Recensione Ten Years

Nel 2025 la vita nella società sino-honkonghese vista attraverso gli occhi di cinque diversi registi indipendenti, autori in Ten Years di altrettanti cortometraggi che si pongono come lucido atto d'accusa.

Recensione Ten Years
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Il 1 maggio, giorno della Festa del lavoro, un gruppo di eminenti personalità politiche e statali sta pianificando un false flag: l'obiettivo è quello di uccidere due innocenti per generare il terrore collettivo e giustificare così la nuova legge per la sicurezza nazionale. I due uomini assunti come improvvisati killer sono un membro della triade di basso profilo e un immigrato indiano, ma non tutto andrà come previsto.
Wong Ching e Lau Ho-chi sono una coppia che trascorre le proprie giornate raccogliendo oggetti e rottami di costruzioni distrutte dai bulldozer, per preservarne il ricordo e arrivare forse a modellare una nuova specie.
Un taxista che parla perlopiù cantonese si trova a vivere diverse vicissitudini coi suoi clienti, per la maggior parte di dialetto mandarino.
Un giovane supporter del movimento per l'Indipendenza di Hong Kong si immola, dandosi fuoco, per denunciare le ingiustizie all'interno della Legge per la sicurezza nazionale: il suo sacrificio darà il via ad un impeto di ribellione che accomuna diverse generazioni.
Sam, proprietario di un negozio di alimentari, riceva la notizia della chiusura dell'ultimo allevamento di polli di Hong Kong, mentre suo figlio è entrato a far parte della giovani guardie rosse, una squadra di bambini che controlla per il governo qualsiasi possibile oggetto o messaggio sovversivo.

Un coro di protesta

Vero e proprio oggetto politico, Ten Years è stato un "film-caso": grande successo di pubblico (distribuito in poche sale ha avuto una media incassi superiore a quella dell'ultimo Star Wars) e di critica, questa piccola produzione indipendente ha subito l'ostracismo del governo cinese, che ha accusato l'opera di creare un ingiustificato allarmismo deformando la realtà. E sono ben evidenti i motivi per i quali i cinque episodi che costituiscono i 100 minuti di visione hanno fatto paura al regime, andando a raccontare un futuro solo parzialmente metaforico che è in realtà specchio della realtà contemporanea. Ideato da Ng Ka-leung, un laureato alla Hong Kong Polytechnic University che si è ispirato agli ideali del Movimento degli Ombrelli, le cui azioni di protesta hanno fatto nel 2014 il giro del mondo, questa raccolta di segmenti assai diversi tra loro ha un solo punto in comune, quello dell'ambientazione nel 2025. Dieci anni dalla realizzazione, come sottolineava già il titolo internazionale, dipinti con toni cupi e foschi. Dall'inquietante bianco e nero del primo cortometraggio di Kwok Zune che dipinge una realtà complottista che ha però assai solide fondamenta sino al volutamente asettico Season of the End dello stesso Ng Ka-leung, la narrazione si fa scomoda e anticonciliante, sempre lucidamente in grado di indagare negli spazi che spesso si tendono a non voler vedere per paura o menefreghismo. Gli ultimi tre tasselli, quelli più spiccatamente politici ed attuali, riflettono sulla trasformazione della nazione e del popolo cinese, con tanto di bambini-soldato a censurare parole e manga nel finale e uno sguardo da inchiesta giornalistica (interviste fittizie incluse) a permeare la narrazione di Self-Immolator, probabilmente il più riuscito e quello con il finale più altamente simbolico.

Ten Years Film episodico scomodo e scostante che riflette con lucidità sulla società sino-hongkonghese contemporanea, Ten Years è un vero e proprio atto d'accusa contro il governo comunista che difatti ha cercato di censurarlo in ogni modo possibile. Ma la critica e il pubblico hanno premiato l'opera e in quel di Hong Kong si è assistito ad un successo inaspettato, segno che gli ideali del Movimento degli Ombrelli, entità che ha ispirato l'intera operazione, sono ancora ben radicalizzati in chi auspica un (im)possibile cambiamento.

7.5

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