Testimone Misterioso Recensione: un thriller spensierato su Netflix

Il film di Blondeau sbarca su Netflix portando in dote molti luoghi comuni, per un titolo che svolge il suo compito senza particolari guizzi creativi.

Testimone Misterioso Recensione: un thriller spensierato su Netflix
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Nessun regista è obbligato a reinventare il genere di appartenenza con ogni titolo diretto. Anzi, spesso i solchi tracciati dalle pellicole di successo sono un rifugio ideale quando il barlume di un'idea si materializza attraverso un'opera solida, ma priva di soluzioni intriganti o sinceramente innovative. Questa comoda ricerca di un canone infallibile non risparmia nemmeno i pezzi grossi della Settima Arte, non a caso l'ultimo film di Dario Argento (che vi abbiamo raccontato nella nostra recensione di Occhiali Neri) riprende il classico canovaccio di un giallo all'italiana ormai scomparso e fotografa alla perfezione anche Testimone Misterioso, diretto dal francese Régis Blondeau e disponibile in streaming tra i film Netflix di febbraio 2022. Un thriller caratterizzato da una forte sensazione di già visto, sia sul piano dei personaggi in campo che su quello situazionale, ma comunque capace di intrattenere un pubblico spensierato e senza pretese, permettendo lo svago di un'ora e mezza col cervello spento e il pilota automatico inserito.

La polizia sotto indagine

L'agente della sezione omicidi Thomas Blin (Franck Gastambide) guida nervosamente la sua BMW grigia sulle strade desolate di un paesino francese. Il bagliore dei lampioni si riflette ritmicamente sul cofano della sua auto che sfreccia sull'asfalto, in direzione della centrale che l'attende come uno spettro all'orizzonte.

Un gruppo di detective sta rovistando tra le sue cose, dall'armadietto alla scrivania, alla ricerca di prove che lo incastrino nella grande operazione contro le mazzette e il traffico di droga che coinvolge la polizia. Qualche suo collega è disposto a coprirlo nell'attesa che arrivi in prima persona per nascondere la quantità impressionante di banconote nascosta in centrale, ma deve sbrigarsi se vuole evitare l'arresto. Un cane resta immobilizzato sulla strada quando spuntano i fari della sua auto e Thomas è costretto a sterzare bruscamente per evitarlo. Quei pochi istanti durante i quali perde il controllo del veicolo sono abbastanza per l'incidente che toglie la vita ad un uomo sconosciuto che ora Blin vede riverso sulla strada attraverso lo specchietto retrovisore. L'agente di polizia si ritrova dalla padella alla brace, costretto a prendere una decisione cruciale nel più breve tempo possibile. Senza pensarci troppo, Thomas raccoglie il cadavere e lo ficca nel cofano della BMW, inserendo l'omicidio nel grande ricamo di insabbiamenti che è costretto ad intrecciare per rimanere fuori dal carcere.

Un film già visto

Il film d'esordio di Régis Blondeau snocciola già nei primi minuti di visione un bel quantitativo di cliché, con personaggi incastrati nel limbo tra legge e criminalità e situazioni già abbondantemente esplorate dal genere thriller. Il protagonista di Testimone Misterioso è il classico detective corrotto, disposto a venire a patti con la malavita per il proprio tornaconto, ma costretto dalle casualità ad oltrepassare il limite del consentito seguendo una spirale che lo precipita verso l'inevitabile baratro.

Osserviamo Thomas Blin nel suo tentativo di occultamento di cadavere che si verifica attraverso modalità un po' banali ma comunque divertenti, prima della fatidica telefonata di un anonimo testimone oculare che ha assistito all'incidente stradale ed è risalito fino a lui. Gli eventi mostrati dall'opera prima di Blondeau rientrano costantemente nelle classiche evoluzioni del thriller, componendo un lungometraggio che è pronosticabile con facilità dallo spettatore più navigato, ma comunque apprezzabile nella sua mancanza di pretese per la leggerezza che ne contraddistingue le evoluzioni che oscillano tra la creatività del protagonista e la fortuna sfacciata.

Essenzialità contro fantasia

Come se non bastassero tematiche già esplorate, anche la caratterizzazione dei personaggi richiama i canoni del genere action-thriller, sia moralmente che formalmente, con una scarsa palette sentimentale che si manifesta attraverso una recitazione appena sufficiente, mentre i comprimari si lasciano andare ad una mimica esasperata, cercando di sopperire alla mancanza di profondità dei loro ruoli soltanto abbozzati.

Il blu domina la fotografia che incornicia il titolo, spesso incastrato nelle riprese di interni molto scuri, mentre alla regia viene chiesto di seguire gli svolgimenti che si manifestano più nelle conversazioni che negli scontri; Blondeau ci riesce restituendo un prodotto solido senza particolari guizzi creativi. I combattimenti sono ridotti all'osso ma hanno una buona fisicità, nonostante la scarsa importanza in termini di trama, che sceglie di appoggiarsi sui semplici dialoghi tra i personaggi per muovere l'intreccio.

Testimone Misterioso Il film d'esordio di Régis Blondeau si rintana nella comfort zone di un thriller canonico e privo di segni particolari. Lo spettatore più navigato sarà perfettamente in grado di pronosticare la maggior parte delle evoluzioni di una trama ben poco originale, ma la semplicità della storia è anche il miglior pregio per un'opera che è capace di intrattenere per novanta minuti di spensieratezza. Le scelte che il detective Blin è costretto a prendere in tempi brevissimi oscillano costantemente tra una gustosa creatività criminale e la fortuna più sfacciata, mentre l'aggiunta di un testimone oculare - anticipata brutalmente dal titolo italiano del film - aggiunge quel pizzico di stress che rende Testimone Misterioso una pellicola da guardare a cuor leggero, consci di non trovarsi di fronte ad un esponente rivoluzionario del genere.

6

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