Recensione The Uninvited

Anna è tornata a casa, il terrore la attende

Recensione The Uninvited
Articolo a cura di

Sorelle

In seguito alla morte della madre, avvenuta in tragiche circostanze, la giovanissima Anna (Emily Browning ) viene ricoverata per anni in un istituto psichiatrico. Anche se turbata da incubi frequenti, la ragazza viene ritenuta definitivamente guarita e capace di tornare alla propria vita privata, scelta che la lascia comunque perplessa visti i propri disturbi d'ansia. Felice comunque della propria rinnovata 'libertà', Anna corre immediatamente dall'adorata sorella (Arielle Kebbel ), contenta quanto lei di poterla stringere nuovamente tra le sue braccia. L'elemento che, però, turba il ritrovato equilibrio familiare è la presenza di una nuova donna nella vita del padre: Rachel, ex infermiera della defunta madre, una donna affascinante che l'uomo aveva tenuto nascosta alla figlia durante il ricovero. Le due sorelle iniziano a sospettare che a causare la morte delle madre possa essere stata proprio la donna, bramosa di arrivare ad ogni costo al suo nuovo compagno. Iniziano così ad indagare, scoprendo che il passato della matrigna è tutt'altro che limpido e che, anzi, cela degli orribili segreti, così terribili da convincerle che l'obiettivo prossimo dell'impostore sarà eliminarle definitivamente. Nel contempo Anna inizia ad avere delle terrificanti visioni: sfigurati defunti visitano le sue notti insonni terrorizzandola e rivestendo l'aria di un'atmosfera surreale. La verità, però è lontana e le ragazze non sospettano nulla di ciò che sta per accadere e, una volta finito, tutto ciò resterà sarà l'orrore.

La solfa è la stessa, lo stile pure. Sono anni che lo sforzo da parte delle case di produzione statunitensi di riprodurre i successi del cinema orientale ha smesso di dare i suoi frutti. Nonostante ciò, piuttosto che attingere alle proprie facoltà, la scelta ricade sempre sul remake di turno, in una sorta di circolo-parassita-vizioso che sembra non riuscire ad avere fine. In questo caso la vittima di celluloide è Two sisters, l'acclamato thriller psicologico made in Korea diretto dall'eccellente Kim Ji-woon nel 2003. La pellicola originale godeva di un fortissimo fascino e di quella caratura perversa che da sempre caratterizza il cinema horror orientale, mentre invece, nella trasposizione a stelle e strisce, la regia patinata e l'atmosfera televisiva fanno di The uninvited un prodotto di discutibile qualità, a metà strada tra Shyamalan e uno dei tanti Greg Marcks. Un thriller psicologico dalle tinte horror, fortemente (ed ovviamente) influenzato dalle spaventosa atmosfere tipiche del cinema coreano. Buttando uno sguardo al cast, traspare fin da subito la natura del prodotto: a partire da Elizabeth Banks e Arielle Kebbel, belle come il sole e tipici soggetti da film horror americano del 2000 (accezione non proprio positivissima). Praticamente priva di ogni chiave di lettura concettuale, la pellicola riesce a godere solo degli elementi tratti dall'originale Two sisters, negando a se stessa ogni originalità, rifiutando il rischio di distinguersi da una catena di film che nulla hanno dato e che nulla daranno alle generazioni future, posto comunque in essere che questa non è la preoccupazione dei produttori considerato il successo del filone dei remake hollywoodiani degli horror asiatici.
Va però riconosciuto, in compenso, un livello recitativo sopra la media rispetto agli altri film di genere, solitamente abbandonati a se stessi e senza particolari eccelsi. Spiace però dirlo, il lavoro svolto dal regista Charles Guard (Inside out) appare, nel suo essere estremamente didattico e patinato, decisamente piatto, e non riesce emergere in alcun modo dalla massa (ma, forse, non aveva neanche la pretesa di farlo), né concettualmente né stilisticamente, nonostante la forza e i buoni esiti dell'opera originale.

The Uninvited The uninvited non dà nulla al cinema, è mero intrattenimento e, purtroppo, neppure ben fatto. Il film non si distingue da decine di altre pellicole della stessa natura e si presenta come l'ennesimo tentativo di convertire la forza del cinema orientale in un prodotto appetibile a tutti risultando, al contrario, decisamente meno digeribile e appetibile dell'opera originale.

4

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