The Banker, la recensione del film Apple con Samuel L. Jackson

Samuel L. Jackson, Anthony Mackie e Nicholas Hoult sono i protagonisti del nuovo film prodotto da Apple, ispirato a una storia vera.

The Banker, la recensione del film Apple con Samuel L. Jackson
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Il mondo dell'intrattenimento sta cambiando profondamente. Non a piccoli passi impercettibili ma a grandi falcate, con novità che si palesano davanti ai nostri occhi senza filtri giorno dopo giorno - con l'emergenza Coronavirus che sta dando una nuova, ulteriore accelerata. Pensiamo ad esempio a ciò che è successo al cinecomic Bloodshot con Vin Diesel, oppure a L'Uomo Invisibile con Elisabeth Moss, due film che aspettavano di uscire in sala e che invece sono arrivati direttamente sulle piattaforme di streaming. Probabilmente un assaggio di futuro, persino Disney potrebbe scegliere questa strada prossimamente per Black Widow e Mulan, del resto la sua piattaforma Disney+ è ormai arrivata anche in Italia a soli 6,99 euro al mese. Fra le nuove piattaforme che è possibile sfruttare grazie a internet c'è ovviamente anche Apple TV+, che ha debuttato un po' in sordina lo scorso novembre anche a causa di un catalogo un po' sfornito e un'app a dir poco confusionaria - con film inclusi nell'abbonamento e altri invece da acquistare/noleggiare messi alla rinfusa. Fra i film compresi con Apple TV+ si può trovare da qualche giorno The Banker, nuova fatica di George Nolfi prodotta proprio per volontà di Apple - che lo offre come contenuto originale. Sarà riuscita la società della mela morsicata a dare un contenuto di qualità alla sua piattaforma?

Bianco e nero

Iniziamo subito col dire che il progetto non sarebbe stato lo stesso senza il cast stellare chiamato per l'occasione. I protagonisti di questa vicenda sono infatti Nicholas Hoult, Samuel L. Jackson e Anthony Mackie, intenti a dare corpo e voce alla vera storia di Bernard Garrett e Joe Morris, due imprenditori di origini afro-americane che si trovano a combattere contro l'America degli anni '50 - e vedremo fra poco come e perché. Il terzo "incomodo" è invece Matt Steiner (Hoult), un giovane impiegato caucasico che sarà fondamentale ai fini dei due imprenditori di colore. Vi chiedete perché mai? Beh Garrett e Morris hanno un pazzesco fiuto per gli affari, nel mondo di oggi non avrebbero certo avuto bisogno di aiuto per raggiungere i loro scopi e fare soldi su soldi, l'America degli anni '50 però era profondamente differente, soprattutto al sud.

Il business immobiliare, così come quello bancario, era assoluta prerogativa "dei bianchi", non esisteva una sola persona di colore in grado di avere campo libero in operazioni da migliaia e migliaia di dollari. Un imprenditore di colore acquistava un immobile? Poteva farlo ma la gente era capace di lasciare l'abitazione per cercare qualcos'altro. La banca passava a una proprietà di colore? Benissimo, si prendevano tutti i soldi, si chiudeva il conto e si andava altrove. Anche questo fa purtroppo parte della nostra storia (neanche troppo) passata.

Cambiare la storia

Bernard Garrett e Joe Morris hanno a loro modo cambiato la storia USA, acquistando proprietà immobiliari in sequenza e banche in diversi Stati, affrontando mille difficoltà ma soprattutto affidandosi a un volto "amichevole" per la gente bianca del Paese: Matt Steiner per l'appunto, giovane di belle speranze che dall'essere un semplice, ingenuo impiegato diventa uno squalo della finanza in pochi mesi, sotto la guida dei più geniali Garrett e Morris. La storia di questo particolare trio è davvero interessante, porta con sé una denuncia morale di grande impatto, che ancora oggi può insegnarci molto. Inoltre, come ben sappiamo, conoscere la nostra storia è il primo passo per avere un degno futuro, altrimenti si rischia di ricadere sempre nei medesimi errori. The Banker gode dunque di un "attivismo militante" davvero corposo, alcuni dialoghi sono eccellenti così come la fotografia, pur senza eccessi.

Le sole pecche sono da ricercarsi in una sceneggiatura non sempre ritmata, le due ore di visione possono risultare ostiche per buona parte del pubblico "casalingo", inoltre alcune sequenze vanno seguite a cervello assolutamente acceso, bisogna seguire attivamente tutti i ragionamenti e i calcoli dei protagonisti per capire davvero cosa sta succedendo davanti ai nostri occhi.

Insieme al giovane Matt Steiner, anche da pubblico assistiamo a vere e proprie lezioni di economia e finanza (certo romanzate, compresse e semplificate all'estremo), cosa che potrebbe far storcere il naso a qualche spettatore. Samuel L. Jackson e Anthony Mackie sono però ottimi nei loro rispettivi ruoli, la loro recitazione - insieme ovviamente a quella dell'infiltrato Nicholas Hoult - dona spessore a un progetto altrimenti eccessivamente anonimo - nonostante l'impegno sociale nascosto fra le pieghe della sceneggiatura.

Anche a livello formale ci troviamo di fronte a un prodotto alquanto standard, senza particolari guizzi autoriali, con Apple che ha messo su piazza sicuramente parecchio coraggio (negli anni passati George Nolfi ha raccontato più volte le difficoltà incontrate nel produrre un film simile, a cui nessuno studio ha mai voluto concedere il budget necessario) ma che in futuro dovrà affilare ulteriormente le sue lame per impensierire la spietata concorrenza - pensiamo ovviamente agli Original di Netflix ma anche, e forse soprattutto, alle produzioni Amazon e Disney+.

The Banker Apple, intenta a dare una spallata alla concorrenza, inizia a produrre contenuti di spessore per la sua piattaforma Apple TV+ e un assaggio di ciò che potrebbe accadere in futuro è The Banker. Siamo nell'America degli anni '50, dove gli imprenditori afro-americani hanno non poche difficoltà a fare affari "con i bianchi". Si racconta dunque la vera storia di Bernard Garrett e Joe Morris, che sfruttando un giovane impiegato caucasico cercano di cambiare nel profondo il loro destino e quello "della loro gente". Protagonisti assoluti sono Nicholas Hoult, Samuel L. Jackson e Anthony Mackie, in parte e impeccabili, nonostante una sceneggiatura a tratti ostica, poco ritmata e da seguire a cervello acceso.

6.5

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