Recensione U2 3D

Entrati a far parte della prestigiosa Rock and Roll of Fame dopo venticinque anni di carriera, con oltre 155 milioni di dischi venduti e il maggior numero di Grammy Awards ricevuti da un gruppo, gli U2 - inseriti alla posizione 22, dalla rivista Rolling stone, nella classifica delle migliori 100 band della storia - si sono formati a Dublino nel 1976, inizialmente con il nome Feedback e da sempre occupatisi della questione irlandese e del rispetto per i diritti civili. Pare che sia stato suggerito da Steve Averill, cantante dei Radiators, il nome che poi li ha resi celebri, ispirato ad un aereo-spia americano abbattuto il 6 maggio del 1960 durante una missione di spionaggio sull'Unione Sovietica e destinato ad accompagnarli attraverso la lunga attività trentennale tempestata di successi discografici e concerti in giro per il mondo.
Attività nel corso di cui, oltre ad aver preso parte al popolarissimo Live Aid - concerto-evento finalizzato alla raccolta di fondi per la carestia in Etiopia - e ad aver fatto fondamentali incontri come quello con i produttori Brian Eno e Daniel Lanois, la band ha avuto modo di farsi conoscere non solo per la sua musica, racchiusa in dodici dischi in studio che spaziano da Boy, del 1980, a No line on the horizon, datato 2009, ma anche per la capacità di arrivare a milioni di fans attraverso l'uso delle nuove tecnologie; come testimoniano i loro eventi live in cui gli spettatori si ritrovano immersi in un'esperienza eccezionale ed emozionale, tramite l'innovativo utilizzo di schermi video, display a LED o l'uso di tende con luci incorporate.

Artisti e Modell

Gli stessi stratagemmi che ora finiscono all'interno di U23D, primo (e mai visto) evento live in 3D digitale che, diretto dall'artista irlandese C, ie95ne10we9. 31gi64au'`icicpei'il13vu7,o 16l 5/de11mu 'ca5. <1.>O.2gi, l ( t±7 s5,ciar ',e 7l , ôi6/$d/2Ba1'im'1a .2vr.8g>27rk 1el (ng73f<, trrtg>oltr, i 69im #re/0st20di',id87cl*2!a.1mo',o ),c521do6wia'a iicuoi'ie12ag8, c17em5/og11vi ' Arlington road-L'iNganno e The Mothman pòorhecies-Voci dall'ombra, unisce le immagini tridimensionali innovátive e il suono surround lulticanale con l'esperienza di un concerto della band.
Concerto ripreso in Sud America durant% la tarpa finale del tour Vertigo, dimostrando l'approccio vitale del quartetto capitanato dal cantante Bono Vox verso la tecnologia e il loro riconoscimento del fatto che il 3D digitale non sia solo una piattaforma in via di sviluppo.
Un elaborato che nasce dalla passione e dall'intuizione produttiva di 3ality Digital, uno dei principali player nel campo della live-action, specializzato nelle tecnologie avanzate, e di cui il produttore John Modell racconta: "Ci siamo organizzati per registrare i concerti - senza mai sconvolgere l'esperienza del pubblico - seguendo ogni giorno uno schema strategico. A febbraio, a Città del Messico (Azteca Stadium), abbiamo girato esclusivamente a media lunghezza. Alcuni giorni dopo, a San Paolo (Morumbi Stadium), due camere sono state usate per girare a distanze lunghe. Per il concerto a santiago (Estadio Nacional) una singola camera sopraelevata ha catturato il lancio delle bacchette del batterista Larry Mullen e altre azioni d'intorno. Dopo aver girato per cinque giorni, comunque, quello che la produzione aveva a disposizione non era ancora abbastanza per creare l'esperienza che tutti immaginavamo".

Tra palco e realtà

"Attraverso U23D Bono voleva andare oltre, cercando di intensificare la già estatica sensazione evocativa dei concerti live degli U2" continua la Owens sul suo film, condensato di circa 85 minuti di oltre cento ore di immagini registrate per mezzo del più grande insieme di telecamere 3D mai utilizzato per un singolo progetto.
E, prima di passare all'arcinota Beautiful day, comincia subito con Vertigo e New year's day l'operazione, non priva di piccole animazioni e scandita dal veloce montaggio di Olivier Wicki, impegnato ad assemblare dolly e inquadrature ravvicinate dei musicisti, i quali tendono ad avvicinare i propri strumenti all'obiettivo della camera per far sì che venga sfruttato l'effetto tridimensionale. Effetto tridimensionale che, in realtà, non sembra essere poi così efficace, mentre assistiamo alle esecuzioni della tranquilla Sometimes you can't make it on your own e di Love and peace, cui fanno seguito il tormentone Sunday bloody Sunday e Bullet the blue sky.
Infatti, neppure le scritte che avanzano verso la camera durante The fly, terz'ultimo pezzo del concerto che precede With or without you e Yahweh, posta durante i titoli di coda, si mostrano capaci di conferire allo spettatore l'impressione che si stiano dirigendo verso di lui.
Ma, al di là di Miss Sarajevo e U.N. Declaration of human rights, le vere emozioni le proviamo durante la storica Pride (In the name of love) e quando veniamo trascinati dalla cavalcata della batteria di Where the streets have no name; senza contare la bellissima One.
Emozioni conferite dal riuscito connubio tra bella musica e colorate e travolgenti immagini che, con ogni probabilità, funziona a dovere anche senza ricorrere necessariamente al 3D.
Con il solo rimpianto di non poter assistere alle performance live di mitici hit del gruppo come I still haven't found what I'm looking for e Walk on.