Recensione The Conspiracy

Tra mockumentary e found footage un film sulla teoria del complotto che non convince pienamente

Recensione The Conspiracy
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La teoria del complotto è uno di quegli argomenti che non passa mai di moda. Condivisibile o meno, pur con diverse pecche nella sua essenza, il pensiero complottistico è innato in milioni e milioni di persone, anche le più insospettabili, ed è senza dubbio spunto di confronti e riflessioni meno superficiali del previsto. Anche il Cinema ha provato a dire la sua nel corso degli anni, e ultimo esponente ad indagare sul tema è The Conspiracy, presentato all'ultima edizione del Torino Film Festival. Il film, diretto dall'esordiente Cristopher Macbride (in passato autore di un episodio della serie televisiva Inside the Box e del cortometraggio Sleep Lab), si presenta come un semi-found footage che racconta la storia di due giovani cineasti che stanno realizzando un documentario su un complottista doc, espertissimo di tutte le varie teorie esistenti, in grado di collegare tra di loro con sorprendente lucidità eventi storici o politici e a trovarvi un nesso logico. Ma dopo alcune settimane di interviste, l'uomo scompare misteriosamente nel nulla, e i due amici scelgono di indagare sulla sua scomparsa. Uno di loro, catturato anch'egli dall'ossessione e dal fanatismo, sceglie di vederci chiaro e cerca in ogni modo di entrare di nascosto in una società segreta, finendo per scoprire che i pericoli sono molto più reali di quelli ipotizzati...

La verità è là fuori

The Conspiracy funziona solo in parte, soprattutto nella prima mezz'ora, nella quale attraverso le interviste al carismatico teorico del complotto vengono ripercorse alcune delle più note opinioni, diffuse anche largamente sul web, degli "adepti" della corrente complottistica. Mantenendo un certo equilibrio, che non entusiasma ma nemmeno annoia, nella sezione centrale, dove uno dei due autori del documentario diviene egli stesso preda di un fanatismo ossessivo ed esasperato (ottima a riguardo la convincente performance di Aaron Poole, un nome da tenere d'occhio), il film si perde completamente per strada nell'ultima frazione, complice anche uno stile di riprese più fastidioso che realmente necessario. Se infatti fino a poco prima si è sempre assistito a un found footage, ma con immagini comunque nitide e pulite, dall'infiltrazione da parte dei due protagonisti nel "covo" della società segreta la visione è garantita soltanto da due microscopiche videocamere nascoste nelle loro cravatte, con una qualità sgranata e in parte tagliata che appesantisce e non di poco il compito dello spettatore. Altra pecca ancor più grave è il finale, che ribalta in sostanza quanto esposto durante l'arco della narrazione, e che fa domandare il senso reale dell'intera operazione. The Conspiracy rovina proprio alla fine la discreta dose di tensione generata in alcuni frangenti, così come il senso di mistero ed inquietudine inizialmente partorito, rivelandosi un'operazione che difficilmente sarà apprezzata sia dai teorici del complotto sia da chi cerca di smontare in ogni modo le loro teorie.

The Conspiracy Un found footage che parte bene salvo poi perdere d'interesse, fiaccato inoltre da un finale insensato che appare più come una netta critica ai teorici del complotto che come giusta conclusione di un film che, pur spacciandosi come documentario, è comunque di pura finzione. La discreta dose di tensione e la convincente prova di Aaron Poole non bastano perciò a rendere The Conspiracy una visione consigliata, nonostante i buoni spunti di partenza.

5

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