Recensione Tutti insieme inevitabilmente

Una giornata, quattro famiglie, nessuna via di fuga

Recensione Tutti insieme inevitabilmente
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Buon Natale x 4

Quando si dice un colpevole ritardo: è questo il caso di Tutti insieme inevitabilmente, orribile titolo italiano (che fa il verso al classico Tutti insieme appassionatamente) di Four Christmases, pellicola di chiara tematica natalizia. Uscita negli States proprio a ridosso delle festività, promette di narrare un Natale multiplo, in questo caso addirittura quadruplo, trascorso dai due protagonisti, interpretati da Vince Vaughn e Reese Witherspoon. A dirigere il tutto troviamo Seth Gordon, a una sorta di battesimo del fuoco, in quanto si tratta del suo primo lungometraggio di finzione (in passato aveva realizzato solo apprezzati documentari e/o corti). Ma è il cast di contorno a impreziosire e, almeno sulla carta, concedere ottime credenziali al progetto: troviamo infatti nomi eccellenti come Robert Duvall, Sissy Spacek, Jon Voight, Mary Steenburgen e l'attore regista Jon Favreau. Certo si dice che a Natale siano tutti più buoni, ma per sfortuna della distribuzione italiana quei giorni di bontà sono passati da un bel pezzo e non si può fare a meno di notare l'incosistenza e la grossolana messa in scena degli avvenimenti. La storia è quanto di più semplice ed elementare si possa realizzare, e finisce per trasfomare il film in un college di episodi più o meno riusciti, legati solo da un flebile filo conduttore. Brad (Vince Vaughn) e Kate (Reese Whiterspoon) si conoscono in un locale, e travolti da una passione travolgente non si lasciano più. Detestano parlare di matrimonio o di avere figli, poichè entrambi hanno delle situazioni familiari disastrose: genitori divorziati e rapporti con i parenti al limite della sopportazione. Il problema però si pone quando, decisi a partire per le vacanze natalizie per le isole Fiji, il loro volo viene annullato per condizioni climatiche avverse e così la coppia si trova costretta a passare le feste in famiglia. Ma quale delle quattro? Per ovviare al problema i due decidono di fare una sorta di tour familiare, visitando ognuno dei propri genitori. Veniamo così a conoscere il padre di Brad, Howard (Robert Duvall), e i suoi due fratelli, grezzi omaccioni ossessionati dal wrestling e che non lesinano mosse assassine come gesta di bentornato, e sua madre (Sissy Spacek) che ha instaurato una relazione con colui che era il migliore amico del figlio in gioventù. E allo stesso modo ci vengono presentati la madre di Kate (Mary Steenburgen), attorniata da zie e sorelle, in una sorta di "società" ninfomane che cerca di sedurre il povero Brad. Unico "appiglio" a una quasi normalità è infine il padre della ragazza (Jon Voight), protagonista dell'ultimo episodio che rimetterà insieme i cocci di una relazione esasperata dalle folli visite.

Divertimento x 0

Banale e scontato, con una maschera da commedia irriverente e politicamente scorretta, che alla fine si rivela un classico prodotto dell'America bene. Le gag per quanto abbiano il grande pregio di evitare eccessive volgarità, risultano di una forzatura sconcertante e peccano di quella genuinità che sarebbe stata necessaria. La colpa non va data tanto agli attori, che anzi offrono prove di buon livello, quanto a una regia pre-confezionata e assolutamente prevedibile, con dei dialoghi al limite della decenza. E se è vero che qualche sorriso riesce a strapparlo, la pellicola soffre di una povertà di idee e finisce per riciclare le stesse situazioni più e più volte, basti osservare il capitolo dedicato al personaggio di Duvall, dove le mosse di wrestling ai danni del malcapitato Vaughn si ripetono incessantemente e senza reali motivi. E' questa atmosfera da collage mal coniugato che impedisce al film di avere una sua struttura omogenea, in quanto i vari episodi appaiono totalmente scollegati tra loro, così come i litigi di intermezzo tra Brad e Kate. Gordon ha ancora molta strada da fare almeno nel campo della commedia, e non ha ancora imparato i meccanismi giusti della risata, riuscendo a stonare anche nel finale con una virata drammatica di lieve entità, che però dimostra ancor più la povertà di una storia messa in piedi più per far cassa che per reale passione. Evidentemente una frivolezza che è piaciuta al pubblico americano, visto l'ottimo risultato al botteghino, ma che perde nettamente il confronto con altri lavori recenti della commedia a stelle e strisce, a cominciare dai titoli più riusciti dell'Apatow style.

Tutti insieme inevitabilmente Povero di idee e di contenuti, l'esordio di Seth Gordon è uno di quei film da dimenticare, esclusa qualche gag riuscita ma, proprio per questo, ripetuta all'eccesso. Dispiace vedere attori del calibro di Duvall e della Spacek impegnati in una produzione del genere, che neanche l'impegno di Vaughn e della Whiterspoon riesce a risollevare. E l'accenno drammatico verso il finale risulta stucchevole e prevedibile, affossando ancor più il tutto verso una sonora insufficienza.

4

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