Tramite amicizia Recensione: lo humor di Alessandro Siani non funziona più

Da Benvenuti al Sud e Il principe abusivo di anni ne sono passati. Non per Alessandro Siani, che continua a riproporre la solita (inefficace) comicità.

Tramite amicizia Recensione: lo humor di Alessandro Siani non funziona più
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Alessandro Siani ci riprova. E ancora. E ancora. Eppure non ce la fa. I tempi di Benvenuti al Sud e Il principe abusivo sono finiti e il comico napoletano dovrebbe capirlo, invece continua a perpetrare nella sua ironia datata e per nulla abbinabile agli anni e alle narrazioni del presente. Sono le battute a non funzionare, l'impostazione umoristica degli sketch, la struttura narrativa di sceneggiature che non sono poi delle vere sceneggiature e delle storie che non sono poi delle vere storie, influenzate dalla forza centripeta di cui Siani si fa cuore e che non riesce più a tramutare in opere quanto meno passabili.

Accade col suo Tramite amicizia in uscita al cinema a febbraio (che vede tornare anche Everything Everywhere All At Once), succedeva col precedente Chi ha incastrato Babbo Natale? e continua con Il giorno più bello del mondo andando così a ritroso fino a ricoprire un intero decennio di film infelici e di scarso coinvolgimento (per farvi un'idea, ecco il trailer di Tramite amicizia).

Il tempo non passa per Alessandro Siani

È la scrittura che più di ogni altra cosa, dalla semplice trama all'elaborazione delle freddure da sempre tipiche del repertorio del comico, sembra fossilizzata in un passato in cui quel tipo di racconto trovava una tipologia di pubblico a cui poter parlare. Una formula che non ha saputo evolversi come invece ha fatto lo spettatore: il cambiamento nelle persone e nella società è inevitabile, anche se così non sembra essere per Alessandro Siani. Con Tramite amicizia ci si ritrova perciò di nuovo davanti a concetti usurati e incapaci di venir adeguatamente riesumati, all'inettitudine di saper stendere un racconto lineare, che si muovi sinuosamente tra i vari atti, e alla ricerca di una risata che dire telefonata è un eufemismo.

Non solo si sa in anticipo quale sarà la punch line di Siani, ma si ha immediatamente l'impressione che lo sceneggiatore e regista, nonché interprete, stia traendo da un bacino che si pone ben più lontano dal semplice passato, ma dalla preistoria della comicità. Come se quelle che cita fossero barzellette del proprio catalogo da più di un decennio, rispolverate per l'occasione e adattate ogni volta a una storia inedita, che diventano stantie.

Vuoi non essere mio amico?

Così il film comincia con un incidente scatenante che assume poi vie traverse e improvvise. Un imprenditore senza amici che per la troppa depressione è sul punto di chiudere la sua azienda dolciaria, rischiando di mandare a casa decine di dipendenti, tra cui i parenti di Lorenzo (Siani), impresario di se stesso con un'agenzia che permette di assumere un amico.

Un'idea per far sentire meno sole le persone, come il ricco direttore di Max Tortora, per ascoltarle nel momento del bisogno, per aiutarle a fare l'acquisto giusto, per aspettare insieme un amore lontano. Un impegno che Lorenzo si assumerà, far finta di diventare compare dell'uomo, anche se questo rasenta una truffa nel suo mestiere. Imbroglio a cui andrà aggiungendosi la squattrinata Maya di Matilde Gioli, utile solo a fare da contrapposto romantico al protagonista di Siani. Uno stile e un umorismo datati, che non tengono conto dei dettami della messinscena e del gusto estetico e narrativo di cui è giusto che anche le commedie si avvalgano. Una storia composta da scenette e situazioni incollate e appicciate l'una all'altra, messe insieme e saldate nella più esile delle maniere, ognuna scollegata dalla precedente e portata a condurre nei territori dell'assurdo. Non certo per volere, non per toccare le corde del nonsense. Ma perché la ragione di Tramite amicizia non la si sa proprio dove trovare. Come il perpetrare in ruoli, racconti e personaggi di cui mai nessuno vorrebbe essere amico.

Tramite amicizia Alessandro Siani continua a proporre sempre la stessa ironia e stavolta lo fa con Tramite amicizia. Un film in cui ogni battuta è telefonata e, perciò, si sa già che non farà ridere. Una storia che si tiene insieme in maniera esile e che non funziona né per sceneggiatura, né per scenette e né tantomeno per i momenti umoristici della pellicola. Una commedia datata, come sembra essere ormai il piglio del suo ideatore e attore protagonista.

4

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