La LEGO Duplo è la linea di giocattoli a mattoncini dedicata ai più piccoli, semplificata nei pezzi e nelle forme. Differente quindi dalle linee per i più grandi, pensate per adattarsi alle capacità di fruitori più maturi, bambini più cresciuti o anche adulti e collezionisti. Se avete amato e rivisto a oltranza l'ottimo The LEGO Movie del 2014, saprete benissimo come proprio gli Alieni Duplo, a fine film, giungevano nell'ormai ridente Bricksburg liberata dalla minaccia del Kragle per "giocare" con Emmet (Chris Pratt), Lucy (Elizabeth Banks), Batman (Will Arnett) e gli altri protagonisti.
Arrivavano all'improvviso, dopo che l'Uomo di Sopra (Will Ferrell) capiva quanto la sua ossessione per i LEGO fosse deleteria per lui e per il rapporto con il figlio, tanto da arrivare ad aprire le porte del suo scantinato e della sua enorme collezione di mattoncini a Finn... e alla sorella più piccola, tenuta in disparte fino alla fine. Ora anche lei ha il permesso di usare i LEGO del padre ma, nelle forme semplici e contorte che la sua mente ancora infantile sceglie di creare, lei punta a delle creature aliene che vogliono solo invadere Bricksburg per giocare con i suoi abitanti.
In città scoppia il panico e, dopo un tentativo di pacificazione con gli estranei da parte di Emmet in stile Mars Attacks!, i Duplo cominciano a distruggere la metropoli di mattoncini, spazzando via tutto e tutti per poi andarsene e ragionare sul prossimo attacco. Tutto questo dura cinque anni, periodo di tempo durante il quale Bricksburg diventa Apocalypseburg e i suoi cittadini si induriscono, cercando di continuare a vivere in un mondo vicino alle wasteland di Mad Max, sull'orlo del collasso, in attesa di una nuova invasione.
Tutti tranne Emmet, che non riesce a lasciarsi alle spalle un immotivato entusiasmo per la vita, dove "tutto è meraviglioso" anche se in fondo niente lo è, soprattutto dopo l'arrivo di una nuova e ben più grande minaccia dei Duplo.
Ancora più grande, ancora più pop
Nei cinque anni trascorsi dal primo film, ne sono passati di mattoncini sotto i ponti LEGO. Il franchise ha infatti preferito espandersi in vari spin-off prima di tornare per questo The LEGO Movie 2, sequel che continua la storia di Emmet e dei suoi amici, riprendendo le fila dall'esatto punto in cui si erano interrotte. Per colmare questo grande gap e mantenere intatto l'elemento reale del film - qui persino più centrale rispetto al precedente capitolo -, Phil Lord, Chris Miller e Raphael Bob-Waksberg scelgono allora la strada "dell'avanti veloce", sfruttando la voce di Lucy quale narratrice profonda e drammatica per raccontare le vicende alternatesi dopo l'arrivo di Duplo. Riescono in questo modo a riconnettersi perfettamente al finale del primo film e a passare con intelligenza a una nuova avventura completamente originale, mantenendo intatto il patrimonio psicologico dei personaggi e la struttura del mondo, riuscendo a far evolvere entrambe.
Da una parte viene espansa la galassia LEGO. L'avvento del Generale Sconquasso e il rapimento di Lucy, Batman, Benny, Unikitty e Barbacciaio costringe infatti Emmet a partire in loro soccorso verso il Sistema Sorellare, da solo. Questo per Lord, Miller e Waksberg è il modo per ridurre prontamente molti personaggi già apparsi nel primo film, senza saturare la storia di presenze superflue o con citazioni dal sapore di deja-vù.
Niente più Vitruvius o Lord Business, insomma, ma un parterre di protagonisti nuovo e molto diverso, eccetto ovviamente Emmet e i compagni rapiti, che restano centrali. Vengono così introdotti gli Alieni del Sistema Sorellare, comandati dall'ambigua regina Wello Ke-Wuoglio, intenzionata a portare a termine una cerimonia che, stando alle visioni di Emmet, scatenerebbe l'Armammageddon. Proprio il protagonista, tentando di impedire questa catastrofe, si imbarca in una missione che lo porterà a incontrare Rex Rischianto, coraggioso avventuriero belloccio e sfacciato dello spazio che aiuterà Emmet contro il Sistema Sorellare.
I nuovi personaggi sono esuberanti, divertentissimi e di grande fascino, soprattutto perché appaiono moralmente criptici, costringendo il pubblico a un continuo decifrare i loro atteggiamenti e le loro parole, in particolar modo quelle della Regina - alla quale è dedicata una delle nuove canzoni del film - e di Sconquasso. Tutto si mantiene comunque su di un livello d'intrattenimento bulimico ma mai pleonastico, se vogliamo, non superficiale o ridondante ma volto interamente a spettacolarizzare le sequenze con uno stile visivo colorato, ricco di dettagli e di momenti che - a tratti - superano quelli del primo, glorioso capitolo, con cui si pone in un rapporto qualitativo comunque molto bilanciato.
Cerca anche di aggiungere più canzoni e un elemento pop più marcato, in parte riuscendoci ma spesso eccedendo nelle intenzioni, che sono sì cristalline, ma immerse nella volontà di allungare il brodo in ogni modo possibile (la Cacthy Song, a ogni modo, non vi uscirà dalla testa).
C'è però una senso di maturità molto più solido rispetto a cinque anni fa, con una caratterizzazione dei personaggi più decisa, volta a un'evoluzione introspettiva chiara ed efficace, che scherza e sfrutta molto l'elemento meta-testuale e filosofeggiante del franchise, riuscendo a manipolarlo a dovere per renderlo fruibile e divertente da grandi e piccoli.
È tutto ok
The LEGO Movie 2 è dunque un film più maturo del predecessore, perché riesce ad affrontare tematiche sempreverdi o attuali come l'empowerment femminile o l'accettazione di se stessi con taglio ironico e spesso non sense, eppure questo sequel vuole in particolar modo ridurre alla sua essenza primaria il senso del gioco, che è poi la condivisione. Si dibatte molto sul crescere i bambini in modo sano, dandogli dei saldi principi morali tra i quali spicca soprattutto il rispetto e l'amore per gli altri, specie se si tratta di una sorella o un fratello più piccoli. Il problema è che, crescendo, il divario generazionale aumenta e gli interessi in comune vengono a mancare, mentre i litigi - magari - diventano sempre più presenti. È così che da una parte si può diventare gelosi della propria privacy o dei propri giocattoli mentre dall'altra, quella più infantile, si fa forte il desiderio di poter condividere ancora il proprio mondo con la persona a cui si vuole più bene.
Tutto questo può creare dei cortocircuiti, però, che The LEGO Movie 2 sfrutta a dovere anche per parlare di una tossicità maschile che domina e distrugge ancora gran parte del mondo, raccontando di una femminilità che si pone in aperto contrasto a questo atteggiamento nocivo. Sembra quasi ripescare l'idea di Toy Story in merito al rapporto tra il perfido Sid e la sorella più piccola: lui una catastrofe su gambe, lei la dolce principessa che corre in aiuto dei giocattoli feriti.
Il film è poi ancor più consapevole della totale mancanza di irrealtà del mondo in cui si muovono i suoi protagonisti. Emmet e gli altri sono ormai consci del fatto che ogni loro azione sia guidata dalle fantasie astruse di un adolescente, dove tutto è infatti più assurdo, più grande e meno sofisticato rispetto alle idee di perfezione del padre. In The LEGO Movie 2 ogni mattoncino è al suo posto e contribuisce a formare una costruzione solida, bella da vedere e molto curiosa. Si perde fisiologicamente l'effetto novità rispetto al predecessore, ma poco importa, perché la storia evolve nel modo migliore e il divertimento è assicurato, esattamente come una riflessione inaspettata e pregna di significato.
Non tutto è meraviglioso: lo sanno benissimo il regista e gli sceneggiatori e lo capiamo presto anche noi. L'idea particolare è però questa: che niente vuole essere meraviglioso, allontanando una perfezione inarrivabile per concentrarsi invece sulla realtà delle cose, sui rapporti personali, sulla vita stessa, dove si possono affrontare momenti terribili e sbagli clamorosi soltanto quando si è insieme. Allora sì, si potrà dire "E tutto ok".
A cinque anni di distanza dal primo film, esce nelle sale The LEGO Movie 2, dove il regista Mike Mitchell e gli sceneggiatori riprendono esattamente le fila dal finale del precedente capitolo. È un sequel che espande a dismisura la portata della galassia cinematografica LEGO e riesce a rappresentare una funzionale ed entusiasmante evoluzione pop di ogni elemento positivo di The LEGO Movie. Ci sono più canzoni (la Catchy Song resta davvero in testa!), più situazioni assurde, più colori (letteralmente), più personaggi e più maturità. Specie nel sottotesto, infatti, The LEGO Movie 2 si dimostra incredibilmente solido e con tratti filosofeggianti riusciti, merito dell'apporto alla scrittura del creatore di BoJack Horseman. L'esistenzialismo è infatti una delle grandi chiavi di lettura del franchise, ma si approfondisce molto anche il rapporto fratello-sorella e la tematica dell'empowerment femminile, di cui il Sistema Sorellare è grande emblema. Un film ironico, brillante, a tratti persino sconclusionato nella sua follia visiva bulimica e assuefacente che riuscirà a intrattenere grandi e piccoli con la stessa intensità.