Presente anche il trailer nel primo dvd, che contiene il film.

Un'Altra Giovinezza Dieci anni per sfornare un nuovo capolavoro. Tanto ci è voluto a Francis Ford Coppola, ma l'attesa è stata pienamente ripagata. Un'Altra Giovinezza è un film irresistibile nella sua follia, capace di tener incollati allo schermo per due ore divise tra realtà e fantasia, sogno e dolore. Un'opera non semplice, che probabilmente tra qualche anno entrerà nella storia del cinema, forse oggi ancora troppo avanti per i tempi. Ma si sa, solitamente i capolavori vengono rivalutati a molti anni dalla loro creazione. Noi vi diciamo già adesso che Un'Altra Giovinezza è una perla rara, chissà che la nostra parola non diventi il credo dei posteri. E a loro, l'ardua sentenza.

8

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