The Final Cut, la recensione del film con Robin Williams

In un prossimo futuro i ricordi delle persone possono essere salvati su apposite unità di memoria da lasciare ai posteri dopo la morte.

The Final Cut, la recensione del film con Robin Williams
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In un futuro imprecisato i ricordi delle persone, previo l'inserimento di un dispositivo installato nella corteccia celebrale fin dalla nascita, possono essere salvati in unità di memoria che, al momento della morte, opportunamente selezionati da abili montatori, saranno mostrati quale sorta di omaggio commemorativo al defunto. Una tecnologia a disposizione solo tra le fasce più ricche della popolazione, tanto che solo un individuo su venti è dotato di questa avveniristica "scatola nera", incipit su cui si basa The Final Cut.
Alan Hackman è il più esperto selezionatore sulla piazza e viene chiamato a curare le memorie di un facoltoso uomo d'affari nonché fondatore della ditta per cui lavora, da poco passato a miglior vita, scoprendo però all'interno del relativo passato dei segreti che sarebbe meglio rimanessero tali. Lati oscuri dei quali sono a caccia anche un gruppo di fanatici oppositori che si oppongono in maniera violenta alla diffusione della tecnologia. Ma nel frattempo Alan deve fare anche i conti con un mistero sepolto nella sua infanzia che torna inaspettatamente a galla...

Remember me

L'esordio dietro la macchina da presa, nonché come sceneggiatore, del libanese Omar Naim è un thriller a sfondo sci-fi che cerca di instillare profondi significati morali in una narrazione dove via via si affastellano sempre più inesorabilmente colpi di scena in serie. Se l'idea narrativa di The Final Cut è senza dubbio originale e pone lo spettatore di fronte a dilemmi etici di non poco conto, la messa in scena non può dirsi altrettanto accattivante, con scelte di montaggio che conferiscono alla storia un ritmo ben presto soporifero incapace di supportare le alte ambizioni di partenza. Il background di questo futuro prossimo, appena accennato, impedisce di entrare in totale comunione con la realtà sociale in cui ha luogo la vicenda, troppo approssimativamente divisa tra la borghesia dei ricchi che nasconde oscuri segreti e la gente comune, spesso tatuata e violenta, pronta ad opporsi ad ogni mezzo alla catalogazione dei ricordi. L'impianto politico rimane perciò sottotraccia per concentrarsi sulla vicenda personale del protagonista, interpretato con solerte impegno da un trattenuto Robin Williams, che mentre sta lavorando all'ultima commissione deve fare i conti con un rimorso del proprio passato.
La chiave intimista, schivante il puro spettacolo di genere, avrebbe anche potuto funzionare se non fosse stato per la freddezza generale che circonda la successione degli eventi, con i rari slanci drammatici mai adeguatamente supportati in fase registica. Sono allora altrove da ricercare i punti di fascino del film, a cominciare dalla modalità con cui i montatori scavano nel recesso dei ricordi altrui come cercatori d'oro sulla riva di un fiume, scegliendo le memorie positive e cancellando i più torbidi segreti, in una sorta di interessato arbitrio che nasconde il Male per non penalizzare l'immagine pubblica del defunto: se è vero che dopo la morte non si parla mai male di nessuno, questo ne è un tanto cinico quando rivelatorio esempio.

The Final Cut Un ottimo Robin Williams è tra le poche note positive di un thriller a tematica sci-fi che parte da una premessa affascinante purtroppo non pienamente supportata dalla fredda e anonima messa in scena. The Final Cut frana sotto le proprie ambizioni, e la profondità morale insita in una tecnologia capace di ripercorrere i ricordi dell'intera vita di una persona defunta risulta troppo annacquata per coinvolgere realmente dal punto di vista empatico, tra sortite tensive e sentimentali non sempre convincenti. Dal punto di vista visivo Omar Naim sa gestire con discreta disinvoltura la lettura delle memorie, tra molteplici schermi e filmati in prima persona, ma il risultato finale si rivela privo della corretta intensità, sia drammatica che di genere. Il film andrà in onda stasera, mercoledì 10 gennaio, alle 23.35 su IRIS.

5.5

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