Tre uomini e una bara, la recensione della commedia disponibile su Netflix

In tre uomini e una bara David, Tom e Graham devono riportare il cadavere di un loro caro amico in Inghilterra tra situazioni paradossali.

Tre uomini e una bara, la recensione della commedia disponibile su Netflix
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Nel 2012 una piccola commedia australiana aveva sorpreso per la sua aura tragicomica, guadagnandosi un buon numero di cultori: ora cinque anni dopo Tre uomini e una pecora trova un seguito diretto in Tre uomini e una bara, i cui eventi hanno luogo direttamente dopo il matrimonio che concludeva il precedente film. In questa continuazione la storia si apre con la morte accidentale di Luke, uno dei testimoni di nozze. Lo sposo David e suoi inseparabili amici Tom e Graham hanno così il compito di riportarlo a casa in Inghilterra, sotto la minaccia del folle cugino del deceduto, che non li hai mai visti di buon occhio. La missione dei nostri però si complica più del previsto dopo l'atterraggio di fortuna dell'aereo privato su cui viaggiavano con la bara, costringendoli ad affrontare bizzarre situazioni nell'outback australiano prima che il corpo vada in decomposizione...

Attenti al morto

Squadra che vince non si cambia e anche in questo sequel tornano tutti i personaggi, principali e secondari, che avevano fatto la fortuna del predecessore. Non tutto però funziona come nell'originale e, soprattutto nella prima parte, la narrazione risente di una certa stanchezza e sfrutta forzatamente alcuni escamotage narrativi poco verosimili anche contestualizzati al genere. La vis comica si concentra così soprattutto nella seconda metà, con l'entrata in scena di alcune gustose figure di contorno come l'arzilla e arrapata vecchietta e il bonario psicopatico che ama travestirsi da donna, al centro di alcune delle sequenze più divertenti dei novanta minuti di visione. Si ha però sempre l'impressione di una mancata coesione di fondo, sensazione che si riflette anche nella stesura di dialoghi spesso banali (con i classici riferimenti sessuali figli della generazione Una notte da leoni (2009)) e in una certa ripetitività nel riproporre alcune situazioni (su tutti i problemi scatologici di uno dei tre protagonisti). Tre uomini e una bara (disponibile su Netflix) d'altronde si muove su una sorta di viaggio on the road in cui compaiono figure via via sempre più assurde e hanno luogo situazioni paradossali in serie, con tanto di festival hippie nel bel mezzo del deserto e un funerale finale tutto da ridere che chiude con la giusta irriverenza una produzione senza infamia e senza lode.

Tre uomini e una bara Questo sequel diretto di Tre uomini e una pecora (2012) si pone come bizzarro mix tra il predecessore, Una notte da leoni (2009) e Weekend con il morto (1989), strappando una manciata di risate nei novanta minuti di visione in una struttura narrativa che si fa ben presto fin troppo monotona. I protagonisti, più simpatici che bravi (almeno in quest'occasione) fanno il possibile ma i momenti più divertenti di Tre uomini e una bara sono legati ad alcuni personaggi secondari, capaci di variare una formula di cui il film finisce per abusare nel racconto di questa demenziale odissea on the road nell'outback australiano.

5.5

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