Recensione Transeuropae Hotel

Un viaggio catartico tra musica e magia

Recensione Transeuropae Hotel
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Esordio alla regia per il compositore Luigi Cinque e Miglior Lungometraggio Italiano al RIFF 2013 (Roma Independent Film Festival), Transeuropae Hotel è innanzitutto un viaggio: nella musica, nella magia, in luoghi di ‘calore', e nello stato stesso dell'esistenza umana. Eppure, legata a doppio filo all'idea secondo cui "le cose svaniscono se non ci credi", l'opera prima di Luigi Cinque è soprattutto una parabola che attraversa la vita dell'uomo e la sfera dei suoi credo (o non-credo). Sospesi infatti tra raziocinio e fede, i protagonisti di Transeuropae Hotel resteranno immersi, oltre che nella loro musica (tra Jazz, percussioni e ritmi latini) nella ricerca di qualcosa che sembra continuare a sfuggire alla loro presa: un uomo (il percussionista Darcy), la coscienza, o forse addirittura il senso stesso della vita. In loro soccorso giungeranno poi, direttamente dalla vibrante Rio de Janeiro, due donne (una più giovane, l'altra più anziana) estremamente affascinanti ed entrambe misteriosamente legate alla magia e al nome di un mago candomblé che sembra esser l'unico a poter svelare il mistero della scomparsa di Darcy (il leggendario Darcy do Jongo scomparso realmente nel 2001).

Le 'ragioni' della magia

Perfettamente inserito nel parallelo del mito di Orfeo e Euridice che viene citato a più riprese, il film di Luigi Cinque insiste attraverso la fusione delle arti (qui musica, poesia, teatro convergono in unico elemento meta-documentaristico) sul concetto del credere. Fu proprio il non credere di poter realmente rivedere (e abbracciare) la sua amata che condusse Orfeo al finale tanto tragico del Mito (che pure portava in sé il messaggio salvifico della musica), così come sarà invece la determinazione dei musicisti riuniti al Transeuropae per le prove a ricondurre (forse) Darcy al suo ensemble musicale. Ma la riflessione proposta dall'opera va oltre, soffermandosi - di contro - anche sul valore dello "svanire", concetto essenziale nelle arti quanto nella vita. Lo scemare di un talento o la sparizione stessa di uomini (o popoli), concetti così tristemente legati alla nostra attualità di nuove forme di desaparecidos (naufraghi annegati ne loro sogno di salvezza). Attraverso la presenza su schermo di attori, musicisti, poeti e artisti tout court (quali lo stesso regista Luigi Cinque, Pippo Del Bono, Peppe Servillo, Petra Magoni, Ilaria Drago) lo pseudo-documentario (ma anche film musicale e noir) ci induce infatti a "spogliarci dei sensi e della ragione", in modo da poter così percepire quelle vibrazioni molecolari che generano la musica al pari della vita. Tra i personaggi mossi ‘alla ricerca' del ‘tassello mancante' e quelli rimasti a suonare nell'hotel, si crea poi un interessante dualismo narrativo e visivo che muove il film tra due piani, uno in prima linea prettamente dialettico e uno che fa da sfondo, sensibilmente musicale. La drammaturgia segue il filo classico dell'opera che sfrutti la musica quale elemento catartico, spingendo la storia verso la ‘suonata' finale. Ma (nel contempo) e a differenza di molti suoi ‘con-tematici' Transeuropae Hotel è uno di quei film in cui non è tanto la meta a interessare l'autore (e, di riflesso, lo spettatore) quanto il viaggio intrapreso nel raggiungerla.

Transeuropae Hotel Prodotto tecnicamente anticonvenzionale nel suo mescolare generi, colori, luoghi (dalla location siciliana del Transeuropae Hotel passando per la favelas di Rio e approdando a Salvador de Bahia) questo docu-film (opera prima del musicista/compositore Luigi Cinque) sulla musica e sull’essenza musicale della vita, incontrerà soprattutto il favore di quanti conservino per le arti (e per la vita in genere) una sorta di fedele agnosticismo, ovvero l’impulso a voler credere e a non credere nello stesso tempo a ciò che si vede, si sente, si legge e (dunque, per proprietà transitiva) si vive. Una sottile riflessione che ci fa pensare che in fine dei conti non guasta, di tanto in tanto, affidarsi alla magia delle cose per (di)spiegare le increspature della vita.

7

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