The Girl on the Train, la recensione del film Netflix

Nuovo adattamento di produzione indiana dell'omomimo romanzo di Paula Hawkins, con protagonista la star di Bollywood Parineeti Chopra.

The Girl on the Train, la recensione del film Netflix
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L'avvocatessa Mira Kapoor sta per prendere parte a un processo nel quale il principale accusato è un importante boss locale e da qualche tempo è vittima di atti intimidatori. Il marito Shekhar le consiglia di abbandonare il caso, anche per preservare l'incolumità del loro futuro bambino (Mira è infatti incinta), ma la donna è determinata a far trionfare la giustizia e vince la causa.
Dopo la fine del processo, mentre sta facendo ritorno a casa in macchina, la coppia viene centrata in pieno da un'auto che viaggia a folle velocità e Mira rimane gravemente ferita: non solo perde il nascituro ma la sua mente smette di funzionare come un tempo. Ora è in grado di immagazzinare i ricordi esclusivamente per un breve periodo, situazione difficilmente gestibile che porta alla fine del suo matrimonio.
Mira non ha più nulla e comincia a bere, annegando i propri dolori nell'alcool, rischiando di perdere i legami con amici e conoscenti nonché il suo stesso lavoro. Dal treno su cui viaggia ogni giorno inizia a spiare una ragazza solita sporgersi sul balcone e si immagina la sua vita, provando un senso di forte invidia. E quando questa viene ritrovata misteriosamente uccisa, Mira finisce in un intrigo nel quale non può credere nemmeno a se stessa.

Paese che vai...

Già l'adattamento hollywoodiano del 2016 con protagonista Emily Blunt aveva parzialmente deluso le attese, confermando come il romanzo di Paula Hawkins alla base fosse di difficile attualizzazione in altri media. Non sempre dinamiche che funzionano su carta hanno lo stesso effetto sul grande schermo ed è questo il caso di The Girl on the Train.
Vi era comunque una certa curiosità nel vedere come tale storia potesse venire trasposta in un contesto esotico, molto diverso per usi e culture da quello occidentale.
La versione indiana, sbarcata direttamente nel catalogo Netflix come original, vede inoltre per la prima volta la star autoctona Parineeti Chopra alle prese con un ruolo ambiguo e sfaccettato, fattore potenzialmente forte per attirare molti fan delle produzioni di Bollywood.
Il risultato non è però quello atteso e finisce per prendersi anche alcune libertà dall'opera originaria, risultando forzato e confusionario in più occasioni fino a un finale che su un risvolto chiave sfiora a dir poco l'assurdo.

Una visione superflua

Questo nuovo The Girl on the Train strizza più volte l'occhio al pubblico autoctono, con il balletto iniziale e diverse canzoni romantiche che fanno capolino anche quando non dovrebbero, e tenta di copiare in malo modo una struttura thriller di marchio tipicamente anglofono.
La maldestra gestione dei salti temporali nella prima fase e dei successivi flashback che affollano la mente della tormentata protagonista non riesce a creare un solido legame empatico con lo spettatore, anche per via di una caratterizzazione narcisistica che la rende come un'entità a tratti respingente.
I sussulti mystery ne escono via via sempre più depotenziati e anonimi, con una serie di spiegoni che nell'ultima mezz'ora ricollegano, tassello dopo tassello, i vari pezzi del puzzle, e il presunto discorso sulla condizione della donna in un Paese fortemente patriarcale quale l'India finisce per essere un semplice contorno, mai incisivo dal punto di vista drammatico e incapace di aprire reali spunti di riflessione.

Con un materiale del genere a tal disposizione vi erano tutte le possibilità per adattare una complessa vicenda di inganni e violenze a un background pieno di contraddizioni e controversie sociali, ma il regista e sceneggiatore Ribhu Dasgupta - alla sua terza prova per il grande schermo - non trova mai la giusta quadra e affida ai suoi personaggi dialoghi e battute imbarazzanti sul significato dell'amore, proprio nei momenti meno opportuni.

The Girl on the Train L'omonimo romanzo di Paula Hawkins arriva per la seconda volta sul grande schermo. Dopo la versione made in USA questa volta è il turno del cinema indiano, che tramite una delle sue star di riferimento - una volenterosa Parineeti Chopra - tenta di trovare nuove chiavi di lettura con cui poter assoggettare il relativo contesto. Se già il primo adattamento era stato parecchio divisivo, The Girl on the Train funziona ancora meno per via di alcuni cambi in fase narrativa e di una serie di plot twist via via sempre più forzati e inverosimili, che tolgono di fatto tensione e atmosfera a una storia gestita spesso in maniera confusionaria. E le possibilità di aprire interessanti spunti di discussione sulla società indiana e sul ruolo in esso della donna vengono solo accennate senza una reale volontà, preferendo qualche hit in stile Bollywood ad accompagnare la tormentata missione per la verità della protagonista.

4.5

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