Recensione Uibù - Fantasmino Fifone

Uno spettro tutto da ridere

Recensione Uibù - Fantasmino Fifone
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Fantasmi al cinema

Il cinema legato a tematiche spettrali ha sempre avuto due vie interpretative: o quella tipicamente orrorifica, o una sorta di forte "virata" verso la commedia più ilare. Sono classici esempi di quest'ultima categoria pellicole come Quattro Fantasmi per un Sogno, il burtoniano Beetlejuice - Spiritello Porcello o la trasposizione su celluloide di un cartoon cult come Casper. E' quasi sempre scontata in questo genere di trame l'alleanza più o meno forzata tra i cosiddetti "ectoplasmi" e alcuni degli abitanti della magione, i cosiddetti "buoni", per impedire ai "cattivi" di portare a termine i loro loschi piani. Non fanno eccezione le avventure di Uibù, personaggio creato una trentina d'anni fa dalla penna di Eberhard Alexander Burgh, e in seguito diventato vero e proprio cult in landa teutonica (il suo nome originale, molto più "marziale" è infatti Hui Buh), passando prima alla radio con un programma tutto suo, e ora sul grande schermo, con questo film che in Germania ha ottenuto un grande consenso di pubblico.

La storia

Medioevo: in un suggestivo castello a picco sul mare, si sta svolgendo una partita a carte molto combattuta tra tre uomini. Uno di questi, Uibù, finisce per vincere anche le terre del suo avversario, salvo poi farsi scoprire nell'atto di barare. Il destino vorrà che uno dei tre contendenti muoia cadendo giù da una finestra, ma non prima di aver visto un fulmine colpire Uibù, che diventa così un fantasma. Passano 500 anni, e il fantasmino imbroglione continua a vagare per il castello, in compagnia del vecchio maggiordomo che si occupa della magione. Ma un giorno le cose cambiano, infatti Re Julius 111°, il legittimo erede della casata, è pronto a reclamare ciò che è suo, e torna ad abitare nel castello di famiglia. Uibù penserà di aver nuove vittime da terrorizzare, ma dopo delle discrepanze iniziali, finirà per allearsi proprio col nuovo proprietario. Lo spettro dovrà infatti ritrovare il modo di ottenere una nuova patente per fantasmi, e in cambio dell'aiuto di Re Julius gli indicherà il modo per trovare il misterioso tesoro nascosto nelle segrete. Ma i nemici più insospettabili sono alle porte: una strana alleanza tra la promessa sposa di Julius e una presenza del "passato" metteranno ai nostri eroi il bastone tra le ruote...

Il film

Essendo consci del target cui è dedicata la pellicola, ci si può avvicinare senza troppe pretese all'avventura del codardo fantasmino. Un prodotto soprattutto per i bambini, che però risulta meno stucchevole della maggior parte dei prodotti di genere, e può risultare una visione piacevole anche a chi ormai non usa il biberon da anni. Il protagonista, dopo qualche minuto iniziale in carne e ossa, si trasforma in un entità virtuale, realizzato in Cg con una più che discreta qualità, e una buona mimica facciale. La sua simpatia è a livelli alterni: infatti pur risultando più che banale in certe situazioni, regala comunque qualche divertita risata. Lo stesso si può dire per gli attori di contorno, che, pur ingabbiati da diversi stereotipi, riescono a compensare la loro poca originalità con delle interpretazioni briose e genuine. La loro voglia di prendersi in giro si può notare anche nei titoli di coda, dove sono presenti diverse "papere", soluzione certo non nuova in campo cinematografico (basti pensare a ogni film di Jackie Chan), ma che comunque tiene incollati allo schermo anche dopo la scritta The End. Anche il campionario di creature presenti, pur rasentando volutamente il pacchiano e il ridicolo, con figure ben note quali Frankestein e co., si risolleva per la verve e il gusto del contesto e degli avvenimenti che lo circonda. La regia è senza infamia e senza lode, svolge il suo compitino senza grandi tocchi di classe, ma nemmeno si lascia andare in rovinose cadute. Nota di merito alle splendide ambientazioni, che coniugano nel migliore dei modi l'evocativo al lugubre. Non mancano nemmeno le parodie citazioniste, prima su tutte l'entrata in scena due fantomatici quanto imbranati Ghostbusters dell'ultim'ora, nonchè acrobazie incredibili "degne" (in veste comica, ovviamente) dei migliori wu xia pian.I lati negativi? Beh, come detto, la banalità, su cui si riesce a chiudere un occhio per buona parte del film, finisce per emergere "violenta" negli ultimi minuti, e anche se vero che i risvolti erano già più che intuibili poco dopo l'inizio, una volta tanto esser sorpresi non avrebbe guastato. Certo è che, visto il pubblico cui è rivolta, l'happy ending era necessario. Gli effetti speciali non si fanno disprezzare, a parte qualche innaturale movimento di Uibù immotivato, il resto si mantiene su livelli più che decenti. Uibù è, pur nella sua imperfezione, la dimostrazione che il cinema tedesco non ha paura di osare, proponendo generi sempre diversi e capaci di catturare il pubblico, non solo europeo. E anche sintomo di un coraggio di investire senza timore in soluzioni ambiziose.

Uibù - Fantasmino Fifone Uibù - Fantasmino Fifone è un'avventura fantasy dedicata ad un pubblico molto giovane, capace però di non farsi disprezzare nemmeno dai grandi. Complice un personaggio in Cg dalla simpatia discontinua, circondato da attori divertiti e divertenti, riesce a risultare piacevole per oltre novanta minuti, pur senza raggiungere picchi di qualità elevati. Certo è che in mezzo al marasma di uscite scadenti cui siamo abituati, Uibù si salva nel suo essere discretamente "normale".

6

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