The Warriors Gate, la recensione del film con Dave Bautista

Un teenager americano appassionato di videogiochi si ritrova catapultato nell'antica Cina per salvare una principessa dalle mire di un crudele tiranno.

The Warriors Gate, la recensione del film con Dave Bautista
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Jack Bronson è un teenager americano che trascorre la maggior parte del suo tempo davanti ai videogiochi. Il ragazzo risente dell'assenza paterna, non ha mai avuto una fidanzata ed è vittima di bullismo da parte di una banda di teppistelli. La sua vita sembra però di fronte ad una svolta quando il proprietario del negozio dove lavora, specializzato in reliquie originarie dell'antica Cina, gli regala un antico vaso. La notte successiva Jack riceve la "visita" di un guerriero, Zhao, che dopo averlo ribattezzato con il soprannome di Cavaliere Nero, gli ordina di proteggere la giovane e bella principessa Su Lin per i giorni seguenti.
In The Warriors Gate, l'adolescente si trova così costretto a nascondere la regale coetanea da occhi indiscreti, tentando di farla ambientare nel nostro mondo, ma quando i due vengono attaccati da un gruppo di barbari scoprono che l'unica soluzione è fuggire all'interno del vaso, che si rivela essere una sorta di portale magico che conduce direttamente in una Cina d'altri tempi. Qui Zhao e Jack dovranno unire le forze per salvare Su Nin, nel frattempo caduta tra le grinfie di Arun il Crudele, re barbarico che ha intenzione di renderla sua promessa sposa.

All'avventura

Reale, virtuale e magia si mescolano in questa co-produzione internazionale (tra Cina, Francia e Canada) che porta la firma in fase di sceneggiatura di Luc Besson e del suo fidato collaboratore Robert Mark Kamen, qui alle prese con una rivisitazione del wuxiapian in ottica moderna, contaminato con il cinema fantastico di marchio hollywoodiano, e chiaramente indirizzata ad un pubblico generalista. Una sorta di operazione simile al coevo L'impero proibito (2008), anche se si paga l'assenza di due leggende del filone come Jackie Chan e Jet Li, con il qui comunque convincente Mark Chao (protagonista nei due ultimi episodi della saga di Detective Dee) a regalare sequenze marziali di discreto livello. L'espediente dei videogiochi nella parte iniziale è in realtà tirato molto per i capelli, con il teenager che da grande appassionato ed esperto combattente attraverso mouse e tastiera si trova a dover dimostrare abilità fuori dal comune anche in prima persona, affrontando nemici in carne e ossa sempre più numerosi pur di salvare la bella principessa (interpretata da Ni Ni, già nello straziante I fiori della guerra (2011)). Il plot non brilla nei suoi passaggi chiave per originalità, con alcuni risvolti forzati e un ancoraggio agli stereotipi sulla diversità di culture a tratti troppo ingenuo per risultare verosimile. La presenza di un villain occidentale inoltre, con il volto e il possente fisico di un pittato Dave Bautista, stona in un contesto tipicamente orientale.

Eroe per caso

Se preso come un innocuo divertissement The Warriors Gate si fa apprezzare nella sua leggerezza, e le numerose ventate di humour che fanno capolino in più situazioni nelle gag o nei dialoghi rendono il ritmo frizzante al punto giusto, con tanto di improbabili sequenze danzanti ad accompagnare i titoli di coda. Gli splendidi paesaggi cinesi, con la natura incontaminata a segnare la maggior parte della narrazione, si rivelano un puro spettacolo per gli occhi, mente l'avvincente colonna sonora ammanta di un vago senso di epica i passaggi più salienti, con uno sporadico utilizzo di gradevoli effetti speciali nella quest in cui si trovano impegnati i "due uomini della regina", figure complementari rivolte ognuna ad un relativo pubblico di riferimento. Fiaschette magiche, uno stregone in grado di bloccare il tempo e di usare il teletrasporto, sensuali ragazze demoni completano un parterre fantastico senza infamia e senza lode.
L'estetica del wuxia è rispettata con coreografie basilari che sfruttano l'ambiente, sia questo composto da aste di bambù nel cuore della foresta o da isolate fortezze nel bel mezzo del nulla, con l'epilogo che trova il canonico lieto-fine prima all'interno della Città Proibita ed infine nel nostro mondo, ennesimo elemento dicotomico caratterizzante la dualità di un film a cavallo non solo tra culture ma anche tra influenze di genere.

The Warriors Gate Tra Oriente e Occidente, tra wuxiapian e avventura adolescenziale di chiara derivazione ottantiana, The Warriors Gate è un discreto prodotto d'intrattenimento dedicato in primis ad un pubblico giovane e generalista, il quale trova non poche occasioni di divertimento nei cento minuti di visione. Un adolescente americano si trova catapultato nell'antica Cina e, con l'aiuto di un coraggioso guerriero locale, dovrà salvare una bella principessa: nei cento minuti di visione non manca nulla del relativo percorso di formazione, dalla scoperta delle proprie doti nascoste all'ovvio risvolto romantico, e l'eterogeneo cast (Mark Chao e il villain Dave Bautista su tutti) svolge il proprio compito con il necessario impegno. La la sceneggiatura firmata da Luc Besson non è sempre convincente e i paragoni con un'operazione molto similare quale L'impero proibito (2008) sono tutti a favore di quest'ultima. Il film andrà in onda stasera, martedì 25 settembre, alle 22.58 su PREMIUM CINEMA ENERGY.

6

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