Recensione The Number 23

32:23 State pur certi che il vostro peccato vi ritroverà

Recensione The Number 23
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The Number 23 esordisce con Walter Sparrow (Jim Carrey) nel suo furgone da accalappia cani, intento ad ammazzare gli ultimi cinque minuti di servizio. Arriva una chiamata, però: un randagio sta seminando il terrore in un ristorante cinese. Walter, suo malgrado, accorre. Il cane gli sfugge, rimedia un morso, e tarda all’appuntamento con la moglie, che nel frattempo acquista un vecchio libro con la copertina rossa: The Number 23, di Topsy Kretts.
Il libro narra la vita di un certo Fingerling (nella pellicola sempre interpretato da Carrey, ovviamente), nato in uno sperduto paesino della campagna americana, che alla tenera età di otto anni si imbatte nel cadavere straziato della vicina di casa. Sarà questo terribile evento a segnare il resto della sua vita, che Fingerling dedicherà all'attività di detective. Walter nota subito incredibili somiglianze tra ciò che il libro racconta e ciò che lui ha vissuto in prima persona, e ben presto la sovrapposizione tra finzione e realtà diventerà tale da confondere lo stesso Walter, sino al punto di mettere in dubbio il suo stesso passato e la sua famiglia.

N23 parte bene, molto bene. I titoli iniziali riescono a infondere quella giusta dose di ansia ossessiva, introducendo lo spettatore in un mondo governato dal numero 23. Stupendo il primo viaggio di Walter nel mondo del libro, stupendo il primo contatto con il libro stesso, con cui Walter percepisce grande affinità. Ecco, se Number 23 fosse durato solo 15 minuti, sarebbe stato senza dubbio un film da cineteca, peccato che la pellicola di minuti ne abbia ben 95, e non tutti esattamente indispensabili.
Inaspettatamente il film vira in un giallo/noir, in cui il 23 si perde in discorsi strampalati e a tratti patetici, fini a loro stessi. I riferimenti ad esso saranno sempre presenti, è ovvio, ma spesso saranno così maldestri da risultare forzati e privi del benché minimo fondamento. Tristemente, e contrariamente allo scopo che un film del genere avrebbe, quando Walter parlerà con un esperto di numerologia, si darà molto più ascolto alle parole dello studioso che alle tesi di Walter. Immedesimazione nel personaggio zero, con buona pace di quella cosa chiamata suspance.

Ci si aspettava una gran prova da Carrey, dalla sua versatilità espressiva. Ne esce con una sufficienza piena, che considerando l’attore, sa di piena insufficienza. Nella versione reale/ossessionata non si percepiscono la paranoia né la frustrazione di un uomo che vede tutto dove gli altri non vedono nulla. Trova il 23 ovunque, ne rimane intrappolato, eppure visto da fuori appare come un bambino che gioca a fare il detective. Non c’è una componente di "genuina" disperazione, ne una di pura malsanità mentale. Nella versione di detective vero e proprio cerca di dar sfogo al suo estro, ma la resa finale non migliora granchè. Colpa di un personaggio forse caratterizzato non a sufficienza, colpa forse di un Carrey non in pienissima forma, fatto sta che nessuna delle versioni del protagonista fa bene ciò che deve.
La trama appare a tratti allungata, con alcune sequenze che ne appesantiscono la fruibilità; non è inoltre esente da buchi, che lasceranno inevitabilmente più di un interrogativo in chi la osserva.

The Number 23 The Number 23 è un film da buttar via? Sì e no. Diciamo che è un film che fa capire come buttar via una buona idea e un cast di livello. La trama è drammaticamente pretestuosa, dialoghi e sceneggiatura privi del minimo pathos, nonchè ricchi di falle. Difficilmente varrà la pena di una seconda visione.

6

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