Thanksgiving Recensione: Eli Roth è tornato tra sangue e divertimento

Ecco la nostra recensione di Thanksgiving, nuovo film di Eli Roth in cui un killer psicopatico uccide durante il Giorno del Ringraziamento.

Thanksgiving Recensione: Eli Roth è tornato tra sangue e divertimento
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Vi è mai capitato di arrivare al punto di saturazione durante un pranzo festivo con i parenti? Aggiungeteci un evento che si celebra sentitamente in tutto il vostro Paese, con parate, pietanze tipiche, solennità varia e che magari cela sotto la coltre del capitalismo statunitense qualche problemino storico tipo il massacro dei nativi americani spesso nascosto sotto il cuscino di un ottimo tacchino al forno. E quindi eccoci, fuor di metafora, al Giorno del Ringraziamento americano powered by Eli Roth, che di tutte le parole che avete letto prima ne riprende soprattutto una, con il sorriso sulle labbra tipico del suo Orso Ebreo: massacro.

Thanksgiving è un allegro smembramento del capitalismo ossessivo statunitense che riprende tutti gli stilemi di uno degli autori horror più influenti del nuovo millennio e li mette al servizio di una storia volutamente semplice e ridotta all'osso. Che forse non è quello di un tacchino, almeno non quello che potreste immaginarvi.

L'alba del Thanksgiving di Eli Roth

Già coltivare un film per una decina di anni nato da uno dei fake trailer di Grindhouse della coppia Tarantino Rodriguez è motivo di applausi. Ma se a questo ci aggiungi una citazione diretta ad Halloween di John Carpenter letteralmente alla prima scena di Thanksgiving scende a tutti una lacrimuccia. Poi ci sarebbe un'altra citazione di un capolavoro horror ma è alla fine del film, ci arriviamo. Ma se volete fare un confronto eccovi anche il trailer di Thanksgiving di Eli Roth.

Perché qual è il punto di Thanksgiving? Immaginatevi il Patrick Bateman di American Psycho che sghignazza mentre squarta le sue vittime e potreste avere un'idea di come Eli Roth ha concepito questo lungometraggio. Il regista nella sequenza di apertura smembra ad asciate il capitalismo folle da Black Friday tipico dei grandi supermercati statunitensi, e lo fa con tutta la gioia gore del mondo: il tizio ferito a morte dalla calca che tenta comunque di accaparrarsi la piastra per waffle in omaggio fa già tutto il film e la nostra gioia. E in questa scena di assalto al mega-market Eli Roth detta le coordinate di Thanksgiving: corpi straziati, sangue, violenza estrema e piacevolmente gratuita. Tutto però con la gioia iconoclasta delle origini da fake trailer di questo film, che la pellicola manterrà fino alla fine.

Eli Roth fra Tarantino e Rodriguez

Passato il prologo si arriva alla carneficina vera, quella dell'omicida di turno, in questo caso John Carver, padre pellegrino della cittadina di Plymouth in Massachusetts. Il killer indossa infatti maschera e abito della figura storica, ed è giusto un po' arrabbiato con tutte le persone che hanno provocato o comunque preso parte al Black Friday dell'anno precedente, evento che ha appunto causato diverse vittime e grossi rancori in città. E qui Eli Roth fa proprio quello che ci si aspetta da Thanksgiving: acceleratore a manetta e sangue che schizza ovunque.

Riprende quasi fedelmente il fake trailer di Grindhouse (edulcorandolo giusto per alcuni dettagli) inserendoci dentro però una storia di vendetta malata che con sadica crudeltà ti fa quasi parteggiare per l'assassino. Eli Roth lo sa benissimo e se la spassa, mettendo in scena personaggi bidimensionali piacevolmente detestabili pronti a diventare carne da macello per la tavola imbandita dello psicopatico di turno.

E lo fa con il divertimento slasher tipico del filone che nulla inventa ma fa il suo lavoro di taglio, cucito e sembramento alla perfezione, richiamando l'idea dietro all'operazione di Grindhouse e omaggiando sia Robert Rodriguez sia Quentin Tarantino (quest'ultimo in maniera splendidamente feticistica).

Lo slasher come dovrebbe essere

Guardando Thanksgiving si capisce quanto un film di un genere visto e rivisto che ne imbraccia tutti gli stilemi (anche quelli negativi) possa fare il salto in avanti se c'è un autore dietro.

Eli Roth punta tutto su un'atmosfera il più possibile grandguignolesca che mescoli Giorno del Ringraziamento alla morte, contaminando gli elementi più cari alla cultura tradizionale statunitense di questo giorno con gli orrori peggiori che in maniera sadica e gratuita si possano infliggere a un altro essere umano. Ed è qui che rivediamo finalmente Eli Roth e la sua idea di horror, anche applicato a un prodotto volutamente sopra le righe. C'è però tutto quello che ha reso amatissimo il regista, dalla mescolanza di orrore e commedia di Cabin Fever alle torture fisiche di Hostel e The Green Inferno. Thanksgiving riuscirà a farvi ridere mentre il caro John Carver squarta e smembra chiunque, dalla Gen Z ai Boomer, senza mai lesinare sulla parte grafica e prostetica dei corpi che vengono martoriati da una furia omicida e vendicativa che in senso lato alza anche un grosso dito medio alla cultura consumistica e capitalista tipica degli Stati Uniti, soprattutto durante celebrazioni nazionali di questo tipo.

E nel marasma di morti rocambolesche ecco spuntare un Patrick Dempsey sceriffo della città che squisitamente si presta a questa operazione, uscendo dai binari delle interpretazioni a cui siamo abituati e donandosi completamente alla splendida follia di Eli Roth. Che, per non farsi mancare nulla visto che Halloween l'aveva già citato nel fake trailer di Thanksgiving, come vi dicevamo in apertura chiude con un altro riferimento famosissimo al genere. A un film che usava l'horror per sventrare le immagini idilliache dei teenager statunitensi. Dopotutto, da Carver a Carrie forse il passo è più breve di quello che si pensi, parola di Eli Roth.

Thanksgiving Eli Roth riprende quasi pedissequamente il fake trailer di Thanksgiving visto in Grindhouse della coppia Tarantino-Rodriguez e imbastisce uno slasher squisitamente canonico ma divertito dall'inizio alla fine, tra smembramenti terribili che però diventano uno spasso nell'essere così sopra le righe. Questo suo Thanksgiving è anche un chiaro attacco caustico alla cultura consumistica statunitense che si manifesta soprattutto durante eventi di questo tipo, che Eli Roth decide di smembrare pezzo per pezzo come ogni tradizione slasher vuole. Citazioni cinefile, effetti prostetici, sangue, risate e Patrick Dempsey. Che vogliamo di più?

7.5

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