The Mask - Da zero a mito, la recensione del film con Jim Carrey

Un timido bancario trova una maschera che lo trasforma in un personaggio fumettistico e invincibile nel cult anni '90 di Chuck Russell.

The Mask - Da zero a mito, la recensione del film con Jim Carrey
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Stanley Ipkiss è un timido bancario a cui non ne va una giusta: troppo remissivo nei rapporti con l'altro sesso, dileggiato dai superiori sul luogo di lavoro e con una macchina scassata quale mezzo di locomozione, l'uomo vive in un piccolo appartamento insieme al cane Milo. Tutto cambia quando una sera, dopo l'ennesima giornata storta, trova nel fiume una misteriosa maschera che, indossata, lo trasforma in un bizzarro personaggio in zoot suit e dalla faccia verde dotato di incredibili poteri, amplificando anche certi lati del suo carattere. Sotto queste nuove spoglie Stanley riesce a far colpo sulla bella Tina, pupa dello spietato gangster Dorian Tyrell e acclamata ballerina/cantante del Coco Bongo Club, ma si attira anche l'ostilità del mafioso per aver rapinato una banca di sua proprietà. Anche la polizia è sulla tracce del misterioso The Mask, con gli indizi che sembrano sempre più correttamente riportare proprio alla figura di Stanley.

Dietro la maschera

Sfumeggiante (e non spumeggiante da come molti erroneamente ritenuto) è il miglior termine con cui riassumere le atmosfere di questo cult degli anni '90, vero e proprio trampolino di lancio insieme ad altri due contemporanei cult quali Scemo & più scemo (1994) e Ace Ventura - L'acchiappanimali (1994) per la carriera di un allora trentaduenne Jim Carrey, nonché debutto di peso per l'esordiente Cameron Diaz. Inutile dire che il principale punto di forza del film sia l'interpretazione del suo protagonista, capace grazie anche ai sontuosi effetti speciali dell'Industrial Light & Magic di dar vita a un personaggio irresistibile che si rivela efficace adattamento dell'omonima figura a fumetti edita da Dark Horse, pur con le notevoli libertà narrative che hanno trasformato il progetto originario in una commedia romantica guardante al cinema classico.
Una storia di riscatto e dalle influenze noir, genere omaggiato in questa sorta di parodia de Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde aggiornato alle moderne tecnologie, in cui l'esagerazione farsesca si fa inaspettato luna park di invenzioni pirotecniche, tra battute a effetto in serie e una gestione delle gag che mescola nel miglior modo possibile un'ispirata goliardia e un giocoso impatto action puntante a un costante sense of wonder nelle sempre più sfaccettate trasformazioni del Nostro, pronto nella sua forma sovrannaturale a combinarne di tutti i colori senza freni inibitori. Il sottile erotismo nel rapporto tra Ipkiss e Tina, figlio di un improbabile e inconsapevole menage a trois, la presenza di giocose figure secondarie determinanti ai fini degli eventi, un villain e relativi scagnozzi altrettanto caricaturali e il cagnolino Milo, al centro anch'esso di un paio di sequenze da "posseduto", contribuiscono ad aumentare quella dose di scattante divertimento con la giusta varietà di situazioni e modi, accompagnando il tutto con esilaranti inserti musical e i dilemmi morali percepiti dall'uomo dietro la maschera.
Il regista Chuck Russell, già autore di un hit di genere quale Blob - Il fluido che uccide (1988), procede a ritmo indiavolato sfruttando con equilibrio l'eccellente comparto tecnico e umano e i cento minuti di The Mask - Da zero a mito non concedono un attimo di tregua, come se si fosse trasportati su un treno in corsa dalla velocità sempre maggiore in una storia che, a dispetto dell'incipit fantastico, possiede una notevole carica empatica: d'altronde chi non vorrebbe, almeno per un giorno, indossare un travestimento con cui dar vita ai propri lati più esuberanti?

The Mask - Da zero a mito Un istrionico e incontenibile Jim Carrey, in incognito sotto la lokiana maschera verde per buona parte della visione, è l'assoluto protagonista di questa commedia simbolo degli anni '90, geniale meltin' pot di toni e atmosfere che partendo dall'origine fumettistica dà vita a una messa in scena colorata e fracassona, in cui l'esagerazione intelligente si fa immediata chiave di lettura di un racconto, seppur non privo di sfumature, tendente al divertimento più sfrenato e genuino ad altezza di grandi e piccini. The Mask - Da zero a mito è un inno al trasformismo del cinema stesso, versione moderna di Dottor Jekyll e Mr. Hyde che si presta a un caleidoscopio di invenzioni visive (supportate dagli incredibili effetti speciali) sempre sul pezzo che trascinano su un ritmo incessante i cento minuti di visione, con tanto di gradevole love-story in sottofondo vedente quale donna dei desideri una mai così sexy Cameron Diaz.

8

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