Tutti gli Uomini del Re, la recensione del DVD

Il lavoro come percorso di maturazione e di rivalsa in Tutti gli Uomini del Re, ora disponibile in DVD.

Tutti gli Uomini del Re, la recensione del DVD
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Mi interrogavo su cosa avrei scritto su questo film.
Cercavo qualcosa di interessante, qualcosa di davvero "importante" da dire, volevo fare una recensione che avesse in sè il Senso, che trasportasse il lettore verso pensieri alti e profondi.
Perchè, anche se pensavo che questo film non fosse straordinario, una volta "digerito", una volta colti i punti importanti, una volta cogitato e sentitone il richiamo, mi sono dovuto ricredere.
E' sempre difficile parlare di grandi temi ed ogni considerazione rischia di diventare sofismo e retorica.
Non so se riuscirò nel mio intento, ma almeno mi sentirò in pace con me stesso provandoci.

Louisiana, primi anni '50. Willie Stark (Sean Penn) è un venditore ambulante, marito di un'insegnante, che si batte per il popolo contro una politica di profitto che non cerca neanche lontanamente di soddisfare i fabbisogni della popolazione. Stark è una voce fuori dal coro, un uomo che si allontana dalla classe dirigente del suo piccolo paese, un uomo che non può essere comprato. Willie Stark è parte del popolo, è un "bifolco" nella Louisiana analfabeta di quegli anni.
Come di solito accade, è una tragedia a far sì che egli venga notato: un incidente che costa la vita a tre bambini in una scuola costruita con materiali scadenti metterà in luce il suo operato, quando, solo, cercava di aprire gli occhi alla gente sulle tangenti che la dirigenza intascava.
Tiny Duffy (James Gandolfini), malavitoso del luogo, attratto dalla nascente popolarità dell'uomo che non era riuscito a comprare, tenta di cavalcare l'onda del favore popolare e convince Stark a candidarsi per la carica di governatore. Gli si affianca un reporter, Jack Burden (Jude Law), uomo pacato e disilluso, che probabilmente non ha nulla da perdere.
La storia si complica. Stark riesce con le sue sole forze ad arrivare all'ambita carica, sarà l'uomo del popolo per tutta la campagna elettorale, verrà acclamato e diventerà governatore. Nel contempo Burden diventerà il suo braccio destro, l'uomo di cui Stark si fiderà ciecamente.
Ma, come ci si può aspettare, ogni uomo ha un prezzo e il potere corrompe anche il più santo tra gli esseri umani. Colui che non aveva accettato mazzette comincerà a distribuirne, l'uomo integerrimo diverrà corruttore corrotto. E Burden dovrà far piazza pulita delle malefatte del suo datore di lavoro.
Ma, anche se con le mani sporche, Stark terrà fede alle sue promesse, costruirà scuole ed ospedali, ponti e strade, toglierà potere al cartello delle società petrolifere e delle banche per darne alla sua amata gente.
I suoi detrattori, però, si annidano anche nel passato di Burden, che sarà costretto a trovare macchie sul passato del giudice Irwin (Anthony Hopkins), colui che aveva fatto per lui da padre nella sua infanzia. Così, il cammino di Burden diverrà autodistruttivo, perdendo anche i ricordi positivi che aveva della sua gioventù.
E mentre il baluardo della giustizia diventa uomo dissoluto, Burden sembra deciso a mettere a ferro e fuoco la sua vita. Le vicende di Stark e Burden si intrecceranno, si perderanno l'una nell'altra divenendo percorso unico ma separato, il passato dell'uno diventerà pressante presente nella vita dell'altro.
I due personaggi saranno due facce di una medaglia che perde lentamente, ma costantemente, lucentezza.

Il film riesce a dividersi a metà rimanendo integro: grazie soprattutto ad uno Sean Penn istrionico, totalmente calato nella parte dell'uomo proveniente dal piccolo borgo, e ad un Jude Law che riesce molto bene a rendere la figura malinconica del cronista, col suo fare lento, la recitazione rilasciata, la sua aria da figlio di papà senza aspettative.
I due protagonisti si mescolano e si trovano, rendendo il film la giusta miscela di significato, immagine e dialogo.
Una regia quasi statica, in cui si predilige il primo piano per cogliere appieno la teatralità di Sean Penn e la freddezza di Jude Law, rende questo film forse un po' lento, per l'occhio abituato alle diecimila inquadrature per scena di questo "nuovo" cinema, che è orfano di racconti degni di essere narrati.
Ed il cast di primordine aiuta Steven Zaillian nella difficile impresa di raccontare una storia.
Una storia piena di significato, una storia che fa riflettere e che non ti abbandona appena i titoli di coda fanno accendere le luci in sala. Una storia capace di far ragionare. Una storia in cui i cattivi ed i buoni si confondono, dove la morale è inversamente proporzionale alla fama ed al potere che si possiede.
Questa di Zaillian è la storia del mondo, dove le sfere del potere riescono a corrompere ed a cavare fuori personalità a lungo sopite, a sedurre ed imbastardire, dove nessuno fa niente per niente, dove l'amore è merce di scambio e la morale è una parola priva di significato. Dove la vendetta riesce ad accecare e nessuno è troppo caro (in tutti i sensi) per essere usato per i propri scopi.
I movimenti di macchina non soffrono della fretta che sembra aver preso i moderni registi, è fatta di inquadrature che sembrano allungarsi nel tempo, per dare peso ad ogni parola, così da rendere anche le più piccole azioni importanti, da dare significato ad ogni particolare, a rendere tre croci baluardo che con il tempo arrugginisce. Ed ogni volto acquisisce una "pesantezza" scenica che da tempo sembrava perduta.
E' un cinema alla vecchia maniera, forse, ma un buon cinema.

L'edizione dvd

Un buon lavoro quello svolto dalla Sony Pictures Home Entertainment sul dvd dell'ultima fatica di Zaillian, nonostante l'assenza di un'edizione a doppio disco, che avrebbe fatto senz'altro felici i collezionisti più esigenti. La traccia video, codificata nel formato 1.85:1, è ottimamente compressa e non presenta difetti evidenti di sorta. Anche il comparto audio svolge bene il proprio dovere, offrendo la codifica Dolby Digital 5.1 per tutte e tre le tracce presenti (italiano, inglese e un inusuale ungherese). Buona anche la sezione contenuti speciali, nella quale spicca, insieme a un dietro le quinte e a qualche curiosità sulla produzione, un interessante capitolo contenente numerose scene inedite, non inserite del montaggio finale della pellicola.

Tutti gli Uomini del Re Un buon film, che trova la sua ragion d'esser nella storia che racconta e nel modo di raccontarla. Una pellicola ragionata che fa ragionare, una buona parabola che sorpassa il tempo diventando attuale. Una storia amara, come tutte le storie vere, che porta a chiedersi dove sia il buono e dove il cattivo. E la risposta forse ci viene suggerita: "Tutti nasciamo nel male, il bene ce lo dobbiamo inventare strada facendo". Decisamente buona l'edizione in dvd: pregevole il comparto tecnico, ben fornita anche per quel che riguarda i contenuti speciali.

7.5

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