Recensione The Front Line

Un potente film di guerra sul conflitto tra le due Coree

Recensione The Front Line
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Park Sang-yeon è un nome importante per gli amanti del cinema a sfondo bellico di matrice coreana. Si deve infatti a lui il romanzo da cui poi Park Chan-wook ha tratto una delle sue opere più toccanti e riuscite, JSA, sull'aspro confronto che sussiste nella zona di confine tra le due Coree. E lo ritroviamo in quest'occasione come sceneggiatore di The Front Line, megaproduzione scelta come pellicola nazionale candidata all'ultima edizione degli oscar. Il film, diretto da Hang Jun (che nel precedente, e notevole, Secret Reunion aveva già raccontato storie di spie nord-coreane) ha tutti gli elementi per divenire un nuovo classico del genere.

Vittime di guerra

E' ormai difficile, in un genere quanto mai affollato come quello dei war-movie, evitare di cadere in alcuni stereotipi. E, anche in questo caso, sono ovviamente presenti diversi cliché immancabili in una vicenda di uomini alle prese con le brutalità di un conflitto. Ma ciò nonostante Hang Jun riesce a districarsi con convinzione e a relizzare un'opera potente e toccante, con poco da emulare ai capisaldi del filone. Pur senza raggiungere le vette del capolavoro di Terrence Malick, La sottile linea rossa, The Front Line ne ricorda in parte le atmosfere, complice sicuramente il luogo dello scontro, una collina contesa tra i due eserciti che diviene luogo di morte e dolore, ma anche di amicizia e rispetto, tramite una sorta di espediente che muove le fasi iniziali della pellicola. Una storia di coraggio e di rimorsi, di violenza e onore, raccontata con un enorme dispendio di mezzi e uomini, con centinaia di comparse che ben rappresentano la cruda spettacolarità di una guerra voluta dai piani alti, e che mette a dura prova le emozioni dei soldati, in più di una occasione mandati a morire come carne da macello per i capricci o le inettitudini dei superiori. Caratteri plasmati nella rabbia e nell'odio da sanguinose battaglie, da scelte difficili compiute per il bene dei propri commilitoni, che ben si radicano nella caratterizzazione dei due personaggi principali, vecchi amici separati dagli eventi che si ritrovano dopo anni a combattere per il proprio paese. Ma Hang Jun non offre uno sguardo fatto soltanto di nero e bianco, e inserisce nei suoi protagonisti pesanti tonalità di grigio, narrando inoltre la vicenda dagli occhi di entrambi gli eserciti, e insistendo con tenacia sull'inutilità di un massacro inutile, tanto che nei minuti finali, alla domanda "per cosa stiamo combattendo", un comandante nord coreano ammette di non ricordarlo più. Maestoso nella sua rude fisicità, sorretto da una colonna sonora evocativa e trascinante, The Front Line regala due ore di grande cinema, in un genere in cui da tempo è difficile dire qualcosa di nuovo.

The Front Line Tutta la brutalità della guerra in oltre due ore spettacolari ed emozionanti. The Front Line è un war-movie intenso e corale, interpretato ottimamente da un nutrito cast e diretto con mano ferma e serrata, lasciando spazio sia all'azione più esaltante che a delle toccanti introspezioni drammatiche. Un'opera pressoché imperdibile per tutti i fan del genere.

8

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