The Soul, la recensione del thriller Netflix

Adattamento di un romanzo, il film di Cheng Wei-Hao è carico di molteplici spunti e colpi di scena, ma corre troppo nelle sue svolte narrative.

The Soul, la recensione del thriller Netflix
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Il procuratore Liang Wenchao ha da poco scoperto che la moglie, collega nella polizia, è incinta. La lieta novella però non può essere festeggiata appieno giacché l'uomo è malato di un cancro allo stadio terminale, con le sue condizioni di salute che continuano a peggiorare: la sola speranza potrebbe risiedere in un programma sperimentale di una nota compagnia farmaceutica, molto costoso.
Per cercare di guadagnare la somma necessaria e al contempo non trascorrere sul letto di un ospedale quelli che potrebbero essere gli ultimi mesi della sua vita, Liang chiede di poter tornare in servizio per indagare su un caso di omicidio finito nel mirino dell'opinione pubblica. La vittima, Wang Shicong, era il leader di una potente società che sta sviluppando rivoluzionarie cure tramite modifiche sul RNA; il colpevole è il figlio dell'uomo, visto dalla moglie dell'ucciso sferrare il colpo finale nei confronti del padre.
Il ragazzo, affiliato a una setta, odiava profondamente il genitore e dopo la tragica scomparsa della madre il loro rapporto si era definitivamente incrinato: basterà questo movente per giustificare un delitto così brutale? Liang intende vederci chiaro e durante le indagini scoprirà una serie di verità sempre più agghiaccianti - e nulla sarà più come sembra.

Senza tregua

Ha il merito di scorrere con un buon ritmo e di tralasciare inutili tempi morti, ma al contempo carica eccessivamente la storia di tematiche che spaziano su diversi argomenti, etici e morali, e rischia di poter generare un senso di confusione in uno spettatore poco avvezzo a credere all'impossibile.
Un difetto parzialmente riconducibile al romanzo originario di Bo Yang, ma mentre su inchiostro è più facile dilatare le dinamiche e approfondirle maggiormente, dando loro il giusto tempo per la relativa rivelazione, qui due ore sembrano non bastare e ha così luogo un susseguirsi ininterrotto di false piste e colpi di scena che, anche contestualizzati al prossimo futuro nel quale è ambientata la storia, "aggrediscono" chi guarda senza lasciargli il tempo di metabolizzare quanto ipoteticamente scoperto soltanto pochi minuti prima.
Forse un format seriale, con diversi episodi atti a esplorare la psicologia dei personaggi e il vissuto di ognuno, avrebbe consentito una maggior cura dal punto di vista narrativo, mentre qui si ha l'impressione di assistere a una corsa contro il tempo sì avvincente, ma forsennata.

Una, cento, mille verità

Distribuito nei cinema della patria cinese lo scorso gennaio e ora sbarcato per il mercato worldwide nel catalogo di Netflix, The Soul tira inizialmente in ballo la filosofia orientale, con antichi rituali buddisti e discorsi legati alla dicotomia tra lo yin e lo yang che sembrano far propendere per un'evoluzione mystery horror degli eventi.
Col procedere dei minuti è invece il cervello umano, oggetto di studio da parte della società al centro del delittuoso scandalo da cui tutto parte, a diventare protagonista, tra ipotesi di manipolazione mentale e altre ben più inquietanti che possono aprire interessanti spunti sui potenziali pericoli di certa scienza sperimentale e illegale, per la quale il corpo umano diventa di pari valore a quello di una cavia.
Stiamo ovviamente parlando di tecnologie ancora irrealizzabili, per quello che ne sappiamo oggi, ma che in un mondo a venire come questo possono aprire dibattiti di natura etica, sull'ossessione che i vivi hanno per i morti e quali siano i limiti da superare pur di salvare la persona amata.

La malattia del protagonista diventa perciò congeniale ai fini narrativi, e non un semplice espediente drammatico per suscitare quelle discrete emozioni che giungono negli ultimi minuti, mentre più gratuiti e forzati appaiono i riferimenti all'identità sessuale, che sono al centro di uno dei principali cliffhanger del racconto.
Il regista Cheng Wei-Hao, taiwanese come la maggior parte del cast, dirige con sicurezza e sfrutta le cupe scelte fotografiche quale inquieto accompagnamento estetico, in un racconto che già porta con sé un'abissale oscurità.

The Soul L'omicidio del leader di una nota compagnia, che da anni stava sperimentando rivoluzionarie cure per guarire il cancro, si tinge di atmosfere misteriose e inquietanti col procedere delle indagini, dove una serie di eventi sorprendenti si susseguono senza sosta. The Soul è sicuramente un film stratificato, ricco di spunti e tematiche, che paradossalmente finisce per pagare proprio tale densità di argomenti e colpi di scena: in più occasioni il pubblico non ha tempo di metabolizzare una rivelazione che una nuova falsa pista o un ribaltamento improvviso cambia di nuovo le carte in tavola. Indottrinamenti spirituali, una scienza medica che si spinge oltre il consentito, la malattia terminale del protagonista e molto altro caratterizzano le due ore di visione, adattamento di un romanzo di successo. Il risultato è un'opera senza dubbio complessa, a tratti coinvolgente e trascinante ma altrove imprecisa nella gestione del ritmo, tanto che una mezz'ora in più o una suddivisione in forma di miniserie avrebbe consentito di approfondire meglio la storia e i personaggi.

6

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