Quella dell'uomo nero è una paura primordiale che, in un modo o nell'altro, tutti conosciamo, grazie agli adulti che fin da piccoli ci hanno instillato il timore dell'ignoto che ci osserva nell'oscurità, spesso associato ai "bambini cattivi" o disobbedienti. La storia dell'uomo nero nel ripostiglio o nell'armadio è nota anche grazie a un particolare filone di film horror che da sempre giocano con queste paure infantili e con la loro persistenza attraverso le epoche. In questo senso, The Boogeyman non si distingue da altre storie simili già narrate. Tratto dal racconto Il baubau di Stephen King e diretto da Rob Savage, la pellicola, in uscita il 1 giugno 2023, cerca di riprendere diversi cliché e stereotipi di genere, tentando di rielaborarli attraverso una narrazione apparentemente più profonda e strettamente connessa con il dolore umano. Ci sarà riuscito?
Il mostro del lutto
Dopo la prematura scomparsa della madre, Sadie (Sophie Tatcher) e Sawyer (Vivien Lyra Blair) cominciano a percepire una strana presenza nella loro casa. La mancanza di emozioni del padre, Will (Chris Messina), non aiuta affatto; egli è troppo impegnato a soffocare il proprio dolore, dedicandosi al lavoro di psicologo, e cercando di razionalizzare la situazione.

Così, quelli che sembrano inizialmente semplici turbamenti legati alla loro perdita iniziano a trasformarsi in qualcosa di più presente e intenso, non solo a livello psicologico, ma anche fisico, trasformando ben presto la dimensione del dolore personale in una sorta di manifestazine oscura e fuori controllo che rifugge ogni identificazione di sorta. Pare esserci qualcosa nella loro casa, una mostruosità indefinita e famelica con l'obiettivo di prendere le due bambine, turbando per sempre il dolore di una famiglia che sta cercando di ricostruire la propria vita frantumata per sempre.
Superare un momento difficile
Uno degli aspetti più interessanti di The Boogeyman risiede nel suo costante gioco tra la realtà percepita e quella potenzialmente percepibile dalle sue giovani protagoniste. L'unica cosa che sappiamo con certezza è che entrambe soffrono terribilmente per la mancanza della madre e che ognuna affronta la situazione a modo proprio.
Il lutto è quindi centrale in ogni sviluppo della storia, delineando sin dall'inizio un percorso che tiene sempre conto dei sentimenti dei personaggi coinvolti, anche in relazione alle cose più spaventose che accadono loro. Allo stesso tempo, la narrazione è scandita da una serie di momenti in cui si parla della perdita, in cui si cerca di affrontarla e superarla razionalmente, insinuando nello spettatore una domanda costante: ciò che accade è reale? Avere a che fare con un dolore del genere non è affatto semplice, specialmente in giovane età. Il regista sceglie quindi di muoversi nella dimensione dell'orrore indefinito, metaforizzando, almeno in apparenza, ciò che accade alle due protagoniste. Attraverso tematiche molto delicate, The Boogeyman traccia un sentiero terrificante in cui tutto sembra avere un significato diverso, sviluppando una narrazione che si muove contemporaneamente su due fronti: quello soggettivo-emotivo e quello tangibile e horror.
Un approccio del genere risulta sicuramente interessante, anche se l'esecuzione non è particolarmente incisiva. Nonostante il messaggio di fondo, The Boogeyman non si distingue per l'originalità, pur cercando in tutti i modi di andare oltre le apparenze (una cosa simile l'abbiamo vista anche nella nostra recensione di Boogeyman - L'uomo nero)
Elementi prevedibili
Immaginate il classico monster movie in cui un'entità indefinita cerca di eliminare i protagonisti utilizzando una serie di trucchi, inganni e abilità assurde. Bene, tutto l'intrattenimento di The Boogeyman parte proprio da questa premessa, presentando una serie di vicende horror piuttosto prevedibili nel loro insieme, senza mai andare oltre alcuni cliché che gli appassionati, purtroppo, conoscono molto bene. I tentativi di rispolverare il genere ci sono, anche se l'intera struttura si basa su scelte fin troppo sicure e già viste altrove (un esempio lo abbiamo nella recensione di Boogeyman 2 - Il ritorno dell'uomo nero), senza mai rinnovarsi o osare troppo.

La scelta di lavorare sulla psiche delle protagoniste, in particolare di una di esse, è la più interessante e riuscita, proiettando la storia in una dimensione che oscilla costantemente tra reale difficile e doloroso e immaginario indefinito e minaccioso. Tuttavia, il resto risulta abbastanza superficiale e poco originale, con una trama che cerca di spaventare attraverso jumpscare relativamente pigri e piuttosto intuibili se si è abituati a questi film.
Ci sono numerosi elementi in gioco lungo il percorso di The Boogeyman, le innumerevoli citazioni a film e serie TV horror ne sono un esempio, ma mancano di una vera rilevanza. Il risultato è un lungometraggio che sembra voler comunicare molto senza mai superare i propri limiti prestabiliti. Le idee ci sono, ma nella pratica non vengono mai sfruttate appieno, cercando di una serie di concetti che purtroppo rimangono sospesi nel facile spavento e nella pseudo-psicologia di frasi fatte che non si concretizzano mai del tutto.