Terra e polvere Recensione: al cinema un dramma intenso nella Cina rurale

Il film di Li Ruijun è ambientato nelle campagne cinesi e vede al centro del racconto una coppia di contadini che lavora duramente la terra.

Terra e polvere Recensione: al cinema un dramma intenso nella Cina rurale
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La storia è ambientata nel 2011 nella provincia cinese di Gansu, terra di campagne e deserti dove gran parte della popolazione conduce una vita rurale, a contatto con la natura. In uno dei tanti villaggi che si trovano tra una città e l'altra vivono Cao Guiying e Ma Youtie: la prima, affetta da disabilità e impossibilitata ad avere bambini, è stata estraniata dalla propria famiglia; il secondo, uomo solo e senza affetti, lavora duramente la terra in compagnia del suo amato asino.

In Terra e polvere viene organizzato un matrimonio combinato tra loro, che sembra anche l'unica soluzione possibile non soltanto per risolvere spinose situazioni private ma anche per porre fine a due distinte solitudini che si protraevano ormai da troppo tempo. I primi giorni non sono facili ma andando avanti il lor rapporto prende una piega sempre più tenera e profonda, che li vedrà affrontare insieme enormi difficoltà e piccole gioie, all'insegna di una vita di coppia che darà un senso alle loro esistenze.

Un neorealismo moderno

Oggetto di una parziale censura nella patria cinese, Terra e polvere arriva ora nella sale italiane grazie alla distribuzione di Tucker Film, sempre attenta a portare in Italia produzioni orientali degne di nota. Non è difficile capire il motivo perché tra i confini nazionali la pellicola abbia suscitato certe rimostranze, giacché viene messa in mostra quella Cina più povera, dove ancora una volta le fasce più misere della popolazione sono alla mercé di arrivisti e sfruttatori, che in cambio di pochi yen sfruttano non solo il lavoro altrui ma anzi ne spillano addirittura il sangue come in questo caso: ha un che di metaforico il fatto che il protagonista maschile si ritrovi a donarlo in cambio di piccole somme di denaro.

In Terra e polvere emerge un'ottica neorealista moderna, parente più o meno prossima delle frenesie urbane nei sussulti di inizio millennio come quelli visti ne Le biciclette di Pechino (2001) o ancora a livello di ambientazioni del recente One second (2020) di Zhang Yimou (per saperne di più, il trailer di One Second è a portata di clic) , tutte storie dove l'essere umano è al centro di un ingranaggio dal quale non può staccarsi, pedina indelebile di un contesto più ampio.

Terra e polvere: sangue e sudore

Lo stato più popoloso al mondo (ri)vive qui in un contesto rurale, dove l'individuo è schiavo di un destino - il sistema - che annienta volta dopo volta quanto questi si era costruito con il sudore della fronte: basti vedere le continue demolizioni che subiscono i casolari costruiti da Ma e Guiying, all'insegna di una vita errabonda dove possono contare soltanto l'uno sull'altra. E questi due caratteri rudi, apparentemente incompatibili ma in realtà profondamente simili nelle rispettive insicurezze, diventano quanto mai complementari nello scorrere di una narrazione che si prende i tempi e gli spazi, lasciando campo a lunghi silenzi e a un ritratto non edulcorato della vita da contadino, che tanto sarebbe piaciuto al nostro Ermanno Olmi.

La fatica, l'impegno quotidiano, il rispetto per quella terra che tutto dà e alla quale tutti ritorniamo è il cuore pulsante di un film che dietro il suo alone tragico cela una tenerezza a tratti straripante, che richiama con nostalgia a una realtà agreste che va progressivamente scomparendo. Per altre produzioni orientali di recente arrivate nei cinema italiani, leggete la nostra recensione di Miracle.

Terra e polvere Un amore puro e disinteressato che nasce dove la terra arida lascia spazio ad una vita di fatica e dedizione, in comunione con la natura e con quella terra che tutto dà e tutto prende. Questo è il sentimento che nasce tra i due protagonisti, reietti del proprio villaggio che si ritrovano al centro di un matrimonio combinato salvo scoprire il piacere di stare uno fianco all'altra, condividendo gioie e dolori di quell'esistenza contadina che richiede enormi sforzi in cambio di piccole soddisfazioni. Terra e polvere, presentato con successo alla Berlinale, ci mostra la Cina delle campagne, quella che si tende a nascondere più che a mostrare, dove la povera gente è vittima di una società arrivista, che non si fa scrupoli a sfruttare il duro lavoro per offrire pochi spicci. Un'opera preziosa e intensa, scomoda per molti versi nei confronti del governo cinese - con tanto di censure e rimaneggiamenti più o meno certi - che si appoggia su un approccio neorealista, tanto che il protagonista maschile è un contadino anche nella vita di tutti i giorni.

7.5

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