Recensione The Boy and the Beast

Con The Boy and the Beast, il cineasta nipponico Mamoru Hosoda ci porta a cavallo tra la caotica Shibuya e il mondo magico, in un racconto di formazione dai molteplici punti di vista.

Recensione The Boy and the Beast
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È incredibilmente facile sentirsi soli in una metropoli da quindici milioni di abitanti come Tokyo: soprattutto se si hanno nove anni e si è perso ogni punto di riferimento familiare e sociale. Il piccolo Ren, scappato dalla custodia degli zii, vive in strada a Shibuya, scostando passanti e polizia di quartiere, fino a quando non incontra Kumatetsu, essere umanoide dalle fattezze bestiali abitante del Jutengai, il Regno delle Bestie, dimensione alternativa a quella umana dove abitano i simili del feroce, ma in fondo bonario, campione di arti marziali. Quasi per caso Ren varca la soglia che divide i due mondi e si ritrova con una famiglia adottiva assai improbabile, che lo vedrà crescere e trasformarsi in un adolescente desideroso di scoprire la sua vera identità. Sia Ren (ribattezzato Kyuta dal padre adottivo) che Kumatetsu dovranno affrontare, vicendevolmente, le prove per potersi finalmente definire adulti...

Bakemono no ko

Tre anni dopo Wolf Children, il Maestro dell'animazione Mamoru Hosoda torna sul grande schermo con un romanzo di formazione dall'ampio respiro e dagli sfaccettati personaggi, sospeso nel tempo e nello spazio e molto ricco da un punto di vista introspettivo. The Boy and the Beast è un'epopea assai variegata, che in più punti spiazza per via dei salti temporali e il continuo altalenarsi dei punti di vista da cui è vissuta la vicenda. Hosoda non è nuovo a questo genere di soluzioni narrative, in cui non ci sono personaggi di contorno quanto, piuttosto, figure che spiccano più di altre, ma tutte con una propria psicologia, sempre ben presente allo spettatore. E proprio il modo in cui interagiscono fra loro i personaggi è la parte più interessante dell'operazione, che in sé non racconta nulla di nuovo, portando avanti, piuttosto, fascinazioni a metà tra l'Hayao Miyazaki classico e il miglior Neil Gaiman.

The Boy and the Beast Un'animazione splendida, ambientazioni ricercate (con una Shibuya perfettamente ricreata) e bei personaggi sono alla base di The Boy and the Beast, probabilmente l'opera magna di Mamoru Hosoda, autore lanciatissimo e sempre più meritevole di fama internazionale, qui impegnato nel raccontare l'epopea personale di un padre e di un figlio decisamente “atipici” che si completano a vicenda. Appassionante (anche se dal ritmo un po' frammentario) e a tratti commovente, il film di Hosoda si fa largo nell'animo dello spettatore lasciando, infine, dei bei ricordi: consigliatissimo.

7

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