The Old Guard, la recensione del film Netflix con Charlize Theron

Un adattamento dal grande potenziale per lo più sprecato, che resta piatto e privo di mordente nonostante un cast eccellente e alcune valide intuizioni.

The Old Guard, la recensione del film Netflix con Charlize Theron
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Mentre attendiamo con impazienza l'arrivo delle prime produzioni a marchio Millarworld, Netflix rimpolpa la sua libreria streaming con diversi progetti tratti da fumetti d'autore "minori", rivolti a un pubblico di lettori hardcore e più maturi. L'ultimo in ordine temporale è questo The Old Guard diretto da Gina-Prince Bythewood (Love & Basketballs), tratto dall'omonima serie Image Comics di Greg Rucka e Leandro Fernandez, con il primo che risulta anche sceneggiatore dell'adattamento.
La storia è quella di un gruppo di mercenari immortali che operano nell'ombra per il bene dell'umanità. Sono guidati dalla carismatica Andromaca di Scizia (Charlize Theron), la più anziana del gruppo, con più di un millennio alle spalle, e sono in quattro: la condottiera, Booker (Matthias Schoenaerts), Nicky (Luca Marinelli) e Joe (Marwan Kenzari).

Appartengono tutti a epoche diverse - tranne Nicky e Joe - e sono legati tra loro da questa curiosa immortalità, condizione che proprio come una malattia autoimmune non è chiaro come si sia sviluppata e non è detto che possa durare per sempre. Nel tempo concessogli, comunque, scelgono di rimanere nascosti e agire come un gruppo privato militarizzato in missioni di soccorso, estrazione e assalto. Le cose cambiano quando, dopo secoli, scoprono l'esistenza di una nuova immortale, Nile Freeman (KiKi Layne), decidendo di recuperarla e addestrarla per farla unire al gruppo, ritrovandosi nel mentre smascherati e cacciati da una multinazionale farmaceutica senza scrupoli. Nonostante il suo incredibile dono, la Vecchia Guardia è costretta alla fuga e alla sopravvivenza, con l'obiettivo di preservare la propria libertà e il senso stesso delle loro azioni.

Uno standard da aggiornare

The Old Guard è un cinecomic davvero vecchio stampo, a suo modo vicino al Blade Trinity di David S. Goyer, che adatta un fumetto con piatta freddezza stilistica senza considerare aspetti filologici e concettuali dell'opera. La stessa regista, Bythewood, è un nome per lo più sconosciuto in quel di Hollywood, almeno nel genere degli action-fantasy, avendo diretto soprattutto film drammatici o sentimentali e qualche episodio di sitcom o serie tv di seconda mano. Il suo occhio è dunque attento a valorizzare le sequenze dialogate e il confronto tra i vari protagonisti o i loro nemici, meno a guidare la costruzione di un montaggio pertinente con la logica più movimentata e fantasiosa del progetto. Lo si nota da tante cose: dalle belle coreografie action smorzate in fase di editing, dai punti di ripresa scelti in diverse situazioni concitate, dalla superficialità con cui imita colleghi ben più brillanti nell'utilizzo di brani pop durante sparatorie o scontri corpo a corpo.
Non si può dire che sia diretto male, anche perché il fine ultimo di The Old Guard non è essere direttamente un action forsennato o un fantasy spinto al limite, eppure la sensazione è di un appiattimento artistico che in molti casi è ormai uno standard tutto di Netflix relativo a questo tipo di produzioni.

Accostato ad esempio ai riusciti 6 Underground o Tyler Rake , sfigura completamente e appare del tutto privo di personalità e carattere, spento al cuore del racconto, la cui fiamma è tenuta soprattutto attiva da una sempre fantastica Charlize Theron. Non arriva ai fasti e al fascino della sua Furiosa o di Atomica Bionda - anche per colpa della regia -, eppure ci mette passione e chiarisce in piccolo che la strada da lei intrapresa nel genere action è quella giusta, che più le si addice.

Il resto del cast ha un ruolo drasticamente più marginale, ma Luca Marinelli appare ad esempio davvero a suo agio in un film di genere di questo tipo, ormai estremamente internazionalizzato, con un ottimo inglese e la faccia giusta per la parte. Peccato per uno screen time davvero misero, in cui l'attore riesce comunque a dare un assaggio di una fisicità molto interessante, inedita per lui, almeno per come è ragionata in The Old Guard - di gruppo, tattica, militare.

Il comparto che più di tutti pecca nel profondo è però quello narrativo: superficiale, accelerato, senza un briciolo di focus. È un susseguirsi di scontatezze che non trovano neanche il tempo di lasciare spazio a qualche spiegone. Alcune scene si salvano grazie a un cast eccellente che proviene anche da circuiti autoriali, ma non c'è empatia con i protagonisti perché non c'è modo di svilupparne adeguatamente i tratti psicologici più identificativi.

Resta tutto su di un piano più o meno generico, anche guardando a relazioni sentimentali molto interessanti (forse il dialogo migliore è messo in bocca a Kenzari), il che è un peccato, perché senza guida automatica e un'audacia traspositiva più marcata, The Old Guard avrebbe potuto essere una gran bella sorpresa. Guardando anche al villain del film, l'AD della casa farmaceutica interpretato da Harry Melling, si nota la stessa svogliatezza espositiva ed evolutiva (sembra uscito dagli anni '90).
Il film si accontenta di avere buone sequenze d'azione che però non brillano, un cast convinto e in parte che però non entusiasma e un comparto tecnico-stilistico un po' svogliato. Con gli attori scelti e il potenziale intrinseco del fumetto, si poteva - e anzi si doveva - fare di più, soprattutto in un periodo come questo, in cui la battaglia delle produzioni via streaming è molto accesa. La sensazione finale guardando The Old Guard è stata quella di ritrovarsi davanti a un pilot troppo lungo di una serie TV, assistendo appena all'introduzione del setting e dei protagonisti, tirati fuori dal vero cuore della storia e dell'azione nel momento esatto del suo inizio.

Forse il fumetto di Rucka avrebbe funzionato meglio con una narrazione seriale, opzione accantonata per una questione di saturazione di mercato e lievitazione dei costi - troppo rischiosi da poter essere accollati. Forse The Old Guard è figlio di una logica produttiva ormai stantia, dieci anni nel passato, vicina a film come The Loosers ma con un livello tematico e una cura per le minoranze più marcata. Forse è semplicemente solo un progetto che non entusiasma e che lascia il tempo che trova: intrattenimento basico e senza pretese dello streaming 2.0, da sufficienza politica. ll compito svogliato di chi vuole essere promosso a tutti i costi senza impegnarsi.

The Old Guard The Old Guard racconta la storia di un gruppo di immortali che operano nell'ombra come mercenari, aiutando l'umanità. È un film assai generico nel suo sviluppo e nel focus dei protagonisti, di cui non vengono approfonditi i tratti psicologici più interessanti e salienti, nonostante da Charlize Theron a Luca Marinelli ogni membro del cast sia convinto e in parte. La regia e la sceneggiatura non brillano in alcun passaggio ma le sequenze d'azione - CQC o sparatorie - hanno buone intuizioni, smorzate però da un editing non proprio convincente. Va tutto a guida automatica e non c'è mai un attimo di vero entusiasmo, forse anche perché le logiche produttive dietro al film sembrano vecchie di dieci anni. È davvero una Vecchia Guardia, o probabilmente solo un film sufficiente a intrattenere due ore lasciando il tempo che trova, senza insediarsi nel ricordo dello spettatore. Il compito un po' svogliato di chi vuole essere promosso a tutti i costi senza impegnarsi più di tanto.

6.5

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