Recensione Transformers 4: L'era dell'Estinzione in IMAX

Il quarto capitolo del franchise robotico più celebre di sempre... visto in IMAX

Recensione Transformers 4: L'era dell'Estinzione in IMAX
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Che ci sia modo e modo per vedere un film è cosa più che acclarata ormai da diverso tempo, soprattutto alla luce degli innumerevoli progressi cinematografici avvenuti in questi ultimi anni e alle varie tecnologie annesse, che, a livello visivo, tendono sempre più spesso a sfiorare la più totale verosimiglianza, per non dire 'perfezione'.
Oltre al risaputo 3D, a contribuire ulteriormente al raggiungimento della massima esperienza filmica possibile, ci pensa il sistema IMAX, del quale hanno usufruito pellicole già assai note uscite di recente - quali L'uomo d'acciaio (2013) di Zack Snyder e Into Darkness - Star Trek (2013) di J.J. Abrams - e di cui si servì anche Michael Bay già nel 2009 con Transformers - La vendetta del caduto, tornando a farlo anche con questo quarto capitolo della saga sui robot più famosi della celluloide, in uscita nelle sale italiane il prossimo 16 luglio.

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Tutte le info a quest'indirizzo: www.everyeye.it/transformers4

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"Vuoi soltanto vedere un film o anche esserne parte...?"

È così che veniamo introdotti alla visione di Transformers 4 - L'era dell'estinzione, come detto, quarto capitolo della saga cinematografica sui robot dalla Hasbro e giunta sul grande schermo nel 2007 per mano del re mida del cinema d'azione Michael Bay.
Interpretata per i primi tre capitoli dal giovane pupillo di Steven Spielberg (produttore esecutivo del franchise) Shia LaBoeuf, affiancato nell'originale e nel sequel dalla giunonica Megan Fox, ci pensa in questo caso l'esperto Mark Wahlberg - già diretto da Bay nel suo precedente Pain & Gain- Muscoli e denaro (2013) - a capitanare un cast composto prevalentemente da attori "in erba", quali l'appena 19enne Nicola Peltz e il 22enne Jack Reynor, e in cui l'unico altro grande nome è quello di Stanley Tucci, qui nei panni di un "villain" - se così si può definire... - davvero sui generis, principale responsabile delle - seppur limitate - parentesi comiche della pellicola.
Tenutasi presso la sala IMAX dello Skyline Multiplex di Sesto San Giovanni (MI), una delle tre in Italia, insieme a quella di Pioltello (MI) e Riccione (RN), a disporre di questa tecnologia, l'anteprima stampa di Transformers 4 ci ha dato modo di assaporare tutti i 165 minuti di film nella loro più totale essenza grazie, appunto, a una sublime fusione tra 3D e IMAX, elemento essenziale ed imprescindibile, quest'ultimo, per far sì che non si tratti di una semplice visione ma di una vera e autentica Esperienza cinematografica.
Non è tanto l'effettiva qualità del prodotto che ci interessa (per una trattazione estesa sul film in sé vi rimandiamo alla recensione in anteprima pubblicata precedentemente), quanto l'impressionante efficacia con la quale Bay & Co. hanno portato a compimento un'opera della quale si rimane strabiliati già solo per la propria magnificenza estetica e visiva.
Rispetto ai precedenti capitoli, a denotare una maggiore cura del dettaglio sono proprio le caratteristiche degli stessi Transformers, a cui la CGI dona qui espressioni molto più nitide e veritiere, facendo sì che non solo gli umani manifestino emozioni ma anche gli stessi robot.
Il 3D aiuta non poco in questo aspetto, perché la già ottima caratterizzazione degli Autobot e dei Decepticon, rispettivamente 'buoni' e 'cattivi', viene resa ancor meglio apportando ulteriore completezza al comparto 'estetico' dei robot.
Grande importanza assumono le tre dimensioni anche per le scene d'azione tipiche del cinema di Michael Bay, che non perde occasione di rivolgere citazioni sia a sé stesso - una sequenza di inseguimento in particolare ricorda molto Bad Boys II (2003) - che ad altri registi come Ridley Scott (Prometheus) e Roland Emmerich (palese il riferimento a Independence Day).
Sfarzoso il comparto scenografico, forse la componente di maggior risalto agli occhi dello spettatore e grazie alla quale si ha davvero l'impressione di essere catapultati in pieno dentro la narrazione; e grande merito, soprattutto, agli effetti sonori, che contribuiscono in misura sostanziale a rendere il tutto ancora più reale di quanto già non sembri.
Molti degli effetti dell'IMAX si percepiscono proprio nel comparto audio, elemento cruciale per trasmettere la sensazione di essere partecipi della situazione e impressionante nel restituire a molti frangenti una veridicità quasi assoluta.
Nonostante le quasi 3 ore di durata, Transfomers 4 offre uno spettacolo pirotecnico e sempre incalzante in cui la noia farà davvero fatica a ritagliarsi anche solo il minimo spazio.
L'irrinunciabile esperienza in IMAX va dunque a comporre un quadro di emozioni che difficilmente si ripetono al cinema a distanza ravvicinata. Prima fra tutte, quella di non essere solo spettatori di un film, ma di farne parte a tutti gli effetti.

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