Recensione The Hole in 3D

Due fratelli, una nuova casa, la porta per il terrore.

Recensione The Hole in 3D
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Un cinema di genere come l'horror, coinvolgente, ricco di stile, spesso dai caratteri postmoderni che aggiungono carisma alla narrazione rivestendola di ironia, può vantare degli autori poliedrici e dall'illustre passato. Joe Dante è una delle icone di quel cinema a metà tra l'horror ed il fantastico che tanto ha caratterizzato gli anni 80, contribuendo a formarne gli elementi più rappresentativi tra miti ed icone. Dopo L'ululato, i Gremlins, Small Soldiers, due episodi del Masters of Horror e molte altre chicche di genere, il regista è entrato nella storia imponendosi con uno stile personalissimo e apprezzato per tornare oggi, firmandone la regia come un evento di cui tener conto, con The Hole in 3D, un horror dalle tinte giovanili adatto ad un pubblico di ogni età, scritto da Mark L. Smith (già autore di Vacancy e del suo sequel, abbastanza apprezzati dal pubblico americano) ed interpretato dai giovanissimi Chris Massoglia, Haley Bennett e Nathan Gamble

The hole(?)

L'arrivo in una città di provincia di Dane e Lucas, due giovani fratelli da poco trasferitisi da Boston con la madre, non sembra aver destato molto scalpore. Annoiati dalla monotona vita di paese e spesso chiusi in casa, i due incappano casualmente una misteriosa botola serrata, nascosta sotto un tappeto nello scantinato. Dopo aver fatto amicizia con la bellissima vicina di casa Julie, i tre decidono, presi da un perverso entusiasmo, di aprire i lucchetti che tengono chiusa la botola: al suo interno in nulla, un pozzo apparentemente senza fondo completamente buio che non emette alcun rumore e dal quale evidentemente è il caso di stare alla larga.
I ragazzi dimenticano di chiudere con i lucchetti la botola ed i giorni successivi accade loro l'impensabile: le loro paure più recondite sembrano prendere forma iniziando a tormentare, prima degli altri, il piccolo Lucas, terrorizzato dai pagliacci. A metà tra l'horror e la commedia prende forma un racconto dalle tinte oniriche che riesce ad emozionare gli spettatori grazie ad una sconcertante onestà

L'inferno di Dante

The Hole in 3D non è propriamente un film horror, anzi.
Sarebbe più adatto descriverlo come una commedia dalle tinte pittoresche e dai risvolti fantastici perchè, prescindendo dalle intenzioni, il film non riesce a far davvero paura. Non è di certo una colpa, ma neppure un merito: molto semplicemente vive di una propria identità, per molti aspetti ingenua (volutamente) e giovanilista. Joe Dante dirige un film che - nell'accezione più positiva del termine - ricorda molto gli episodi di piccoli brividi in voga negli anni '90 e, non a caso, The hole sembra uscito proprio dalla penna di R.L.Stine.
A contribuire a rafforzare l'impressione è la caratterizzazione di tutti i mostri, incubi e paure che si materializzano dal buco, realizzati in modo tanto pulito da renderli adatti e spaventosi per un pubblico di ogni età, senza mai eccedere nell'estremo.
Piacevole e divertente non appare mai scontato, neppure nei momenti che a dire il vero banali lo sarebbero se solo non fossero diretti da una mano maestra come quella di Dante che fa suonare l'ovvietà non come scontatezza, ma come "la cosa giusta da fare".
Lontano comunque dallo stile rude e dalla fotografia sgranata che lo hanno reso da sempre un regista riconoscibilissimo, Dante ora cede il suo modus operandi in favore di una fotografia e di una regia laccatissimi, vicini più ad un prodotto televisivo che ad un film per il cinema.
E' lì che infatti The Hole troverà il suo maggior successo, sul piccolo schermo visto anche che il 3D, per una produzione in tal senso ingenua, non è assolutamente necessaria e che, per questioni del tutto pratiche, toglie nitidezza e brillantezza ai colori.
The Hole è un buon film, diretto e scritto bene, fatto di momenti piacevoli che non lasciano spazio al piattume, sicuramente lontano dall'eccellenza e dallo stile crudo che ci si aspetterebbe da una leggenda come Joe Dante, il film fa il suo lavoro con più lode che infamia e chiude gli spettatori, per tutta la sua durata, dentro una botola oscura.

The Hole in 3D The hole in 3D è un buon film che non vanta né pretende di essere un capolavoro e che racconta una storia interessante, come troppo spesso il cinema non riesce a fare ed affida il ruolo di narratore ad un regista eccellente come Joe Dante che, seppur diversamente dal solito, riesce a raccontare il film in modo mai spiacevole. Un gradito ritorno alle atmosfere e ai climi del cinema fantastico anni'80 da parte di uno dei fondatori di quello stessa corrente cinematografica. E in periodi di remake forsennati e asettici, non possiamo che salutare con felicità questa fortunata evenienza. Assolutamente godibile.

7

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