Recensione The Colony

Jeff Renfroe firma un onesto sci-fi movie ricco di cliché ma realizzato e recitato con un certo mestiere

Recensione The Colony
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Nel 2014 l'umanità ha costruito delle imponenti stazioni metereologiche in grado di condizionare la temperatura terrestre. Ma un giorno le macchine si rompono a causa di fortissime nevicate, che diventano pian piano perenni. Ora i pochi individui sopravvissuti al grande freddo si rifugiano in delle basi sotterranee, delle vere e proprie colonie sparse per il territorio, laddove anche una malattia banale, in assenza di medicine, può portare alla morte, rendendo così gli ammalati persone da rinchiudere in quarantena e, nei casi peggiori, addirittura da uccidere per salvaguardare la salute del collettivo. Quando la colonia numero 5 invia una richiesta d'aiuto, tre membri appartenenti alla numero 7 scelgono di recarsi in missione per scoprire l'accaduto, imbattendosi però nel peggiore dei loro incubi: un gruppo di individui giunti da chissà dove si è infatti dato al cannibalismo e ora non ha pietà per chiunque incroci sul proprio cammino. Produzione canadese per questo sci-fi low budget diretto da Jeff Renfroe, regista perlopiù televisivo ma non nuovo ad incursioni sul grande schermo (One Point 0, Civic duty). Questo terzo film è però il più ambizioso della sua carriera, potendo contare su un cast di tutto rispetto che vede tra i protagonisti Laurence Fishburne (Matrix, L'uomo d'acciaio), Bill Paxton (Apollo 13, Twister), Kevin Zegers (il prossimo Shadowhunters - Città di ossa) e la bella Charlotte Sullivan (I Kennedy).

Uomo mangia uomo

The Colony è il classico film sci-fi realizzato con mestiere che però non riesce ad imporsi come nuovo caposaldo o cult del filone. La colpa maggiore risulta proprio nella sceneggiatura e nell'evoluzione degli eventi, infarciti di cliché che prendono a piene mani dai classici del genere, senza alcun guizzo di spiazzante originalità. "Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia non sa quel che trova" dev'essere, tradotto nel linguaggio di Albione, il proverbio preferito di Renfroe, che preferisce non rischiare e muoversi su basi consolidate, fattore che si rispecchia anche nella caratterizzazione dei personaggi(il protagonista bello e innamorato con un passato misterioso, il carismatico leader, il bad guy della situazione e così via) e lascia poco spazio ad aneliti più introspettivi.
Dopo questa doverosa premessa, va però anche detto che il tutto è realizzato con una certa perizia, garantendo in toto novanta minuti di potenziale interesse per gli appassionati che, nonostante qualche déjà vu, avranno di che divertirsi. Merito di un comparto tecnico di tutto rispetto, con effetti speciali di discreto livello e una buona dose di tensione che raggiunge l'apice negli ultimi minuti, con una breve virata verso una violenza splatter che non guasta. A questo si devono aggiungere, oltre ad una colonna sonora d'effetto, anche le convincenti prestazioni del cast, Fishburne e Paxton su tutti, capaci di risollevare con un certo magnetismo delle figure non proprio curatissime. Le considerazioni di carattere etico che fanno capolino ogni tanto, e che trovano una sorta di valore aggiunto nel brutale finale, non guastano pur venendo solamente accennate, e in generale l'atmosfera di un mondo al collasso traspare bene dalla regia di Renfroe, che pur strizzando fortemente l'occhio ai b-movie, cui The Colony in parte appartiene, ha una certa personalità, possibilmente da vedere all'opera su progetti dal budget più elevato.

The Colony Neve perenne, feroci orde di cannibali, semplici raffreddori che posson condurre alla morte: il futuro tratteggiato in The Colony non è certo dei più rosei, e pur sfruttando anche palesemente alcuni stereotipi e cliché di classici del genere, è un onesto intrattenimento sci-fi che strizza l'occhio ai b-movie ma si eleva su molti prodotti similari grazie ad una realizzazione tecnica convincente e ad un cast in ottima forma.

6

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