Recensione Take Me Home Tonight

La migliore notte della tua vita? Forse no...

Recensione Take Me Home Tonight
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Cosa resterà di questi anni Ottanta, e chi le scatterà le fotografie? Questo si chiedeva una vecchia canzone interrogandosi su un decennio che si è portato dietro spalline e lustrini, musica dance e improbabili capelli cotonati. Molti li amano follemente, dichiarandoli originali e assolutamente sopra le righe, altri sono felici che siano scomparsi a favore di un mondo, si dice, più sobrio, ma tutti, almeno una volta nella vita, li rimpiangono almeno un po'. Sarà colpa della solita nostalgia da lontananza, della parvenza che tutto fosse più facile o semplicemente di quel loro aspetto visivamente variopinto e frivolo: resta il fatto che qualcuno è sicuramente rimasto a scattare le fotografie di quel periodo... il cinema! Michael Dowse prova a ricordare simpaticamente i vecchi tempi con Take Me Home Tonight, commedia che si presenta come un mix colorato e molto old stylish della simpatia di Anna Faris e Dan Fogler con la genuina bellezza di Topher Grace e Teresa Palmer, shakerate e lanciate nel bel mezzo di una pista da ballo di una festa del liceo.

Sette minuti in paradiso

Matt (Topher Grace) è sempre stato il genio della sua classe. Primo in ogni concorso scientifico non è mai stato un asso, invece, per quanto riguardava le ragazze, soprattutto quando si parlava di Tori Frederking (Teresa Palmer). Da quando, durante una festa, hanno passato i loro famosi "Sette minuti in Paradiso" Matt non è stato più capace di dimenticarla, o parlarle, invitarla fuori o anche solo ringraziarla per aver raccontato a tutti che lui era un grande baciatore, quando tutto quello che è stato capace di fare, invece, è stato fissarla a bocca aperta! Qualche anno dopo, nel 1988, Matt si è laureato al MIT con il massimo dei voti, ma non è convinto che i numeri siano il suo futuro e così aspetta di scoprire cosa vuole fare della sua vita lavorando in un video store. Un giorno vede entrare in negozio quella che è da sempre la ragazza dei suoi sogni: finge di essere un acquirente e si spaccia con lei, che lavora in una finanziaria, come un impiegato di alto livello di una società concorrente. Con l'aiuto dell'incontenibile amico Barry (Dan Folger) ruba una macchina e cerca di far colpo sulla ragazza, seguendola per tutta la notte per party con i suoi compagni di scuola. Intanto sua sorella gemella Wendy (Anna Faris) sta per sposarsi con Kyle, non proprio il genio del villaggio...

Cosa resterà?

Va bene, assodato che gli anni Ottanta sono un soggetto cinematografico molto allettante su cui lavorare, bisogna tener conto che c'è modo e modo di lavorare su di essi. Affascinanti, colorati, divertenti anche senza far niente, non possono di certo sopportare da soli il peso di una intera pellicola cinematografica. Per renderli davvero indimenticabili serve qualcosa che li distingua: verve, ironia, sfacciataggine e una narrazione decisamente brillante che la regia di Michael Dowse sembra non aver assimilato molto bene. Take Me Home Tonight non si distingue certo dagli altri film di genere per l'originalità del soggetto. Si parte dalla classica storia del protagonista, fotografia di un perdente secondo tutti i cliché nerd del caso, che cerca di riscattare la propria vita conquistando la bella e irraggiungibile del suo passato. Ma l'esperienza ci ha insegnato che questo non vuole dire nulla e che, anche il più scontato degli assunti iniziali, può svilupparsi in modo originale e divertente. Ma non è questo il caso. L'incremento narrativo della pellicola continua a seguire i classici schemi della commedia americana, gonfiandosi di tutti gli elementi dell'ambientazione liceale tanto cari ad Hollywood e non riuscendo a brillare per nessuno di essi. Tra battute non troppo argute, momenti demenziali sfruttati male e abbigliamento ultra-luccicante, il film si riduce a un giro notturno tra party compiuto da personaggi stereotipati e non troppo bravi a giocarsi le proprie potenzialità. Basti pensare che l'intera mole comica della storia è affidata a Dan Fogler, che di certo non ha il carisma necessario per ribaltare le sorti del film.

Take Me Home Tonight Take Me Home Tonight non è un disastro cinematografico. Qua e là tra il lamé si vede qualche interessante spunto creativo decisamente inespresso e i momenti divertenti, seppur presenti in quantità molto basse, si fanno notare (indimenticabile è la “teoria delle tette” enunciata da Tori a Matt). Ma la pellicola rimane comunque una storiella piacevole ma non per niente originale, destinata a riempire un momento di vuoto come tanti e a scomparire velocemente dalla memoria degli spettatori, lasciando alle sue spalle solo una ballabile traccia di canzoni anni Ottanta.

5

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