The Northman Recensione: la grande epopea vichinga di Robert Eggers

Il regista di The VVitch e The Lighthouse torna a dirigere un grande film di genere, stavolta abbracciando un progetto di stampo più colossale.

The Northman Recensione: la grande epopea vichinga di Robert Eggers
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"Ti vendicherò, padre. Ti salverò, madre. Ti ucciderò, Fjolnir".

Il mantra che batte incessantemente nella testa di Amleth, martella con insistenza sull'incudine della sua mente, lo accompagna nel viaggio di una vita: quello che segna la sua inesorabile discesa negli inferi dell'ossessione, nel purgatorio della paranoia. Perché è pur sempre di ossessione che Robert Eggers parla in The Northman. Non quella religiosa e spirituale di The VVitch, non gli abissi della solitudine narrati in The Lighthouse (a proposito, recuperate sulle nostre pagine la recensione di The Witch e la recensione di The Lighthouse). È l'ossessione per la morte, quella funesta e vendicativa, che tormenta l'animo del protagonista del nuovo film di Eggers, nelle sale cinematografiche italiane dal 21 aprile. Un'altra grande prova autoriale di un cineasta giovane ma già deciso e competente, così vicina nei temi alle sue opere precedenti, eppure così lontana per atmosfere e ambizioni. Ma comunque imponente, come le gesta di un vichingo invincibile e irrefrenabile.

Un viaggio per il destino

In collaborazione con lo scrittore islandese Sjon, Robert Eggers firma anche una sceneggiatura intrisa di coraggio contaminando il mito con la storia, la leggenda con il folklore. Parte da una premessa semplice, a tratti quasi scolastica, traendo ispirazione dall'Amleto shakespeariano.

The Northman è dunque la storia di Amleth, giovanissimo principe vichingo che un giorno si vede strappato all'innocenza, ai suoi cari, e non di meno al regno che gli spetta per diritto di nascita. Tornato trionfante dalla guerra, re Aurvandil (Ethan Hawke) viene brutalmente assassinato da suo fratello Fjolnir, bramoso da tempo di impossessarsi tanto del trono quanto della splendida regina Gudrun (Nicole Kidman), sposa di Aurvandil e madre di Amleth. Una volta compiuto il massacro, lo spietato zio ordina anche l'uccisione del suo piccolo nipote, che riesce invece a scampare alla morte e a fuggire verso terre lontane, giurando odio eterno e vendetta verso colui che ha distrutto la sua vita, promettendo che un giorno sarebbe tornato per salvare la sua famiglia dalle grinfie del tiranno e riprendersi ciò che è suo.

"Ti vendicherò, padre. Ti salverò, madre. Ti ucciderò, Fjolnir".

Tre frasi che diventano la ragione di vita del protagonista, che una volta cresciuto razzia come un selvaggio nella terra dei Rus, trucidando e saccheggiando con inaudita ferocia, con l'ira nel cuore e la tristezza di un orfano negli occhi, i muscoli tratti nell'imponente fisicità di un Alexander SkarsgArd quanto mai imponente. Tuttavia, quando un oracolo gli predice che è giunto il momento di compiere il suo destino, di imbracciare la lama e di affondarla nel petto del fato, Amleth capisce che è tempo di reclamare il sangue che gli spetta e di sfidare la più grama delle sorti: infiltrarsi nel regno di Fjolnir da schiavo, avvicinarsi all'usurpatore e consumare l'agognata vendetta.

"Ti vendicherò, padre. Ti salverò, madre. Ti ucciderò, Fjolnir".

La cantilena che il figlio perduto di Aurvandil ripete a se stesso sembra condurre verso uno sviluppo scontato, pare traghettarci verso un epilogo già visto e ampiamente prevedibile. E invece Robert Eggers, con il suo The Northman riesce a sovvertire gran parte delle aspettative, partendo dal mito shakespeariano per costruire un mosaico meno classico, più complesso, un'oscura ballata cavalleresca intrisa del sangue e del ghiaccio vichingo, alimentato dal vento gelido del profondo Nord, cosparso della leggendaria magia norrena. Sono il fato, i simboli e i presagi a guidare la mano di Amleth, sono le maschere del pantheon a indicargli la strada, sono i corvi gracchianti di odino e le urla assordanti delle Valchirie al galoppo a fomentare l'animo di questo indomito e furioso berserker.

I vichinghi secondo Eggers

Nonostante le premesse sopracitate, The Northman non è un film fantasy, né una pellicola ambientata del tutto nel misticismo norreno. Parte della grandiosità dell'opera di Eggers sta proprio nell'essere un film sulla mitologia scandinava pur rimanendo saldamente ancorato alla realtà senza per forza scivolare nel fantastico.

Eggers racconta le suggestioni e la magia della cultura nordica con sguardo onirico e simbolico, ma soprattutto col piglio di un autore che sa di doversi assumere dei rischi. A partire dal minutaggio, lungo e complesso, intervallato solo di tanto in tanto con un'azione violenta, sporca, cruda, marcescente. E non tutti i rischi, inoltre, finiscono per rappresentare una scommessa vinta: non tutto è perfetto, nel grande disegno narrativo di The Northman, specie per quanto riguarda segmenti di storia e personaggi un po' troppo didascalici e telefonati. È il prezzo che The Northman, per essere tale, deve pagare a se stesso: la terza pellicola di Eggers è la più imponente, colossale e ambiziosa tra suoi i progetti approdati sul grande schermo, e nel ricoprirsi di tale veste deve inevitabilmente accettare i compromessi (soprattutto in fase di scrittura) di un film pensato per adattarsi meglio al grande pubblico. Il risultato è un'opera meno patinata e indipendente rispetto a The VVitch, meno sperimentale e coraggiosa di The Lighthouse. Ma, nella maniera più assoluta, non meno autoriale, non meno coraggiosa delle precedenti. Anzi: più cruda, più grande, più epica.

The Northman è a tutti gli effetti l'epopea vichinga di Robert Eggers, un viaggio unico e particolare nella mitologia scandinava, un viaggio di vendetta e ossessione scandito dai ritmi vibranti di una colonna sonora non meno imponente della sua magniloquente messinscena. Un film importante, prezioso, viscerale, a cui manca quel guizzo finale per diventare totale. Ma rimarrà memorabile nella filmografia del suo autore, come la filastrocca mortifera che romba a tambur battente nella mente di Amleth.

"Ti vendicherò, padre. Ti salverò, madre. Ti ucciderò, Fjolnir".

The Northman The Northman è un film meno “indipendente” e sperimentale rispetto agli esordi di Robert Eggers, ma è senza dubbio la sua opera più imponente. Pur travestendosi da kolossal, l’epopea vichinga dall’autore di The VVitch e The Lighthouse è una pellicola profondamente autoriale, che parla di mitologia scandinava tra suggestioni e sequenze oniriche senza mai scomodare davvero il fantasy, ma anzi mantenendosi fortemente ancorata alla realtà. Proprio in quanto pellicola concepita per un pubblico più ampio, pur rimanendo coraggiosa sotto svariati aspetti narrativi, presta il fianco a qualche stucchevolezza di troppo in fase di scrittura: un difetto che non macchia un viaggio a dir poco incredibile nei meandri di una mente furiosa, ossessionata e vendicativa.

8.5

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