The Privilege Recensione: un horror privo di idee su Netflix

Il film tedesco si trascina per quasi due ore alternando sequenze noiose e grottesche, arrivando ai titoli di coda senza proporre nulla di memorabile.

The Privilege Recensione: un horror privo di idee su Netflix
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La scuola è uno dei setting più abusati dal cinema horror. I corridoi costeggiati dagli armadietti, il freddo squillare della campanella e la folla soverchiante di ragazzi in preda agli sbalzi ormonali: gli anni scolastici rimangono impressi nella psiche delle persone per il carico di ansia scolastica e sociale che si portano dietro, ma sono anche legati ai ricordi migliori della vita, tra amici, feste e primi amori. Basta quindi applicare un piccolo twist narrativo per trasformare questi anni tormentati in un vero e proprio incubo, e infatti i film "teen" horror sono quasi all'ordine del giorno, proprio per la semplicità che sottende la loro creazione.

Semplicità che non deve accoppiarsi alla banalità: ma se per ogni cosa esiste il suo contrario, ad It Follows - uno degli horror adolescenziali più innovativi degli ultimi anni (riscoprite la nostra recensione di It Follows, un piccolo classico del genere) - si contrappone The Privilege, un film totalmente privo di spunti. La pellicola tedesca appare tra i film Netflix di febbraio 2022 senza aggiungere nulla di nuovo allo sconfinato catalogo della piattaforma, inanellando per quasi due ore scene prive di qualsiasi creatività e giocando spesso con la pazienza dello spettatore.

Scuola e farmaci

La trama gira intorno a Finn (Max Schimmelpfennig), un ragazzo che frequenta una prestigiosa scuola privata che segue scrupolosamente i suoi studenti non solo a livello scolastico, ma anche medico e psicologico. Il sonno del protagonista è sconvolto da un trauma infantile che gli fa rivivere il suicidio della sorella maggiore, la quale, alla soglia dei 18 anni, si è tolta la vita dopo aver tentato la fuga da casa insieme al fratellino. La dottoressa che lo segue da tutta la vita gli prescrive dei farmaci per calmare l'ansia, pillole estremamente comuni tra coloro che frequentano la scuola privata.

Finn arriva all'ultimo anno del liceo senza spiccare per socialità né intelligenza, ma improvvisamente le sue paure cominciano a diventare molto più forti del normale, mentre una presenza oscura sembra aleggiare intorno agli studenti del liceo esclusivo. Insieme alla sua amica Lena (Lea van Acken) condurrà delle indagini che lo porteranno a svelare la verità inconfessabile che si cela all'ombra della prestigiosa scuola, portando alla luce i legami che uniscono la sua famiglia ad una rinomata società farmaceutica.

Horror blando

Fin dalla primissima sequenza del film, che ci mostra le origini del trauma infantile di Finn, si mostra la scarsezza creativa della trama: il suicidio della sorella (che in realtà si sviluppa più come un omicidio operato dal bambino) non ha nulla di speciale sia a livello narrativo che visivo e scorre via senza provocare alcun sentimento degno di nota.

Da quel momento The Privilege comincia a incasellare sequenze contraddistinte dal vuoto assoluto, con una trama che stenta a decollare a causa di scene interlocutorie che impediscono lo svolgersi degli eventi. Dopo mezzora di completo anonimato si affaccia timidamente la componente horror, attraverso modalità scialbe e irritanti, per poi ripiombare nella vita qualsiasi di un protagonista inespressivo e senza emozioni, che si barcamena con fare da smidollato tra le preoccupazioni per la sua famiglia e l'amore non corrisposto di una sua compagna. Gli sviluppi della trama vedono sempre più al centro della scena gli psicofarmaci che i medici prescrivono agli studenti con estrema naturalezza, e non c'è bisogno di una sconfinata cultura nel campo dell'horror per capire dove si andrà a parare. Con eccessiva lentezza si arriva ad un finale telefonato e senza passione, che ha come unico pregio quello di mettere la parola fine ad una storia sconclusionata.

Il senso di un film

Ciò che rimane di The Privilege è una noia soverchiante che porta ad interrogarsi sul processo creativo dietro a titoli del genere. Il film tedesco non si può definire un horror, perché le scene "spaventose" - definizione variabile per soggettività - sono letteralmente tre, e si concludono tutte con uno jumpscare così molle da lasciare esterrefatti. Potremmo definirlo un dramma, date le evoluzioni di una trama che si concentra sull'uso criminale degli psicofarmaci, ma non riesce a suscitare alcuna emozione o contatto con il pubblico a causa della pochezza dei protagonisti in termini di profondità caratteriale.

Gli sviluppi della storia, lenti e prevedibili, vengono intramezzati da sequenze di vita quotidiana molto scialbe, ai limiti del risibile, contraddistinte da una recitazione priva di spunti e da una fotografia che si appiattisce sui grigi. Dalla scena di sesso a tre all'esorcismo per scacciare un fungo, passando per la liceale che si infiltra nel laboratorio top-secret dell'azienda farmaceutica come se fosse il suo giardino di casa: l'intera pellicola si dimostra un ammasso di situazioni casuali senza un filo conduttore, e allo spettatore, una volta smaltita la delusione per due ore che poteva investire meglio, rimane solo l'imbarazzo e la voglia di dimenticare.

The Privilege The Privilege è un film anonimo nel panorama horror del catalogo Netflix (e non solo), una sequela di lungaggini sconnesse sul piano narrativo che riesce a sfiorare le due ore di nulla assoluto. La premessa semplice del teen horror si trasforma quasi subito nella confusione di chi non sembra sapere cosa vuole raccontare, alternando scene mediocri ad altre a dir poco noiose o, peggio ancora, tristi. Il comparto tecnico si adegua al livello narrativo, tra una recitazione priva di espressività ed una fotografia scialba e senza colore.

4

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