Recensione The Station

Un gruppo di ricercatori impegnati sulle Alpi svizzere si imbatte in una mutazione genetica dall'origine sconosciuta in The Station, horror austriaco di Marvin Kren che omaggia con gusto La cosa di Carpenter.

Recensione The Station
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Una squadra di ricercatori è al lavoro da mesi in un rifugio sulle Alpi svizzere per indagare sulle conseguenze del riscaldamento globale. Il team è composto da tre uomini e una donna: tra di loro vi è anche Janek, un ricercatore / guida al suo quinto anno di permanenza sul luogo. Durante una giornata di esplorazione Janek ed un suo collega si imbattono in un ghiacciaio coperto da uno strano liquido rosso: il responso della biologa, dopo aver analizzato un campione, è quello di trovarsi davanti ad un microorganismo di origine sconosciuta. La notte stessa Janek si imbatte nei pressi dell'accampamento in una creatura mostruosa, per metà volpe e per metà insetto, ma conoscendo la sua dipendenza per l'alcool gli altri membri non credono al suo resoconto dei fatti. Per di più il giorno seguente è attesa la visita di un ministro del governo, accompagnata da un gruppo del quale fa parte anche Tanja, l'ex fidanzata di Janek.

The austrian thing?

Gli elicotteri, l'amatissimo cane del protagonista, lo stesso look di questi ricalcato su quello di Kurt Russell / R.J. MacReady e l'ambientazione nevosa fanno subito saltare all'occhio l'evidente e voluto omaggio a La cosa (1982) di John Carpenter. E quando il massacro ha inizio, con gli animali vittima di orribili mutazioni ad assalire gli scienziati, ogni dubbio viene definitivamente cancellato: il regista Marvin Kren, già autore dell'ottimo zombi-movie Rammbock (2010), deve aver visto decine e decine di volte il classico del maestro newyorkese, oltre ad altri capisaldi del genere come Alien (1986), il cui facehugger viene palesemente citato in un paio di sequenze. The Station, conosciuto anche con il titolo alternativo di Blood Glacier, è una pellicola austriaca del 2013 che non ha timore di risultare poco originale, preferendo concentrarsi sulla creazione dell'atmosfera e sull'ottima gestione dei personaggi, mai banale (escluso un risvolto poco verosimile negli ultimi minuti, che non va comunque ad intaccare l'ormai conclusa trama principale). Horror che sguazza nei rimandi al passato trovando un piacevole sapore da b-movie ottantiano, ben espresso anche nella realizzazione delle creature mostruose, realizzate per la maggior parte senza bisogno di computer grafica ma con un abile uso di trucchi e modellini, riuscendo ad incutere la giusta dose di istinti splatter nelle numerose sequenze a tasso emoglobinico che, nonostante tutto, non eccedono mai in eccessi gore. I novanta minuti di visione sono pregni di un sano divertimento di genere, con la seconda parte a diventare un vero e proprio survival-movie nel tentativo di difendersi e/o sfuggire a nuovi ibridi animali sempre più grossi e cattivi, trovando inoltre una certa dose di sprezzante ironia nella caratterizzazione di alcune figure, su tutte quella della combattiva ministra di mezz'età. Gli splendidi paesaggi ed una regia in grado di mantenere sempre alta la carica tensiva contribuiscono, insieme a quanto detto in precedenza, a rendere il film un piccolo guilty pleasure assolutamente consigliato agli amanti del filone.

The Station Un horror piacevolmente classico nella sua salda appartenenza al filone, fiero delle sue derivazioni b-movie e del suo esasperato citazionismo, in particolare nei confronti de La cosa (1982). The Station diverte e intrattiene con ingredienti forse abusati ma messi qui in scena con una grande attenzione per i personaggi e le atmosfere, sfruttando al meglio il design inquietante di creature mostruose per una volta tanto non figlie della computer grafica. Il sapore anni '80 infonde alla visione una forza grezza e grintosa che, addentrandosi anche nello splatter e in una sprezzante e sottile ironia di genere, mantiene alta l'attenzione sino alla fine rinunciando inoltre al cliché dell'ennesimo colpo di scena dopo i titoli di coda.

7

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