The Suicide Squad, la recensione del cinecomic DC di James Gunn

Abbiamo visto in super anteprima l'avvincente, scorretto, cinico e divertente film dell'autore di Guardiani della Galassia, un trionfo su tutta la linea.

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La Suicide Squad è pronta a un nuovo sacrificio per salvare le sorti del mondo. Dopo gli eventi di Midway City, infatti, Amanda Waller (Viola Davis) decide di tenere in piedi il progetto Task Force X e spedire così i peggiori criminali DC imprigionati a Belle Reve in missioni impossibili da morte certa, considerandoli dei veri e propri scarti della società, degli insetti sacrificabili con cui giocare. La squadra che decide di inviare sull'Isola di Corto Maltese è composta da vecchie e nuove conoscenze: ci sono l'irriverente e stralunata Harley Queen (Margot Robbie), il compiaciuto Captain Boomerang (Jai Courtney), il leader Rick Flag (Joel Kinnaman), una donnola antropomorfa, un genio dei computer (Savant di Michael Rooker) e ancora i più importanti Peacemaker (John Cena), Bloodsport (Idris Elba), Polka-Dot Man (David Dastmalchian), Ratcatcher II (Daniela Melchior) e l'esilarante quanto affamato King Shark, doppiato in originale da Sylvester Stallone.

Sono loro gli instabili paladini della giustizia selezionati a costrizione dalla Waller per distruggere sull'Isola un laboratorio presso cui si stanno tenendo strani esperimenti, così azzardati da mettere in pericolo l'intera umanità. Come spesso accade quando tutto appare troppo semplice, però, la missione si rivela molto più complessa del previsto, con la Task Force X bloccata a Corto Maltese e una concatenazione di assurdità e imprevisti che metterà a dura prova spirito, pazienza e talento di ogni bad motherfuc*er coinvolto nella nuova, divertente, scorretta e spettacolare Missione Suicida ideata dal genio indiscusso di James Gunn.

The Suicide Squad e "i nuovi stupidi amici"

Quando uscirono le prime informazioni circa il coinvolgimento dell'autore di Guardiani della Galassia nel rilancio cinematografico del franchise di Suicide Squad, il primo pensiero di tutti fu un accostamento al suo lavoro in casa Marvel Studios, ragionando su di un cast corale e una base fumettistica (quella delle storie di John Ostrander) capace di non prendersi mai troppo sul serio.

Davanti alla visione del prodotto finale, oggi, la sorpresa e la soddisfazione più grande è dunque constatare come non solo The Suicide Squad si discosti con decisione dai toni e dallo stile dei cugini galattici Marvel, ma anche come ogni singola promessa fatta da James Gunn sia stata mantenuta, in primis quella di un riavvicinamento sostanziale al mood e al concept di base dei fumetti, che descritto dallo stesso autore significa "che questi sono supereroi del ca**o e di serie B considerati usa e getta dal governo degli Stati Uniti, inviati in missioni black-op, quelle alle quali probabilmente non sopravvivranno ma tanto chi se ne frega, sono prigionieri di mer*a senza chissà quali abilità". Vi sembra un punto di partenza sporco e cattivo? Beh, lo è, e pure cinico, irriverente, dissacrante, violento. C'è in effetti una parola per raccogliere tutta questa aggettivazione ed è "libertà". In effetti, mai come in questo film James Gunn è stato libero di muoversi come meglio voleva in un film studio, e questo perché - citando il buon Jai Courtney - "è come se la DC gli avesse dato le chiavi del regno spronandolo a fare letteralmente il ca**o che gli pare". E lui, accettando di buon grado, lo ha fatto. Eccome se lo ha fatto.

Dimenticatevi le cupe o indecise atmosfere del primo capitolo di David Ayer, perché The Suicide Squad - Missione Suicida è tutta un'altra storia. L'impronta autoriale di Gunn dà vita a uno dei migliori cinecomic DC e in generale dell'intera storia del sottogenere, svincolato fortunatamente da una formula troppo restrittiva e costringente per permettere a un titolo come questo di spianarsi la strada a suon di corpi macellati, battute spregiudicate, momenti di insana follia o prese di coscienza da diti medi puntati contro tutti.

Il film è al contempo il parco giochi preferito dell'autore (ha ripetuto più volte di non essersi mai divertito così tanto a scrivere e girare un progetto) e una delle montagne russe cinematografiche più sconsiderate e dannatamente spassose del panorama d'appartenenza attuale, perché composto da tanti momenti a loro modo capaci di rendere l'esperienza davvero indimenticabile.

Potremmo citarvi l'intero e inenarrabile prologo, la rivalità per la leadership tra Bloodsport e Peacemaker, la migliore scena d'azione mai confezionata con protagonista Harley Quinn o una serie di trovate stilistiche talmente grottesche da fare il giro e apparire geniali, uniche, davvero fuori di testa (segnatevi Polka-Dot Man!).

The Suicide Squad è James Gunn che prende le immaginarie teste di Guardiani della Galassia e della sua amata Troma e le costringe a limonare come se fosse il loro ultimo giorno di vita, senza freni come Deadpool eppure in grado di creare intorno a questo incontro una storia attuale e punteggiata narrativamente in modo fenomenale, con dialoghi veloci e accattivanti, relazioni ben strutturate (e stiamo parlando di una decina di protagonisti) e una certa emozione di fondo che si fa soprattutto viva nel terzo e ultimo atto, dove l'autore tira fuori il meglio delle sue capacità.
Non manca ovviamente una solida colonna sonora lavorata a scalpello sulle varie situazioni in gioco e una direzione del cast assolutamente brillante. La Harley Quinn di Margot Robbie è la migliore "versione" vista finora in sala, mentre la valorizzazione di John Cena nel ruolo di Peacemaker, tra il drammatico e l'impertinente, è quanto di meglio fatto finora con l'attore - e risulta chiaro il perché ci abbiano voluto scrivere una serie TV sopra.

Oltre a una centrata e magnetica interpretazione di Idris Elba (qui davvero al suo massimo dopo Luther), quello che stupisce è come "tutti questi nuovi e stupidi amici" riescano a ottenere ognuno a modo suo un momento di risalto all'interno del film, anche chi ha uno spazio davvero marginale nelle meccaniche del racconto. King Shark è comunque la mascotte di The Suicide Squad, il personaggio di cui tutti vi innamorerete e che comincerete a volere come migliore amico sempre al vostro fianco; una di quelle tante promesse che dicevamo essere state mantenute.

James Gunn ha in definitiva confezionato il suo film più maturo, libero, completo e fuori di testa, uno di quei titoli in grado di riassumere perfettamente l'ideale di cinema di un filmmaker e contenere senza troppe sbavature lo strabordante e irrefrenabile estro creativo e visionario di uno dei registi più talentuosi e richiesti della sua generazione, capace in sostanza di superare se stesso in un continuo gioco al rilancio, mai così fiero e sorridente nel poter riversare in un suo progetto tutto se stesso senza filtri eccessivi, raggiungendo per questo l'acme della sua autorialità.

The Suicide Squad - Missione Suicida Con The Suicide Squad - Missione Suicida, James Gunn confeziona il suo film più completo e maturo, ricco di ogni sfumatura necessaria a elevarlo nell'Olimpo dei migliori cinecomic finora mai prodotti e pure tra i più scorretti, irriverenti e violenti. Uno spettacolare saliscendi di momenti e situazioni tra l'esilarante e il fuori di testa, dove nessuno dei protagonisti coinvolti ha cinture di sicurezza e può dirsi salvo da un'eventuale dipartita. Esagerato, emozionante, cinico, divertente: The Suicide Squad è l'acme autoriale dell'autore di Guardiani della Galassia, qui libero di muoversi a suo piacimento senza particolari vincoli creativi e per questo fiero di riversare tutto se stesso in un film in cui risulta chiaro ed evidente l'ideale di cinema del filmmaker, una viscerale pomiciata cinematografica tra un cinecomic corale e un titolo della Troma. Dimenticatevi il passato: la nuova Task Force X muore dalla voglia di sorprendervi.

8.5

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