Recensione The Unknown Known

Errol Morris analizza la politica estera americana del post 11/9 attraverso un serrato faccia a faccia con Donald Rumsfeld

Recensione The Unknown Known
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Donald Henry Rumsfeld, capo di Gabinetto della Casa Bianca all’epoca di Richard Nixon e in seguito Segretario della Difesa degli Stati Uniti fra il 1975 e il 1977 e poi ancora fra il 2001 e il 2006, ha rappresentato una delle figure politiche più discusse e controverse dello scorso decennio. Per anni uno dei più influenti consiglieri del Presidente George W. Bush, Rumsfeld è stato uno dei principali strateghi del conflitto in Afghanistan e della guerra in Iraq, nonché uno degli obiettivi delle polemiche contro le scelte di politica estera di Bush e le pratiche di tortura utilizzate negli interrogatori ai presunti terroristi (un tema, quest’ultimo, tornato prepotentemente al centro dell’attenzione mediatica pochi mesi fa, con l’uscita del capolavoro di Kathryn Bigelow Zero dark thirty). La parabola politica di Rumsfeld si è conclusa, dopo una lunghissima carriera, nel novembre 2006, quando Rumsfeld fu costretto a rassegnare le proprie dimissioni da Segretario di Stato in seguito al crollo di consensi dell’amministrazione Bush e alla pesante sconfitta del Partito Repubblicano alle elezioni mid-term.

Ed è proprio Donald Rumsfeld il protagonista assoluto di The unknown known, il documentario realizzato da uno dei più stimati registi americani di questo genere, Errol Morris, già autore nel 2003 dell’acclamato The fog of war (che gli valse il premio Oscar come miglior documentario dell’anno) ed ora in concorso al Festival del Cinema di Venezia. Il bizzarro titolo del film deriva da una frase pronunciata dallo stesso Rumsfeld in relazione allo stato di conoscenza (e di coscienza) dei cittadini americani rispetto alla reale situazione in Afghanistan e in Iraq e al suo riflesso fra i media internazionali: così come esiste un “known unknown” (fatti sconosciuti ma dei quali è appurata l’esistenza), Rumsfeld fa riferimento anche ad un “unknown known”, ovvero fatti ben noti ma che “non sappiamo di sapere”. Un apparente sillogismo che sembra voler suggerire la dimensione estremamente complessa ed ambigua del nostro grado di consapevolezza su alcuni dei più significativi eventi storici dell’era post 11 settembre. Un “unknown known”, un “noto ignoto”, che Errol Morris tenta dunque di esplorare attraverso un serrato faccia a faccia con Donald Rumsfeld in persona: l’intero film consiste infatti in una lunga, vivace intervista fra Morris e l’ex Segretario di Stato, che parte dalla lettura di alcuni fra i cosiddetti “fiocchi di neve”, ovvero i messaggi inviati da Rumsfeld a collaboratori, colleghi e perfino al Presidente.

Alle domande pungenti di Errol Morris, che con sottile sarcasmo rimarca le piccole e grandi contraddizioni di Rumsfeld avvalendosi di filmati di repertorio e di didascalie sovraimpresse, l’ex braccio destro di Bush nella guerra contro Saddam Hussein risponde sfoderando l’ironia ed i toni brillanti che spesso hanno contraddistinto i suoi interventi pubblici e i duri confronti con la stampa. Ad emergere è soprattutto la determinazione del personaggio e la forza delle sue convinzioni ideologiche, legate ad una visione autoritaristica e strenuamente conservatrice della politica estera, ma anche il singolare carisma che gli ha permesso di occupare alcune fra le cariche di maggior rilievo all’interno delle istituzioni del governo americano. Ed è proprio l’importanza storica di Rumsfeld e degli argomenti affrontati, per molti versi ancora di strettissima attualità, a rendere The unknown known un prezioso documento su quelle che sono state le decisioni e le azioni - giuste o sbagliate - della più grande potenza mondiale nel nuovo scenario aperto dall’attentato al World Trade Center. Peccato solo che Morris, paradossalmente, finisca per lasciare troppo spazio al suo “protagonista”, rinunciando almeno in parte al ritmo dinamico e alla carica satirica che caratterizzano invece gli analoghi documentari di un altro suo illustre collega quale Michael Moore, a sua volta un critico impietoso della politica di Bush.

The Unknown Known Errol Morris, il documentarista premio Oscar di The fog of war, nel suo nuovo film The unknown known, in concorso alla 70° edizione del Festival di Venezia, analizza la politica estera americana del post 11 settembre attraverso un serrato faccia a faccia con Donald Rumsfeld, ex Segretario della Difesa di George Bush e principale stratega della guerra in Iraq.

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