Recensione Tartarughe Ninja

Leonardo, Michelangelo, Donatello e Raffaello sono tornati: fate largo alle Teenage Mutant Ninja Turtles!

Recensione Tartarughe Ninja
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New York è in pericolo: l'organizzazione criminale che si fa chiamare Clan del Piede sta letteralmente calpestando tutto ciò che di buono la città ha da offrire. Tramite i loro loschi traffici gli uomini del Foot Clan stanno prendendo il sopravvento, corrompendo le autorità grazie ai loro potenti agganci nella politica e nell'economia. Gli unici in grado di fermare l'ascesa di questi spietati criminali e del loro leader, Shredder, saranno quattro giovani eroi, ancora acerbi ma ben addestrati, che combatteranno la battaglia della loro vita. I loro nomi risuonano con particolare forza, dato che sono stati dati loro in omaggio a quattro grandi artisti del Rinascimento: Leonardo, Michelangelo, Donatello e Raffaello. Per quindici anni sono stati allevati e addestrati come veri e propri figli dal saggio Maestro Splinter al Ninjutsu, l'arte dell'invisibilità, e sono particolarmente versati negli scontri ravvicinati e nell'uso di armi da taglio e da botta tipicamente giapponesi: le katana, i nunchaku, il bo e i sai. Ma il loro segreto più grande è ancora più bizzarro: non sono semplici esseri umani. Loro sono creature mutanti. Loro sono... Tartarughe Ninja!

Cowabunga

Sono tornate. Le stavamo aspettando da un bel po', in verità. Sì, è vero, dall'ultimo film cinematografico di Kevin Munroe abbiamo potuto consolarci con nuovi fumetti e serie tv, ma è comunque dal 2007 che le Teenage Mutant Ninja Turtles (nel nostro paese più semplicemente conosciute come Tartarughe Ninja) ideate da Kevin Eastman e Peter Laird non facevano capolino sul grande schermo. Questo storico franchise -che proprio quest'anno compie il suo trentesimo compleanno- torna dunque al cinema con un reboot in pompa magna del quale si è discusso tantissimo negli ultimi tempi, dopo anni di rimandi, rincorse, slanci e voci incontrollate delle più disparate. Questo rilancio si è fatto aspettare parecchio, dato che la produzione (in mano a Michael Bay, che già è stato un Mida per un franchise relativamente similare come quello di Transformers) ha percorso diverse strade prima di imboccare quella definitiva. Nel frattempo sono successe un mucchio di cose in questi ultimi anni, tra cui la definitiva (?) consacrazione del cinefumetto come genere di successo, cosa che ha indotto gli studios a tenere in grande considerazione l'opinione dei fan, giovani e meno giovani. Le prime dichiarazioni di Bay a proposito del film, risalenti a più di due anni fa, volevano le Turtles come creature sì mutanti, ma aliene, alla stregua di Autobot e Decepticon. I fan insorsero e di tutta quella diatriba rimane solo una battuta detta (non casualmente) da April O'Neil nel corso del film.

TMNT: Truzzo Mutant Ninja Turtles

Il fatto che si sia dato ascolto alle aspettative dei fan non ha certo impedito a Michael Bay e al suo team di lavorare sopra al franchise in maniera simile a quanto avvenuto con i robot trasformabili della Hasbro, sia da un punto di vista contenutistico che iconografico, svecchiando e aggiornando le Tartarughe e i comprimari delle loro spericolate avventure. Il film, diretto da un
Jonathan Liebesman (World Invasion, La furia dei Titani) chiaramente assunto in veste di mestierante pratico di azione ed effetti speciali che deve dirigere col pilota automatico su traccia preimpostata, è assolutamente nello stile dell' “esplosivo” regista losangelino, e pone l'attenzione tanto sui personaggi del titolo quanto sui coprotagonisti umani, in particolar modo sulla giornalista April O'Neil, reporter di Channel 6 interpretata da una mai così avvenente Megan Fox, vecchia 'fiamma' di Bay “tornata all'ovile” dopo gli screzi che l'hanno esclusa dal terzo Transformers. Le quattro atletiche Tartarughe rispecchiano, basilarmente, le loro classiche controparti animate: Leonardo è il più assennato, leader del gruppo; Michelangelo il più gioviale e scanzonato; Donatello il più intelligente e pratico mentre Raffaello è la testa calda, sempre pronto a dar battaglia. Il fatto che siano “teenager”, tuttavia, si nota anche troppo dai loro atteggiamenti spesso immaturi, dalle battutine di basso profilo e dal loro abbigliamento (Mikey, in particolare, sembra uscito da una versione per mutanti di Jersey Shore) e visivamente mettono subito in guardia lo spettatore: questo è un film per ragazzi. Come e, se possibile, più della prima trilogia degli anni '90, scanzonata e “gommosa” ma irresistibile per chiunque abbia vissuto la propria adolescenza in quegli anni. Certo, i tempi cambiano e le tute di gomma fanno spazio alla motion capture e agli effetti digitali, è il progresso e non è necessariamente un male. Anche se le coreografie, a volte, non sono altrettanto divertenti quanto quelle in stile “Power Rangers” dei film di Steve Barron, Michael Pressman e Stuart Gillard.

Tartarughe Ninja Tartarughe Ninja è sicuramente un film divertente, che scorre via in maniera piacevole tra battute, combattimenti e insistite inquadrature delle grazie di Megan Fox. Dei cambiamenti tanto temuti alla storia originale è rimasto ben poco, e non più dei tanti altri rimaneggiamenti che abbiamo visti in tv o nelle nuove serie a fumetti, anche se, chiaramente, l'intento è quello di rivolgersi a un pubblico (molto) giovanile e poco serioso, certamente non agli appassionati della versione “dark” originale che si rifaceva a Frank Miller. Manca la vera epica ma, soprattutto, manca un po' di originalità: la storia sa di già visto dall'inizio alla fine, con soluzioni di sceneggiatura che sono un déjà vu continuo e una presenza del personaggio di April forse un po' troppo invadente. Ci sono, tuttavia, le basi per un miglioramento: speriamo che il secondo capitolo si lanci su terreni inesplorati, pur restando ancorato alla mitologia delle quattro irresistibili Ninja Turtles.

7

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