Recensione Totò 3D - Il più comico spettacolo del mondo

Totò in 3D e 'restaurato' rivive in 'Il più bello spettacolo del mondo'

Recensione Totò 3D - Il più comico spettacolo del mondo
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Realizzato nel 1953 dal regista Mario Mattoli, Il più comico spettacolo del mondo (parodia de Il più grande spettacolo del mondo di Cecil De Mille) rappresenta il primo film italiano in 3D della storia del cinema (realizzato con un sistema - chiamato Podelvision dai nomi dei suoi inventori - per la ripresa tridimensionale che fu brevettato all'epoca da Carlo Ponti e Dino De Laurentiis e che rappresenta il precursore della moderna tecnologia 3D. Un sistema (che prevedeva l'uso contemporaneo di più macchine da presa e la successiva stampa di due pellicole identiche - una per l'occhio sinistro e uno per quello destro) e che per la sua difficile fruibilità - anche dovuta ai costi - venne sperimentato solo in Il più comico spettacolo del mondo, che oggi, grazie all'accurata opera di restauro, fortemente voluta da Aurelio De Laurentiis e poi realizzata da Cinecittà Digital Factory con la supervisione di Pasquale Cuzzupoli, riporta in vita l'intramontabile vis comica di Totò. Costruito tutto attorno alla sorprendete mimica e alla gestualità (unica nel suo genere) della maschera comica di Totò, il film non è altro che una collezione di esilaranti gag che hanno per protagonista il Principe della risata.

Il segreto di Tottons

Tottons (Totò) è un clown della grande famiglia del Circo, ma è anche un uomo con un terribile segreto che lo costringe a mascherare la sua identità dietro alle sembianze di pagliaccio. Il segreto di Tottons (che si aggira per i tendoni del circo sempre con un cane in braccio) è però continuamente minato dagli altri circensi (il focoso temperamento delle acrobate, la gelosia di un domatore, l'avidità del padrone Marco) e da un insidioso poliziotto sempre più insistente nelle sue indagini. Così, mentre la 'ruota circense' continua a girare imperterrita davanti a un variegato pubblico (composto oltre che dallo stesso trasformista Totò nei panni di sua madre, anche da tanti volti celebri dello spettacolo come Peppino De Filippo, Silvana Mangano, Anthony Quinn, Carlo Croccolo, Carlo Campanini) sempre più entusiasta dei numeri, Tottons, spaventato dalla possibilità che il suo segreto venga svelato, sarà costretto a vivere numerose e rocambolesche avventure, tra cui quella di improvvisarsi domatore di un nutrito gruppo di leoni e quella di reinventarsi assistente di un salone di bellezza, che infine (rin)salderanno il legame con il grande tendone del circo, in onore del quale Tottons comporrà poi la celebre "preghiera del clown".

Quando il vecchio appare più nuovo del nuovo

È davvero sorprendente scoprire come - a distanza di 60 anni - questa pellicola (ottimamente restaurata sia nelle immagini sia nel 3D, che appare paradossalmente molto più congeniale all'opera di quanto non appaiano tante altre roboanti pellicole coeve) risulti ancora moderna e divertente, sostenuta da una comicità che pare acquisire anziché perdere appeal con il passare del tempo. Sarà che l'ineguagliabile mimica di Totò, i suoi straordinari tempi comici e la capacità più unica che rara di trasmettere con un'espressione o un sorriso un universo a un tempo triste e gioioso avrebbero reso unica anche la più banale delle sceneggiature. Oppure sarà che l'essere comici (una dote innata che Totò di certo possedeva), ben diverso dal tentativo di apparire comici o recitare gag scritte per far ridere, è capace di trascinare in quella risata una ben più ampia schiera di individui (adulti o bambini). Fatto sta che, oggi, Totò 3D il più comico spettacolo del mondo appare più innovativo e appetibile di molti film italiani in circolazione. C'è sempre spazio per rispolveri del genere e ci auguriamo che il film trovi il giusto spazio distributivo alla sua meritata rinascita.

In seguito alla proiezione delle pellicola restaurata ha avuto luogo la conferenza stampa alla quale sono intervenuti il produttore Aurelio De Laurentiis, il curatore del restauro Pasquale Cuzzupoli, il ‘testimonial' della pellicola Alessandro Siani, e Liliana de Curtis (figlia del celebre comico). Qui di seguito alcuni stralci della conferenza.

De Laurentiis che cosa l'ha spinta a restaurare questa pellicola?

Aurelio De Laurentiis: In realtà il fatto che Il più comico spettacolo del mondo fosse stato realizzato in 3D già alla sua nascita mi era completamente sfuggito. Ma quando l'ho scoperto mi sono molto meravigliato (anche del fatto di come la pellicola sia piuttosto attuale per essere stata concepita 60 anni fa) e sono stato subito affascinato dall'idea di rimettere a nuovo la pellicola, realizzata in Podelvision, ovvero con due negativi, e che per altro era sensibilmente rovinata (soprattutto la pellicola dell'occhio sinistro) e necessitava dunque di una veloce restaurazione. Inoltre, in questi ultimi anni, sono state ristrutturate la cabine di distribuzione delle sale, che ora possono proiettare film in 3D, ciò vuol dire che rispetto all'epoca in cui uscì per la prima volta il film, oggi siamo molto più attrezzati per usufruire di questa tecnologia. Negli anni passati più volte i festival mi avevano richiesto la possibilità di avere la pellicola restaurata, ma quando abbiamo iniziato il restauro io non sapevo quanto ci avremmo impiegato, anche per via del fatto che come ho già detto la pellicola era fortemente danneggiata.

Come mai il Podelvision non venne più utilizzato?

A. De Laurentiis: Era una tecnologia troppo costosa per l'epoca e aveva poca spendibilità nelle sale, che al tempo non erano attrezzate (visto che serviva anche un silver screen che poi andava rimosso alla fine della proiezione). Inoltre, l'utilizzo degli occhialini, non sottoposti ai controlli igienici e di sterilizzazione di cui possiamo avvalerci oggi, poteva essere dannoso in quanto avrebbe potuto trasmettere congiuntiviti o malattie infettive dell'occhio.

Signora Liliana cosa ricorda di quest'esperienza di suo padre con il primo film in 3D?

Liliana De Curtis: Voglio ricordare che mio padre ha realizzato il primo film a colori e il primo film in 3D, questo perché era molto all'avanguardia e soprattutto perché amava che il cinema fosse sfruttato al massimo delle sue possibilità. Lui era assolutamente entusiasta di questo film che era una cosa senza dubbio molto innovativa.

Forse lui avrebbe voluto intitolarlo 3T?

L. De Curtis: No, non era così presuntuoso. Poi, vorrei ricordare a quelli che parlano dei suoi film come di opere a uso e consumo di un pubblico ‘campano', che mio padre era Totò l'italiano, proprio perché non ha mai parlato in dialetto (al massimo poteva usare qualche inflessione dialettale) ma solo ed esclusivamente in italiano. Lui si esibiva a Milano, a Firenze e diceva sempre che se uno spettacolo aveva successo in quelle città, allora poteva averlo ovunque.

Pasquale Cuzzupoli quali sono state le difficoltà nel restaurare la pellicola?

P. C.: Il negativo era ritirato nelle perforazioni ed è stato complesso scannerizzarlo senza rovinarlo. C'erano addirittura delle perforazioni che non esistevano proprio più, ed è stato necessario ricostruirle. Inoltre abbiamo dovuto fare un grosso lavoro con il sonoro, il tecnico ha dovuto ricreare con il sintetizzatore delle sillabe mancanti, poi il tutto è stato pulito al meglio dai fruscii ma, certo, qualcosa è rimasto (anche se a un orecchio non particolarmente allenato queste sfumature non sono nemmeno percepibili).

Alessandro Siani, come mai questo ruolo di testimonial del film?

A. S.: Io credo che noi comici siamo un po' tutti figli di Totò. Lui è passato dal bianco e nero al colore, e per questo motivo è un po' lo Steve Jobs della comicità. Quando io ero piccolo mio padre lavorava all'Alfa Romeo come operaio e faceva dei turni massacranti. Poi la sera io lo sentivo ridere davanti alla televisione, di fronte agli spettacoli di Totò. Ecco, penso che la comicità stordisca la povertà e la tristezza, e aiuti a riconciliarsi con la vita. Da piccolo ho sempre pensato a Totò come a un nonno simpatico, oggi penso a lui come a un padre, e credo che nel tempo sia entrato a far parte dello stato di famiglia di ogni italiano. Ancora oggi il materiale lasciato da Totò serve da spunto alla comicità; a breve, ad esempio, uscirà Benvenuti al Nord, e alcune delle scene del film rievocano il sapore di quando Totò va a Milano. Se la risata è un dono di Dio, io credo che Totò non abbia mai fatto peccato.


Totò 3D - Il più comico spettacolo del mondo Con la volontà di Aurelio De Laurentiis e la collaborazione di Cinecittà, Lo spettacolo più comico del mondo torna (speriamo) in sala. 70 minuti di pura e trascinante comicità che riportano in vita una delle più grande maschere comiche di sempre: Totò. Alcuni episodi (resi ancora più vicini allo spettatore dal capostipite del 3D, rimesso oggi a nuovo) della vita di un clown che nasconde un terribile segreto e che attraversa mille avventure per riconcilarsi con il mondo nella splendida e celebre 'preghiera del clown' che servono solo da mezzo e che sfumano di fronte alla gigante presenza scenica dell'indimenticabile Antonio De Curtis.

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