Recensione Tutto l'amore del mondo

Recensione del primo film prodotto da Nicolas Vaporidis

Recensione Tutto l'amore del mondo
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Romano classe 1981, abbiamo imparato a conoscere il giovane Nicolas Vaporidis soprattutto grazie al ruolo dello studente Luca Molinari, ricoperto tra il 2006 e il 2007 nei due Notte prima degli esami di Fausto Brizzi, dopo aver preso parte a diversi prodotti televisivi e a titoli destinati al grande schermo quali Il ronzio delle mosche di Dario D'Ambrosi, 13dici a tavola di Enrico Oldoini e Ti amo in tutte le lingue del mondo di Leonardo Pieraccioni.
Un volto divenuto ormai popolare, soprattutto tra le spettatrici adolescenti, e che ha avuto modo di accrescere la sua fama di teen-idol tricolore anche attraverso i successivi titoli a cui ha preso parte, dal vacanziero Last minute Marocco di Francesco Falaschi al pretenzioso Iago di Volfango DeBiasi, per il quale aveva già interpretato l'apprezzabile Come tu mi vuoi.
Una filmografia comprendente anche il thriller Cemento Armato di Marco Martani e il poco riuscito Questa notte è ancora nostra, diretto a quattro mani da Paolo Genovese e Luca Miniero, e cui si aggiunge ora Tutto l'amore del mondo che, firmato dall'esordiente Riccardo Grandi, vede lo stesso Vaporidis per la prima volta coinvolto dal punto di vista produttivo, il quale osserva: "E' un film a cui tengo in modo particolare. Finora mi sono sempre limitato a prendere parte a progetti già avviati. Stavolta invece è accaduto l'opposto. Nasce tutto da Interrail, la piéce che Massimiliano Bruno aveva portato con successo a teatro. Mi era piaciuta moltissimo e con la Maori Film, la casa di produzione che ho creato da poco, ho deciso di puntare su questa idea. Tutto il resto è venuto da sé".

Autovelox in testa

Le copie del film distribuite in sala presenteranno in testa il cortometraggio Autovelox di Gianluca Ansanelli, prodotto dal ministero della Gioventù per diffondere il tema della sicurezza stradale. “E’ un esperimento nuovo che abbiamo promosso nella consapevolezza che per arrivare ai giovani occorra utilizzare strumenti di comunicazione diversi da quelli più tradizionali e burocratici”, spiega il Giorgia Meloni, ministro della Gioventù. “Si è scelto infatti un linguaggio giovane, semplice e divertente, tipico della commedia, anche se con un finale inaspettato”.

Il (non più) piccolo Nicolas

Ed è nei panni di Matteo Marini che troviamo l'attore, disincantato e un po' cinico ragazzo che, bisognoso di soldi per poter salvare lo storico negozio di libri di famiglia dallo sfratto in corso, accetta di scrivere in tre mesi la guida Tutto l'amore d'Europa, commissionatagli dalla Magic Planet Books e riguardante i luoghi romantici del Vecchio Continente.
Guida che lo porta a viaggiare insieme al simpatico e disorientato cialtrone fotografo Ruben Sebastiani, con il volto dell'Alessandro Roja visto nella serie tv Romanzo criminale, il quale, però, ha invitato a seguirli anche la sua ultima fiamma Valentina e l'amica del cuore di lei Anna, rispettivamente interpretate dalla Myriam Catania di Che ne sarà di noi e dalla Ana Caterina Morariu del verdoniano Il mio miglior nemico.
Così, mentre Ruben e Valentina amoreggiano ad ogni occasione, Anna, appena laureatasi in giurisprudenza e prossima al matrimonio con Giampiero alias Eros Galbiati, giovane avvocato che lavora nello studio del padre della ragazza interpretato da Enrico Montesano, approfondisce il rapporto con Matteo, decisamente all'opposto di lei su qualsiasi cosa, attraverso una serie di schermaglie verbali.
Schermaglie verbali che, tra curiosità e attrazione, finiscono per accompagnare entrambi nel viaggio alla ricerca dei luoghi dell'amore e delle persone perdute.

Europa mon amour

Un viaggio alla scoperta di nuove travolgenti emozioni e volto a ricordare che, mentre in vacanza ci si cosparge d'olio solare al fine di dedicarsi all'ozioso rilassamento, quest'ultimo non esiste in dinamici casi analoghi alla situazione che vede coinvolti Matteo e i suoi compagni d'avventura, destinati a fare anche una sosta a Londra dal padre del ragazzo, cui concede anima e corpo l'ottimo Sergio"Colpo d'occhio"Rubini.
Perché, al di là degli innumerevoli paesaggi da cartolina che tempestano i quasi 100 minuti di pellicola, è fondamentalmente un'escursione nell'intimo e nella profondità dei diversi personaggi quello raccontato da Grandi, il quale si concentra in particolar modo sul contrasto tra l'inguaribile romantica Anna e il protagonista, convinto che le storie d'amore siano destinate a finire tutte e male.
Ma, paradossalmente, è forse proprio Vaporidis l'elemento meno convincente del cast, comprendente anche la bella Sara Tommasi già vista in Ultimi della classe, la brava Monica Scattini e il divertente Riccardo Rossi; mentre Alessandro Roja si rivela capace di abbandonare momentaneamente i panni del Dandi per riciclarsi in quelli dell'attore brillante proto-American pie, in grado di strappare risate e di lasciar emergere la giusta simpatia.
Il resto, al servizio di uno script che riserva anche qualche sorpresa e vari imprevisti volti a complicare l'itinerario del poker di protagonisti, lo fa la bella colonna sonora che, spaziando dagli Skunk Anansie a Etta James, ma senza dimenticare i nostri Alessandro Mannarino e Michele Braga, commenta a dovere la non troppo originale vicenda.
E Grandi, che confeziona comunque il tutto sfoggiando una non disprezzabile regia, sembra trovare anche il tempo di concedersi una piccola - e probabilmente involontaria - citazione da Closer di Mike Nichols nel corso degli ultimi minuti.

Tutto l'amore del mondo Tratto da una piéce teatrale di Massimiliano Bruno, che firma anche la sceneggiatura insieme a Edoardo Falcone e Andrea Bassi, l’esordio registico di Riccardo Grandi è un romantico viaggio su celluloide alla scoperta di nuove e travolgenti emozioni che non avrebbe certo sfigurato se distribuito nelle sale in occasione del giorno di San Valentino. Un viaggio su celluloide che, da Barcellona ad Amsterdam, si alterna tra alcuni momenti divertenti ed abbondanza di sentimentalismo ed incitamento a sognare indirizzato soprattutto agli spettatori più giovani. Il risultato è un frullato di situazioni già viste e luoghi comuni che, in ogni caso, risulta confezionato con la giusta professionalità, senza infamia e senza lode.

6

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